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Visualizzazione dei post da maggio, 2021

"Un cuore di smeraldo in eredità" di Melissa Bentivegna

    Historica Edizioni, 2023, pagg. 220.    Incipit   "Ester Mineo iniziava ogni giorno come un'ospite che entra nel mondo in punta di piedi. Non poteva sapere che quella mattina, un passo dopo l'altro, sarebbe andata incontro a qualcosa di impensabile. Che tutto stesse per finire, non poteva immaginarlo.  Quello era decisamente un giorno diverso". Pensieri luminosi   Si può lasciare un'eredità morale al prossimo? Si possono abbandonare briciole di un bagliore luminoso piuttosto che un gioiello, simbolo di unità, di completa fiducia nell'altro? Il romanzo della scrittrice Melissa Bentivegna risponde affermativamente a questi interrogativi, perchè tra le pagine della storia che racconta cresce, come un fiore nel deserto, il valore incommensurabile della vita e di come gli esseri umani possano farne uso, in maniera costruttiva o distruttiva, donandone in questo caso  un contorno qualitativo importante che ha i connotati della giustizia, del coraggio, della fidu

"Vera" di Elizabeth von Arnim

      Titolo originale: "Vera".   Traduzione dall'inglese di Mia Peluso.   Casa editrice Tea, 2010, pagg. 242.     Incipit   "Quando il medico se ne fu andato e furono salite le due donne del villaggio ch'egli si era fermato ad aspettare perchè si prendessero cura del corpo di suo padre, Lucy uscì in giardino e si appoggiò al cancello per guardare il mare. Suo padre era morto quel mattino alle nove in punto e adesso era mezzogiorno. Il sole le batteva sul capo nudo. L'erba bruciata in cima alla scogliera e la strada polverosa oltre il cancello e la distesa luccicante del mare e le scarse nuvole bianche sospese nel cielo, tutto divampava e splendeva in un eccesso di silenziosa, immota luce rovente".     Pensieri luminosi   In questo romanzo ci troviamo in Cornovaglia nel 1920.  Lucy, ingenua ragazza ventenne, è colta nel suo profondo dolore per la morte del tanto amato padre, con il quale, da quando era nata, aveva condiviso la semplice quotidianità come

"La storia delle api" di Maja Lunde

        Titolo originale "Bienes Historie". Traduzione dal norvegese di Giovanna Paterniti. Casa editrice Feltrinelli- Marsilio, 2017, pagg. 426.        Incipit   "Come uccelli troppo cresciuti ci tenevamo in equilibrio ognuno sul proprio ramo, con un contenitore di plastica in una mano e un pennello di piume nell'altra. Mi arrampicai più in alto, con la massima prudenza. Non ero tagliata per questo mestiere, non ero come molte delle altre donne della squadra, i miei movimenti spesso si rivelavano troppo bruschi, mi mancava la motricità fine e la precisione manuale che l'attività richiedeva. Non faceva per me, ma dovevo comunque lavorare qui, ogni giorno, dodici ore al giorno. Gli alberi erano vecchi quanto un'intera vita. I rami, fragili come vetro sottile, scricchiolavano sotto il nostro peso. Mi girai con corcospezione, non dovevo danneggiare la pianta. Misi la gamba destra sotto un ramo più in alto e, con cautela, tirai su anche l'altra. Finalmente tr

"Jane Eyre" di Charlotte Bronte

    Titolo originale "Jane Eyre". Traduzione dall'inglese di Luisa Reali. Casa editrice Mondadori 1996, pagg. 543. Traduzione dall'inglese di Lia Spaventa Filippi. Newton Compton editore, su licenza per Storie senza tempo 2020, pagg. 403.  Incipit " Impossibile fare una passeggiata quel giorno. La mattina avevamo vagabondato per un'ora nel boschetto spoglio, ma dopo pranzo (la signora Reed, quando non aveva ospiti, pranzava presto) il freddo vento invernale aveva ammassato nuvole così cupe, e cadeva una pioggia così intensa, che di uscire non era neppure il caso di parlare. A me faceva piacere. Non ho mai amato le passeggiate lunghe, specialmente nei pomeriggi rigidi. Era terribile per me tornare a casa nel crepuscolo grigio, con le dita delle mani e dei piedi gelate, il cuore rattristato dai rimproveri di Bessie, la bambinaia, avvilito dalla consapevolezza della mia inferiorità fisica di fronte a Eliza, John e Georgiana Reed".     Pensieri luminosi   In

