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"Prima che sia troppo amarti" di Annalisa Teggi

    Il Timone editore, 2024, pagg. 188.   Incipit "Se l'era cercata. Diana correva al buio pensando ai commenti sul suo necrologio. Non staccava gli occhi dall'unica luce davanti a sé. Aperti h24, un'insegna così anonima di giorno. Arrivarci, presto. Sentiva ancora addosso il fiato di alcol e sudore. Una voce roca era rigurgitata fuori da un angolo della strada. Un'ombra viva, arrabbiata o isterica si era sollevata da terra spalancando le braccia verso di lei. Un forte colpo a terra e una risata cavernosa. La stava rincorrendo?  O era rimasto in quel cantuccio nero di marciapiede?".   Pensieri luminosi Nel vocabolario   la parola "troppo" è sia un avverbio che un aggettivo e in entrambi i casi la definiscono come una quantità eccessiva, qualcosa più  del dovuto, più del giusto.  In definitiva sia che lo si qualifichi come avverbio o aggettivo, "troppo" ha un connotazione negativa e lo si può affiancare allo spreco come quello alimentare; o...

"Il casolare sull'aia" di Paola Sbarbada Ferrari.



Gilgamesh Edizioni, 2022, pagg. 176.

 

Incipit

"Si svegliò che era ormai mezzogiorno, lui stava ancora dormendo. Stella non ricordava nemmeno quale fosse il suo nome e dove lo avesse incontrato, le tempie le pulsavano per aver bevuto troppo la sera prima.
 
Marco? No, forse Marcello... ma che importanza aveva? Le sarebbe bastato che lui si vestisse alla svelta e che si levasse dai piedi, perchè dopo quel sabato sera scatenato oramai per lei era già subentrata la noia".


