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"Prima che sia troppo amarti" di Annalisa Teggi

    Il Timone editore, 2024, pagg. 188.   Incipit "Se l'era cercata. Diana correva al buio pensando ai commenti sul suo necrologio. Non staccava gli occhi dall'unica luce davanti a sé. Aperti h24, un'insegna così anonima di giorno. Arrivarci, presto. Sentiva ancora addosso il fiato di alcol e sudore. Una voce roca era rigurgitata fuori da un angolo della strada. Un'ombra viva, arrabbiata o isterica si era sollevata da terra spalancando le braccia verso di lei. Un forte colpo a terra e una risata cavernosa. La stava rincorrendo?  O era rimasto in quel cantuccio nero di marciapiede?".   Pensieri luminosi Nel vocabolario   la parola "troppo" è sia un avverbio che un aggettivo e in entrambi i casi la definiscono come una quantità eccessiva, qualcosa più  del dovuto, più del giusto.  In definitiva sia che lo si qualifichi come avverbio o aggettivo, "troppo" ha un connotazione negativa e lo si può affiancare allo spreco come quello alimentare; o...

"Una mosca bianca" di Maria Ernestina Morello.

 


 

Edizioni Pagine, 2021, pagg. 186.

 

Incipit 

"Il sole si specchiava pallido sui gentili tetti del quartiere Crocetta. In giornate come questa, si elevava dal cuore barocco di Torino la sua sopita anima di spensieratezza. Era l'atmosfera ideale per un matrimonio. Aveva indossato per l'occasione un soprabito nero che le metteva in risalto la vita stretta. La cupola della chiesa si poneva come una vetta da cui i raggi solari giungevano frastagliati in fasce dorate. Lucia scorse dall'angolo della via i colleghi di redazione disposti in cerchio. Temendo di arrivare in ritardo, aveva litigato con il conducente dell'autobus che aveva fatto una fermata di venti minuti in attesa del cambio".

 