"Il mare dove non si tocca" di Fabio Genovesi

Casa editrice Mondadori, 2017, pagg. 318.     Incipit "Com'è iniziata nessuno lo sa. Forse un nostro antenato ha profanato la tomba di un faraone, forse ha fatto arrabbiare una strega o ha stecchito un animale che era sacro a un dio vendicativo, l'unica cosa certa è che da quel momento la nostra famiglia si porta addosso una maledizione spaventosa.  Brutto ma è così, è la prima cosa che ho imparato a scuola. Anzi no, la prima l'ho imparata appena entrato in classe, e cioè che nel mondo esistevano tanti altri bambini della mia età, e questi bimbi avevano solo tre o quattro nonni a testa. Io invece ne avevo una decina. Perchè il mio nonno dalla parte di mamma aveva un sacco di fratelli solitari, che non si erano mai sposati e a una donna non avevano mai nemmeno stretto la mano, così da quella famiglia gigante ero venuto fuori solo io, che ero il nipote di tutti".     Pensieri luminosi   In questo romanzo ci troviamo in Versilia, vicino a Forte dei Marmi, nei primi a

"Le otto montagne" di Paolo Cognetti

Casa editrice Einaudi, 2016, pagg. 199.     Incipit "Mio padre aveva il suo modo di andare in montagna. Poco incline alla meditazione, tutto caparbietà e spavalderia. Saliva senza dosare le forze, sempre in gara con qualcuno o qualcosa, e dove il sentiero gli pareva lungo tagliava per la linea di massima pendenza. Con lui era vietato fermarsi, vietato lamentarsi per la fame o la fatica o il freddo, ma si poteva cantare una bella canzone, specie sotto il temporale o nella nebbia fitta. E lanciare ululati buttandosi giù per i nevai. Mia madre, che l'aveva conosciuto da ragazzo, diceva che lui non aspettava nessuno nemmeno allora, tutto preso ad inseguire chiunque vedesse più in alto: perciò occorreva avere buona gamba per rendersi desiderabili ai suoi occhi, e ridendo lasciava intendere di averlo conquistato così. Lei più tardi alle corse cominciò a preferire sedersi nei prati, o immergere i piedi in un torrente, o riconoscere i nomi delle erbe e dei fiori. Anche in vetta le pia

"L'età dell'innocenza" di Edith Wharton

Titolo originale "The age of Innocence". Traduzione dall'inglese di Alessandro Ceni. Casa editrice Mondadori su licenza per Storie senza tempo, 2020, pagg. 298.     Incipit "Una sera di gennaio dei primi anni Settanta, Christine Nilsson cantava nel Faust all'Academy of Music di New York. Sebbene si cominciasse già a parlare dell'edificazione, in remote metropolitane lontane oltre la Quarantanovesima, di un nuovo Teatro dell'Opera, che avrebbe gareggiato per dispendio e splendore con quelli delle grandi capitali europee, il mondo elegante era comunque soddisfatto di riunirsi ancora ogni inverno nei frusti palchi rosso e oro dell'affabile, vecchia Academy. I conservatori le erano affezionati perchè essendo piccola e scomoda teneva a distanza la gente nuova che New York cominciava a paventare pur continuando a esserne attratta; i sentimentali le erano attaccati per le sue connotazioni storiche, e gli amanti della musica per la sua eccellente acustica, qu

"Benedizione" di Kent Haruf

      Titolo originale "Benediction".   Traduzione dall'inglese di Fabio Cremonesi.   Casa editrice NN, 2015, pagg. 277.       Incipit "Appena gli esiti dell'esame furono pronti, l'infermiere li chiamò nell'ambulatorio, e quando il medico entrò nella stanza diede loro un'occhiata e li invitò a sedersi. Capirono come stavano le cose guardandolo in faccia. Avanti, disse Dad Lewis, dica pure. Temo di non avere buone notizie per lei, disse il dottore. Era tardo pomeriggio quando scesero le scale e tornarono nel parcheggio. Guida tu, disse Dad. Io non ne ho voglia. Ti senti così male, tesoro?  No, non sto poi tanto peggio. Voglio solo guardare la campagna, non mi capiterà più di tornarci".     Pensieri luminosi   La mia lampada ha illuminato una nuova storia.  Ci troviamo a Holt, una cittadina del Colorado. Questo romanzo mi ha colpito sin dalle prime pagine, in particolare per lo stile narrativo; cioè per il modo dell'autore di utilizzare il disc