Morellini editore, 2023, pagg. 206.
Prefazione
"Ho sempre amato le biografie, soprattutto femminili. Non perdo occasione di leggere le storie di donne significative, studiarle e parlare di loro. La maggior parte delle volte resto stupita dalla grandezza delle loro azioni, spesso poco raccontate. É per questo che ho radunato le mie studentesse in questo progetto di scrittura. Volevo lasciarle libere di raccontare la donna del loro cuore affinchè quell'avventura arrivasse fino a me e a voi lettori. Ognuna di loro ne ha scelta una, l'ha studiata e ha raccontato un momento importante della sua vita. Io le ho seguite, accompagnate e poi permesso loro di camminare con le proprie gambe, sapendo che sarebbe bastato allungare una mano per trovarmi..."
Pensieri luminosi
Tempo fa mi è stato regalato un libro illustrato sulla storia della fotografia, in particolare quella che va dagli anni Venti fino agli anni Novanta del Novecento. In questo percorso nel tempo la fotografia ha assunto i connotati di una vera e propria forma d'arte, acquisendo sempre più autorevolezza e originalità, discostandosi dalla pittura e dalla scultura, diventando sempre più autonoma con il suo modo di raccontare la realtà nella sua bellezza, profondità, originalità, essenza. Per essere un fotografo di spessore è necessario possedere la grande virtù dell'empatia, sviluppare una certa sensibilità nell'osservare, vedere, guardare ciò che sta attorno a noi, scrutare la realtà con occhi diversi, in modo attento, riuscendo a percepire piccoli dettagli di spessore, che possono lanciare un messaggio, stimolare la riflessione.
La macchina fotografica diventa strumento, mezzo per esprimersi, per dare parola alle immagini immortalate dagli scatti.
Se ricordate, uno dei fotografi più famosi e autorevoli nel suo campo è stato Steve McCurry, fotoreporter, specializzato in ritratti. Quello più famoso è "Ragazza afgana" pubblicato nel "National Geographic magazine" nel 1985. In quella foto iconica è rappresentata una ragazzina afgana, profuga in Pakistan, che osserva l'obbiettivo con uno sguardo impaurito; due pupille verdi, grandi, liquide, attraversate da piccole venuzze, che ci raccontano tutta la sua paura e il suo smarrimento, il corpo avvolto da un velo porpora.
La fotografia riesce quindi a creare un legame, una relazione tra esseri umani fotografati e altri esseri umani che osservano la foto.
Una fotografia scattata raccoglie un istante, lo incastona per sempre fra le pareti della realtà come un diamante su un anello prezioso. Uno scatto fotografico è la rivelazione improvvisa di qualcosa di intimo che si disvela, esce dal buio, acquisisce rilievo, si fa tridimensionale e ci parla, si racconta, viene alla luce e si nutre di essa.
E di luce, di un istante rubato al tempo si nutre anche la raccolta "Ritratti di donne". Sì, perchè mentre leggevo le storie di donne raccontate da altrettante donne, ho immaginato le ventotto scrittrici, che hanno raccolto un attimo di eternità delle loro eroine, come delle esperte fotografe appostate dietro una finestra con le tende aperte. Hanno rubato l'attimo prezioso in cui attrici, scrittrici, pittrici, creatrici di moda, regine, ballerine, artiste in genere hanno dato la svolta significativa alla propria vita. Donne diverse, di estrazione sociale diversa, di cultura, di paesi lontani, ma vicine per la determinazione di agire, nell'orgoglio di esser-ci in quel momento e in quel luogo e, nonostante le difficoltà, i problemi, i pregiudizi hanno gettato il cuore oltre l'ostacolo e hanno vinto.
Il momento raccontato è stato per loro un'illuminazione, quel click fotografico che le ha inondate di luce, le ha disvelate.