Pensieri luminosi 

Ci sono espressioni e modi di dire nella nostra lingua molto significativi e una di queste è "mosca bianca".
Metaforicamente parlando si utilizza questa espressione per definire una persona con peculiari caratteristiche, tanto da renderla una rarità, un caso eccezionale, perchè possiede virtù, pregi e valori rispetto alla maggior parte delle altre persone.
Nello stesso tempo però queste stesse caratteristiche se da una parte rendono quella persona degna di ammirazione, dall'altra pongono la stessa persona disarmata e indifesa agli occhi di chi prova verso di lei invidia, risentimento e può essere facilmente derisa, allontanata.
Partendo proprio da queste riflessioni vi voglio parlare del romanzo intitolato appunto "Una mosca bianca" di Maria Ernestina Morello.
Si narra, in effetti, di una mosca bianca che ha i connotati di una ragazza di vent'anni, torinese, Lucia che udite udite è iscritta al corso di laurea in Lettere classiche e le piace il latino e le traduzioni. Qualcosa forse di anacronistico ai tempi di oggi dove molti giovani intraprendono carriere universitarie con profili scientifici, di marketing, con sbocchi di interprete o traduttore, ecc... La professione di insegnante è spesso bistrattata e  la precarietà è dietro l'angolo.
In realtà Lucia, che vive in una Torino che un po' le assomiglia, nel vento dei vicoli, nel sole che fa capolino sulle guglie delle chiese, in quel sorprendersi delle piccole cose della vita, di provare curiosità, spinta ad osservare, ad andare in profondità delle cose che accadono a lei e nel mondo, l'ho percepita come una persona come tutte le altre, non ha nulla di strano. In realtà l'essere semplici oggi è diventato qualcosa di particolare, così particolare da risultare stravagante.
É la sua autenticità a renderla speciale, vera, in un mondo che mette la superficialità al primo posto e che nasconde invece zone oscure, viziose, eccentriche che lei comunque cercherà di comprendere pur rimandendo ferma nei suoi propositi.
La scrittrice ci accompagna nel variegato, controverso e dinamico mondo della metropoli torinese, così frizzante e piena di cultura e allora ritroviamo la protagonista a camminare tra le sale di mostre d'arte e all'interno dellla notizia, ossia presso una redazione giornalistica che cerca la verità, ha sete di luce.
Si relaziona anche con l'altro sesso; figure maschili però nebulose, ritratte un po' sfuocatamente, quasi di poco spessore se non quella emblematica del professor Roncalli, simbolo di un sapere accademico che ha nutrito il sapere stesso di Lucia; raffinato, di sostanza verso cui la protagonista  ha un sentimento di riconoscenza e nel quale trova tutto il suo mondo, quello degli anni universitari che l'hanno plasmata.
Quella curiosità intellettuale l'ha spinta sempre ad indagare, a porsi delle riflessioni, con una certa personalità, andando anche controcorrente esprimendo la sua opinione perchè dentro di sè sentiva di non poter fare diversamente. 
L'amore attraverserà i giorni di Lucia ma sarà per lei come un pungolo, qualcosa che al comtempo le susciterà felicità e inquietudine; una specie di timore avvolto dal suo perseverante idealismo di fondo, di quell'essere "tutto d'un  pezzo" che le creerà anche qualche ferita e piccoli dolori.
Con una scrittura semplice ma al contempo riflessiva l'autrice ci conduce dentro l'esistenza di questa giovane donna a contatto con il suo quotidiano che ha in lei, nel suo sguardo intelligente e curioso, una scintilla, una luce chiara, avvolgente, cristallina. Fa della sua purezza mentale e fisica uno strumento per combattere piccole e grandi ingiustizie, sempre libera di esprimersi e che possiamo tranquillamente incontrare magari in uno sguardo sfuggente, in un saluto inaspettato, in una parola gentile: una mosca bianca, come un piccolo tesoro.
Mi sono ritrovata nella Lucia universitaria; anch'io come lei ho frequentato un ateneo e a quel tempo riflettevo, mentre giorno per giorno studiavo per prepararmi agli esami, sul mio futuro lavorativo, sulle paure, sui timori, ma anche sulla mia libertà di fare, di fare bene, di essere una persona che vive la sua esistenza con passione e determinazione.
Lucia, amica, donna, sorella, lavoratrice, anima, studiosa, libera di essere, indipendente. Una figura di donna, femminile singolare, plurale maschile in una società spesso pregiudizievole, sessista.
Lucia è però potente nel suo cono di luce, è nel mondo con sorprendente coraggio.
Lascio a voi scoprire le sue svariate vicissitudini e sono sicura che troverete un po' di lei in voi e lei custodirà un po' della vostra anima.
Buona lettura!

 

La mia lampada ha illuminato questa frase:
"Quando Daniele bersagliava Lucia soprattutto per il suo idealismo e la sua mania delle regole grammaticali, Cristiano interveniva a difenderla e, rivolgendosi all'amico, diceva: Tu non la capisci Dizionario! É bella perchè è fatta così: è una mosca bianca!"
 
Gli oli essenziali da utilizzare durante la lettura:
tre gocce di pompelmo e tre gocce di rosmarino da sciogliere nel bruciatore di essenze con candela bianca neutra, per ritrovare la forza di attraversare periodi intensi a livello mentale e avere pensieri chiari.

 
 

Un po' di luce sull'autrice
Maria Ernestina Morello (31 dicembre 1981) è una scrittrice italiana. É sposata e ha tre figlie. Esercita da oltre quindici anni la professione di insegnante. É appassionata di latino e scrittura creativa.



INTERVISTA ALL'AUTRICE

Ciao Maria Ernestina e benvenuta nel mio spazio letterario. Vuoi parlarci un po' di te?
Oltre che scrittrice, sono anche un'insegnante (di lettere e latino), che si conforma poco all'idea di scuola tradizionale. Sono sposata e ho tre figlie, che vedo come un segno del destino, della mia lotta per i diritti delle donne di cui loro sono insieme le beneficiarie e le eredi.

Come è nata la scelta di questo titolo per il tuo romanzo?
"Una mosca bianca" proviene da una citazione all'interno del libro... Non vorrei condizionare il mio lettore attraverso il significato che ha per me, ma preferisco lasciare ognuno libero di scoprire il valore che ha per sè. La letteratura è uno specchio, in cui ci si riflette attraverso le proprie esperienze e le proprie idee.

