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"Hypsas" di Valerio Mello.

 "Hypsas", Edizioni Ensemble, 2024, pagg. 55. "Incontro i morti sui margini dentati delle foglie, ospiti e pietrisco più brillanti - centellinando le veglie, perché i nomi vanno incontro a ciò che si ripete; e il sole di Eraclito è nuovo tutti i giorni. Quieta pulsione di ogni luogo, le acque sono tiepide e danno esile diadema, dolce fissità degli occhi ; morbide sculture sul bianco di parete accolgono corpi liberi"... Pensieri luminosi La raccolta di poesie di Valerio Mello è un percorso immersivo nella natura e del suo potere rigenerante, correlato però anche ad una visione particolare e aulica, quella delle antiche divinità che si trasformano  esse stesse in poesia. Un percorso di parole e immagini che come quadri astratti e simbolici accompagnano il lettore in una dimensione onirica. Ciò che mi ha maggiormente colpito è stato leggere della terra, di alberi, di erba, di pietre secolari che si intersecano nella millenaria conoscenza, con la civiltà del sapere. Una
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"Case rosse" di Alberto Coco

  LuoghInteriori editore, 2023, pagg. 216. Incipit "Sono inginocchiato nel sedile posteriore della Fiat 1100 color verde oliva di papà. Mia sorella Olga si è sistemata al mio fianco nella stessa posizione. Attraverso il finestrino guardiamo l'ingresso del civico 9 di viale Monza. Mamma si è fermata a parlare con le cornacchie allineate davanti al portone d'ingresso. Stringe mani, abbraccia, si asciuga le lacrime. É un addio, il mio primo addio. Non so bene cosa sia.  Papà mi ha spiegato che è un saluto che fai quando poi non ti ti vedi più per tanto tempo. Mi farà male, ne sono sicuro. A me fa già male il ciao che dico a Dante la sera. Sembra far male anche a mia sorella: ha il labbro inferiore che tremola come un budino alla fragola. Se piange lei - lei che non piange mai - io piangerò almeno il doppio. L'addio mi riempie di vuoto, mi strige la gola con un nodo". Pensieri luminosi Vi è mai capitato di ascoltare una canzone e fra un ritmo e l'altro la mente ap

"Un cuore di smeraldo in eredità" di Melissa Bentivegna

    Historica Edizioni, 2023, pagg. 220.    Incipit   "Ester Mineo iniziava ogni giorno come un'ospite che entra nel mondo in punta di piedi. Non poteva sapere che quella mattina, un passo dopo l'altro, sarebbe andata incontro a qualcosa di impensabile. Che tutto stesse per finire, non poteva immaginarlo.  Quello era decisamente un giorno diverso". Pensieri luminosi   Si può lasciare un'eredità morale al prossimo? Si possono abbandonare briciole di un bagliore luminoso piuttosto che un gioiello, simbolo di unità, di completa fiducia nell'altro? Il romanzo della scrittrice Melissa Bentivegna risponde affermativamente a questi interrogativi, perchè tra le pagine della storia che racconta cresce, come un fiore nel deserto, il valore incommensurabile della vita e di come gli esseri umani possano farne uso, in maniera costruttiva o distruttiva, donandone in questo caso  un contorno qualitativo importante che ha i connotati della giustizia, del coraggio, della fidu

"Canne al vento" di Grazia Deledda

Edizioni San Paolo, 1997, pagg. 226.   Incipit "Tutto il giorno Efix, il servo delle dame Pintor, aveva lavorato a rinforzare l'argine primitivo da lui stesso costruito un po' per volta a furia d'anni e di fatica, giù in fondo al poderetto lungo il fiume: e al cader della sera contemplava la sua opera dall'alto, seduto davanti alla capanna sotto il ciglione glauco di canne a mezza costa sulla bianca Collina dei Colombi".   Pensieri luminosi  Avete mai soffiato (scusate il gioco di parole) su un soffione? Mi ricordo che in primavera, nei campi fuori  il mio paese, ne raccoglievo tantissimi e dopo aver fatto una specie di bouquet di sfere soffici, prendevo tutto il fiato in corpo e ci soffiavo sopra. Improvvisamente si alzavano in aria decine di minuscoli bastoncini soffici, che nella mia fantasia bambina assomigliavano a degli ombrellini che prendevano direzioni diverse; si rovesciavano, alcuni precipitavano a terra ma altri, con il favore del vento, si allonta

"I violini di Saint-Jacques. Un racconto delle Antille" di Patrick Leigh Fermor.

Casa editrice Adelphi, 2023, pagg. 129.   Titolo originale "The Violins of Saint-Jacques. A tale of the Antilles".   Traduzione di Daniele V. Filippi.   Incipit   "La storia di questa piccola isola non è molto diversa da quelle delle altre isole Sopravento e Sottovento francesi, se non per il fatto che se ne sa di meno. Originariamente Saint-Jacques era abitata dagli indiani Aruachi, poi i feroci Caribi risalirono l'arcipelago sulle loro piroghe, sconfissero gli Aruachi, li divorarono e, con i modi spicci a loro consueti, ne sposarono le vedove. Colombo la scoprì durante il suo secondo viaggio e la annettè alla Corona Spagnola. Il nome caraibico di Twahleiba (il Serpente) - dovuto ai terribili rettili "ferro di lancia" che la infestavano - fu cambiato e l'isola fu battezzata in onore del grande santo spagnolo di Compostela, alla vigilia della cui festa era stata conquistata. Sulle prime carte nautiche fu segnata come Santiago de los Vientos Alicios, San