Pensieri luminosi
 
Avete mai pensato a quanto la musica può essere un collante per definire il proprio sè e determinare in qualche modo l'appartenenza ad un gruppo, ad una comunità, ad un tempo preciso nelle sue specifiche caratteristiche storico-culturali? E come al contempo il potere, e in questo caso della musica, possa diventare veicolo di un messaggio e comprensione profonda di un ritorno alle origini?
Nel romanzo dell'autrice Paola Sbarbada Ferrari questa forma d'arte diventa potente mezzo per mettere in contatto la protagonista, Stella, con la sua parte interiore. La musica la porta in un cammino dentro sè stessa.
Infatti la conosciamo in un momento di forte crisi esistenziale. Certo, il lavoro la gratifica enormemente e anche la vita sentimentale è soddisfacente. Ma è davvero amore quello che sembra completarla o è solo paura di non restare a lungo troppo sola e percepire il vuoto graffiante che le tiene compagnia ormai da troppo tempo? 
Ha anche il suo gruppo di amiche del cuore, poche ma buone come si dice, con le quali si confida e trascorre momenti spensierati.
Ma giorno dopo giorno avverte che la vita le sta sfuggendo di mano senza nessun sussulto emotivo degno di nota, si sente sperduta nei suoi sentimenti. Così in giorno con l'auto parte senza una meta, solo lei e la sua chitarra e si ritrova dopo un'ora di viaggio nella campagna mantovana. Con sua grande sopresa si accorge che il borgo in cui si è fermata è quello dove abitavano un tempo i suoi nonni paterni e che lei andava spesso a trovare quando era una bambina.
Stella quel mattino ha deciso di allontanarsi dal frastuono della città per rifugiarsi nel silenzio riflessivo della campagna; quasi inconsapevolmente con quella scelta ha iniziato un percorso di cambiamento che la porterà a rivedere tutta la sua esistenza.
Con una scrittura semplice ma molto intima e in parte biografica la scrittrice ci conduce  nell'universo interiore di una rampante donna in carriera, estremamente forte all'apparenza, coraggiosa, vincente ma interiormente fragile, insicura, sola.
Sente che è giunto il momento di una trasformazione che passa attraverso una maggiore e costante consapevolezza del cambiamento stesso. Un mutamento che, paradossalmente, la spinge a guardare al passato per comprendere il suo futuro. Uno sguardo benevolo alle proprie origini, a quelle della sua famiglia, alle generazioni che l'hanno preceduta e che contengono pezzetti di lei così come lei possiede pezzetti di quella casa, in particolare dei suoi nonni paterni.
Un desiderio di trasformazione che tutti noi percepiamo quando qualcosa si sta lentamente inaridendo, come un fiore che appassisce sotto un sole rovente; non ha più l'acqua della vita, il suo nutrimento.
Stella manca appunto di un nutrimento, che diventa un po' alla volta coraggio e forza di scegliere. In quel casolare sull'aia si trova come dentro uno specchio riflesso e ripensa ad un passato felice tra i sorrisi dei nonni tanto amati e con i quali condivideva momenti preziosi.
Entra tra le stanze buie e silenziose. Ascolta i suoi passi che come una eco si espandono fra i corridoi antichi e disabitati. A farle compagnia la sua chitarra e il silenzio.
Vinta dalla nostalgia e da un fremito amoroso inizia a suonare una melodia e come d'incanto avviene una magia a cui lei non sa darsi una spiegazione. Ha come delle visioni, si sente partecipe seppur in uno spazio - tempo diverso di alcuni  momenti essenziali della vita dei propri avi. Ne percepisce la gioia quotidiana, le difficoltà di vivere, i tormenti, i dolori, ma soprattutto il loro coraggio di scegliere, di prendere decisioni importanti, di essere protagonisti della propria esistenza, come invece forse lei sta rinunciando a fare.
Quei nonni e bisnonni hanno deciso di essere loro stessi il cambiamento. 
Improvvisamente Stella, come osservando da dietro le quinte le loro vite, comprende il sacrifico di una scelta che però nonostante tutto è stata fatta e allora lei è costretta a guardarsi dentro, perchè l'esempio dei suoi antenati, in particolare di sua nonna Dalila non può lasciarla indifferente. Sente che anche per lei è giunto il momento di procedere con altri sì, di indirizzarli su altri binari, far entrare altri pensieri e liberarsi di altri. 
Entrare in quel mondo rurale, in cui l'essenziale è ben visibile agli occhi, dà valore alle cose importanti e comprensibili al cuore.
Stella, a contatto con quel casolare e con chi lo ha abitato entra nelle  stanze deserte della sua sua anima e quella musica suonata con la sua chitarra non solo allieta luoghi ormai dimenticati dal tempo, ma allieta al contempo il suo io e diventa musica interiore.
Anche il cambiamento è una musica, dapprima è un rumore confuso, ma man mano che si evolve e diventa chiaro dove porterà, si fa armonia e ritmo.
Questa vicenda è come un lungo cammino interiore della protagonista e del suo rapportarsi con gli altri, con il mondo esterno, gli eventi, le emozioni e cercare ancora una volta di comprendere; ma scegliere di farlo è un passo in più che forse le regalerà la libertà che cercava.
Lascio a voi scoprire la portata di questo cambiamento in Stella e dove la porterà, ma soprattutto di un momento molto significativo in cui passato e presente sembrano toccarsi per avere la pace del cuore.
 
 
 
La mia lampada ha illuminato questa frase:
"E così, poteva piovere, splendere il sole, piovere ancora, tirare vento, che lei, pensò, sarebbe stata felice comunque, accettando le proprie fragilità, facendole diventare un valore aggiunto del proprio carattere". 
 
 
 
Gli oli essenziali da utilizzare durante la lettura:
tre gocce di lavanda e tre gocce di rosmarino da sciogliere nel bruciatore di essenze con candela bianca neutra, per rilassarsi e trovare con calma la giusta concentrazione.
 
 
 
Un po' di luce sull'autrice
Paola Sbarbada Ferrari è una scrittrice italiana, mantovana di nascita e benacense di adozione. Lavora nel settore della finanza. Lettura e musica l'accompagnano nella vita e coltiva studi di canto e chitarra.
 