I tuoi ringraziamenti sono per la tua famiglia e al tuo Angelo "che veglia sempre su di me". Quanto sono importanti i tuoi affetti e il tuo Angelo?
La mia famiglia è la mia forza perchè mi dà la spinta per andare avanti: mi ha sempre spronata e collabora alla promozione del mio romanzo. Mio marito, sin da quando mi ha conosciuta, ha capito che sarei sfiorita senza i miei sogni e mi ha sempre aiutata a realizzarli. Il mio Angelo è il mio amato Professore che mi ha lasciato in eredità non solo il latino ma anche l'amore per l'insegnamento. Nei momenti di sfiducia, lo richiamo alla mente e lo immagino mentre mi dà una pacca sulla spalla e mi dice "Coraggio", come era solito fare.
 
La prefazione è scritta da Maria Leone che introduce la figura di Lucia, ma al contempo usa parole di stima nei tuoi confronti. Come è nata l'amicizia e la collaborazione fra voi?
La nostra amicizia  e collaborazione è nata su Facebook da uno scambio di idee sulla donna a partire da un post di un contatto comune. La stima è reciproca, anche se spesso non è sufficiente a mantenere viva un'amicizia perchè possono intervenire altri fattori.
 
Lucia, la protagonista del tuo romanzo è una figura intelligente, sensibile, timida ma al contempo guarda con occhi realisti l'esistenza. Quanto c'è di Lucia in te e quanto invece in qualche modo si discosta dalla tua personalità?
Negli ideali io e Lucia siamo molto simili. Forse nel temperamento ci discostiamo, ma ad oggi, perchè la timidezza, in modo più o meno presente, è un tratto distintivo di ogni giovane che si approccia al mondo e che inizia a conoscerlo. Una delle più belle considerazioni che ricevo dai lettori è questa: "Mi sono rivisto da giovane".
 
Lo sguardo di Lucia sul mondo è testimonianza di assertività e di libertà di essere. Quanto, secondo te, c'è ancora da fare nella nostra società, soprattutto davanti a testimonianze tragiche in altre parti del mondo, in cui la donna è ritenuta ancora inferiore e per questo limitata nel suo esistere?
Troppo! Provo rabbia perchè la donna è spesso lasciata sola, non solo dal mondo maschile ma anche da quello femminile, esso stesso spesso ancora condizionato dai pregiudizi sociali. Mi fa rabbia l'indifferenza e, quando non c'è indifferenza, che la lotta alla discriminazione femminile sia ridotta a slogan pubblicitari. Manca sostanzialmente una battaglia unanime, dalle grandi istituzioni a ogni singolo individuo. Serve fare rete. A questo scopo, tutti, proprio tutti, grandi e piccoli, dovrebbero adoperarsi alla diffusione della cultura, unico strumento per abbattere ogni discriminazione, ma non sempre è così perchè subentrano altri interessi...
 
Se dovessi utilizzare solo un aggettivo per descrivere Lucia quale utlizzeresti e perchè?
Sarà tanto banale quanto vero, dato il suo nome, ma la assocerei l'aggettivo di "luminosa", perchè porta luce e dà speranza al mondo.

Tu sei una insegnante. Secondo te, il tuo esserlo in quanto donna, dà valore aggiunto al tuo insegnamento?
Certamente! Anche nel mio ambiente "si paga" l'essere donna. Si paga con la discriminazione, con i giudizi, con il mobbing. Cosa cerco di fare io, formichina in questo universo? Parlare, denunciare, lottare con l'esempio, pur sapendo che potrei rischiare di essere calpestata...

Cosa significa per te scrivere?
Libertà. La scrittura è il luogo che nessuno potrà mai sottrarmi e a cui potrò sempre affidare i miei pensieri.
Cura. Perchè, attraverso la scrittura, mi curo dalle ferite del mondo, che non rimangono solo più mie, ma diventano di tutti, e sapere che non sono sola mi fa credere che insieme possiamo trovare una soluzione.
Lotta. Perchè posso gridare al mondo i miei desideri, le mie battaglie, le mie aspettative di un mondo migliore.
 
Hai altri progetti in cantiere? 
Sì, sto proseguendo la storia di Lucia.

Grazie di aver condiviso le tue riflessioni.
Grazie a te per l'impegno  e la professionalità che hai dimostrato!
 



La scrittrice Maria Ernestina Morello




 
 

 

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