Un nuovo corso, un nuovo modo di interpretare gli eventi si è fatto strada in loro e le fotografe con empatia infinita hanno rivelato con quello scatto portentoso a noi, frutori di quell'album fotografico che si è riempito di momenti indimenticabili, immortali.
Ogni scrittrice che narra di una storia femminile è diventata, in questa antologia, una reporter, con lo zaino in spalla che contiene la vicenda di quella donna che ha voluto studiare e che le apparteneva nell'animo, in cui in qualche modo riflettere i propri pensieri, con la quale provare una certa sintonia di valori e virtù. Certo, le donne raccontate non sono scevre dalle loro paure, timori, perplessità, ma con intelligenza e caparbietà sono riuscite a trovare in quella empasse stimoli per miglorarsi, realizzando così i propri sogni.
Le autrici che hanno raccontato le storie di artiste famose, sono altrettante artiste e creatrici nella loro esistenza, lavorano e con il loro tocco femminile portano linfa nuova nel mondo.
Questi ritratti-fotografie hanno il sapore della bellezza, che non è solo un canone esteriore, ma si amplifica e diventa bellezza interiore, svela capacità, smuove l'intelletto, acquisisce consapevolezza, autenticità. Il trionfo che dà valore all'essere e non all'apparire. Donne di età diversa che si mostrano in quello scatto in tutta la loro fragilità, ma al contempo in tutta la loro naturale consapevolezza di essere umano e proprio in quella fragilità ritrova tutta la forza.
Grazie a tutte le fotoreporter di questa antologia che mi hanno fatto scoprire tante donne che non conoscevo, che nel tempo di un ieri vibrano nella contemporaneità; donne non eroine, ma semplicemnete artiste, creative che hanno regalato al mondo il loro sorriso e il loro talento. Anche ciascuna di noi, può trovare un posto in questa raccolta, perchè ogni giorno siamo protagoniste con i nostri talenti, con il nostro coraggio, con l'intuito, alla ricerca di bellezze fra le mura domestiche, al tavolo di un ufficio, in uno studio di pittura, fra le stanze di un ospedale, in un' aula scolastica, in un tribunale, in parlamento.
Siamo donne che ogni giorno sfidano il destino, il pregiudizio e insieme alle donne di ieri guardiamo al futuro.
La raccolta antologica che vi invito a leggere per scoprire di quali artiste interessanti e anche misconosciute è composto il libro e di altrettante narratrici, ha anche un valore aggiunto.
Infatti una parte delle vendite di questo libro sarà devoluta alla ricerca sulla sindrome di Rett, una malattia neurologica che colpisce le bambine.
Buona lettura!
La mia lampada ha illuminato questa frase:
"Capisco che sono nel posto giusto, riesco addirittura a trovare pace.
Mi riconosco, ritrovo Evita.
Non nel mio corpo, ma in quello che abbiamo insieme e che condividiamo.
Perché è a questo che sono stata destinata da sempre.
Mi sento libera da ogni catena, costrizione, sofferenza. Assaporo un frammento di eternità.
Sorrido. Ci sono, sono qui per voi e lo sarò per sempre.
Mi avvicino al microfono, lo sistemo e inizio a parlare".
Gli oli essenziali da utlilizzare durante la lettura: tre gocce di lavanda e tre gocce di rosa da sciogliere nel bruciatore di essenze con candela bianca neutra, per aprire la mente a nuove idee ed accogliere il pensiero femminile.
Un po' di luce sulla curatrice Sara Rattaro (Genova, 9 giugno 1975) è una scrittrice italiana. É laureata in Biologia e in Scienze della Comunicazione. Svolge anche l'attività di coaching di scrittura.
INTERVISTA ALLA CURATRICE
Ciao Sara e
benvenuta nel mio spazio letterario. Come è stata la genesi di questa
antologia?
Nasce tutto da una mia
idea. Ho pensato alle tante donne che si affidano ai miei corsi di scrittura e
ho pensato che scrivere per realizzare un bel progetto fosse un meraviglioso
percorso di formazione e così, devo dire, è stato. Ho proposto a tutte un
periodo di formazione di alto livello a cui è seguita la stesura del racconto.