 

 
INTERVISTA ALL'AUTRICE
 
Ciao Paola e benvenuta nel mio spazio letterario. Vuoi parlarci un po'di te?  
Ciao Elisabetta, un grazie di cuore per avermi invitata nel tuo bellissimo ed interessante spazio letterario. Se io dovessi descrivermi, credo che mi paragonerei ad una quercia dalle profonde radici e dai tanti rami che attraversano il cielo, nonché ad un caleidoscopio a causa delle mie tante sfaccettature.  Da sempre desiderosa di apprendere e di imparare, mi impegno molto in tutto ciò che faccio ma non per competizione con me stessa, piuttosto per la volontà di dare sempre il meglio di me. I miei studi di canto e chitarra sono stati un toccasana per la mia anima, la quale ha cercato la propria espressione attraverso la composizione di brani e la stesura di testi. Scrivere questo romanzo è stata un’ulteriore necessità che mi ha consentito di descrivere emozioni e sentimenti, prestandoli ai miei personaggi.

Come è stata la genesi del tuo romanzo?    
Inizialmente c’è stata la necessità di descrivere il grande sentimento che da sempre mi unisce ai miei quattro nonni. Volevo raccontare di quel legame tra nonni e nipote e, contestualmente, raccontare la storia d’amore di questa coppia all’epoca degli anni venti. In realtà, poi, quando ho deciso come organizzare il romanzo, la mia protagonista, Stella, ha preso il sopravvento su tutti. Oltre al suo amore per quei nonni, c’è tanto di lei e della sua evoluzione. 
 
Il titolo porta subito alla mente un ambiente rurale, contadino. Come mai questa scelta?
Un altro particolare o elemento autobiografico che ho prestato a Stella è proprio questo, lì nacquero i suoi nonni, esattamente lo stesso dove nacquero i miei!
 
La dedica del tuo lavoro è per tuo padre... 
Il mio babbo se n’è andato nel 2017, ancora oggi fatico a farmene una ragione, mi manca molto. Conoscendolo, sarebbe felicissimo di avere tra le mani il mio libro. La mia dedica non cancella il mio dispiacere per non avergli detto un “ti voglio bene” in più, tuttavia, lo allevia un po’.  
 
La protagonista del romanzo, Stella, affronta un periodo particolare della sua vita. Anche a te è capitato di dover affrontare scelte e cambi di prospettiva? In generale quando è necessario un cambiamento?
Credo che le nostre esistenze non siano mai statiche. Spesso il cambiamento avviene un poco alla volta al punto da non percepirlo. Altre volte, invece, è drastico e inevitabile esattamente come succede a Stella. Fare una scelta significa andare incontro ad una rinuncia, anche a me è successo. Decidere, cambiare è sempre faticoso sovente doloroso ma, con il tempo, si comprende che ne è valsa la pena. 
   
Stella ama la musica, che nella trama ha un potere magico. Può la musica suscitare sentimenti particolari? Quali?  
Io ho sempre pensato che la musica porti con sé una capacità terapeutica. Ci rende allegri oppure ci invita a piangere, a sfogarci. Indubbiamente questa è magia. Ognuno di noi percepisce la musica in maniera diversa e nessuno ne rimane indifferente. Non conosco nulla al mondo che abbia il suo stesso potere!   
 
Nella vicenda si racconta di un vincolo molto forte, quello con i nonni. Anche per te è stato così? 
Sì, come dicevo all’inizio il mio è stato un legame incredibile con tutti e quattro i miei nonni. Non c’è un solo giorno in cui io non pensi a loro o in cui io non rammenti quegli attimi meravigliosi. Se mi concentro, posso udire ancora le loro voci. Vorrei davvero capitasse anche a me ciò che succede a Stella. 
 
Uno dei luoghi della narrazione è la Normandia? Ha un significato particolare per te?  
Sì. La considero la mia “casa”… e spero lo divenga davvero e presto. Quando sono lì, mi sento veramente felice. È irrazionale, lo so, non ho spiegazioni oggettive, succede e basta.
 
Cosa significa per te scrivere? 
Catapultarmi in un mondo parallelo. Alla fine, sono i miei personaggi che dettano le regole ed è davvero divertente! 
 
Hai altri progetti in cantiere? 
Sto portando avanti il mio secondo romanzo, altri personaggi e altre ambientazioni, tanti sentimenti e intrecci di destini. Spero che possa uscire a fine 2023.     
 
Grazie di aver condiviso le tue riflessioni. 
Grazie a te.
 
 

 La scrittrice Paola Sbarbada Ferrari
 

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