Ognuna delle partecipanti poteva mettere in scena un momento importante della
donna che ammira.
La copertina raffigura
un viso di donna suddiviso in molte parti sulla parete di una casa, come un
murales. Che messaggio vuole trasmettere?
Quando ho visto il
murales ho pensato che fosse perfetto per la sensazione di poliedricità che mi
sapeva trasmettere, esattamente come il progetto che avevo in testa,
esattamente come l’anima di ogni donna.
Le storie di donne
raccontate in questa raccolta vengono colte in un momento particolare della
loro esistenza, poste davanti a scelte particolari; è come se un fotografo
avesse rubato loro uno scatto intimo che ne ha rivelato la fragilità oltre la
forza. Forza e fragilità fanno parte dell’essere umano; possono queste
caratteristiche essere in qualche modo amplificate nel femminile?
Hai colto il punto:
come se una fotografa avesse colto l’attimo più importante. Le donne racchiudono
così tante cose che non si possono elencare. Quello che mi piaceva mettere in
luce non sono solo la forza o la fragilità ma l’uso che di queste qualità, come
di altre, le donne sanno fare.
Nella prefazione
affermi di aver lasciato libere le tue studentesse di raccontare le donne del
loro cuore. Anche tu hai una donna del cuore?
Ne ho tantissime e
ammetto che aver fatto questo percorso insieme alle mie autrici mi ha
arricchito molto e fatto conoscere donne che non conoscevo così bene e aspetti
di altre che ignoravo. È stato bello!
Il raccontare, da parte
di una donna di un’altra donna, quale valore aggiunto porta alla narrazione,
rispetto magari se fosse stato invece un uomo a farlo?
Non credo ci sia
differenza se c’è la volontà di cogliere tutti gli aspetti senza pregiudizi.
Sicuramente questa raccolta tutta femminile, ha una forza particolare.
Se dovessi anche tu
inserirti tra le tante donne raccontate nell’antologia, quale momento
fisseresti su carta, che ha dato una svolta alla tua esistenza?
Credo che una dei
momenti più belli e magici sia stato quando ho ricevuto la notizia che avrei
pubblicato il mio primo libro. Impossibile immaginare tutto quello che è
accaduto dopo e forse è proprio per questo che me lo sono goduto.
Parte dei proventi
della vendita del libro saranno devoluti ad AIRETT, l’associazione che si occupa
di cura e ricerca sulla sindrome di Rett. Ci vuoi parlare brevemente di questa
sindrome e perché avete optato per questa scelta?
Airett è l’associazione
italiana che si occupa da più di 30 anni della ricerca sulla Sindrome di Rett
che è una malattia rara e genetica che colpisce quasi esclusivamente le
bambine. Nate apparentemente sane, crescono normalmente fino al secondo anno di
vita. Improvvisamente però, iniziano a perdere le loro abilità e ad isolarsi
dal mondo esterno. In breve tempo non riescono più ad usare le mani in modo
finalizzato, a camminare e soprattutto non sono più in grado di parlare. Ma i
loro occhi restano accesi ed è attraverso essi che comunicano i loro bisogni e
trasmettono emozioni per questo che vengono chiamate “Bimbe dagli occhi belli”.
Mi sembrava giusto che l’unione di tante donne straordinarie aiutasse queste
bambine meravigliose.
Quanto i tuoi
laboratori di scrittura ti donano in termini di emozione?
Dovremmo chiederlo ai
partecipanti. Io posso solo
dire che ci metto l’anima.
Cosa significa per te
scrivere?
È emozione, è magia.
Hai altri progetti in
cantiere?
Mi piacerebbe lavorare
a Ritratti di donne 2.
Grazie per aver
condiviso le tue riflessioni.
Grazie a te.
La curatrice-scrittrice Sara Rattaro
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