Passa ai contenuti principali

"Hypsas" di Valerio Mello.

 "Hypsas", Edizioni Ensemble, 2024, pagg. 55. "Incontro i morti sui margini dentati delle foglie, ospiti e pietrisco più brillanti - centellinando le veglie, perché i nomi vanno incontro a ciò che si ripete; e il sole di Eraclito è nuovo tutti i giorni. Quieta pulsione di ogni luogo, le acque sono tiepide e danno esile diadema, dolce fissità degli occhi ; morbide sculture sul bianco di parete accolgono corpi liberi"... Pensieri luminosi La raccolta di poesie di Valerio Mello è un percorso immersivo nella natura e del suo potere rigenerante, correlato però anche ad una visione particolare e aulica, quella delle antiche divinità che si trasformano  esse stesse in poesia. Un percorso di parole e immagini che come quadri astratti e simbolici accompagnano il lettore in una dimensione onirica. Ciò che mi ha maggiormente colpito è stato leggere della terra, di alberi, di erba, di pietre secolari che si intersecano nella millenaria conoscenza, con la civiltà del sapere. Una

"Il figlio dell'estate" di Claudia Muscolino


 


 

 Felici Editore, 2022, pagg. 225.


Incipit

"Scesi dalla navetta che dal paese portava fino a Notre-Dame de la Guarde. Feci qualche passo, cercando di abituarmi al vento feroce che soffiava da nord; non andai verso la cappella dove si dirigevano in fretta i turisti. Mi diressi, invece, verso le falesie per guardare giù dallo strapiombo. La temperatura si aggirava intorno ai trenta gradi, ma le raffiche erano fredde, così chiusi la zip della giacca a vento mentre incassavo la testa tra le spalle. Quando arrivai sul punto più sporgente guardai verso il basso. Mi sentii come Hercule Poirot sulla scogliera di Gull Cove; come lui, non avevo mai sofferto di vertigini, tuttavia, quell'abisso, mi fece tremare le gambe per un attimo".

 

Pensieri luminosi 

Nel dizionario etimologico la parola estate significa ardere, accendere, infiammare. Dei verbi che riescono completamente ad evocare l'immagine di una stagione che, come ben sappiamo, porta calore e al contempo conduce la nostra mente a pensare alle vacanze, alla villeggiatura, alla bella stagione appunto. Un periodo che tanti di noi aspettano con gioia tutto l'anno e che viene progettato per tempo. Magari si guardano riviste specializzate sui luoghi di vacanza, oppure si prenota al volo un'offerta last minute. 
Comunque siano le scelte, sta di fatto che questa parola si associa subito a spiaggie, ombrelloni, un mare blu dentro il quale fare delle rilassanti nuotate, lungolaghi su cui passeggiare, o la montagna su cui inerpicarsi e i suoi prati verdi con le vette che si stagliano su cieli tersi. Insomma, luoghi ricchi di sensazioni piacevoli nelle quali vorremmo sempre abitare. Pensiamo ai giorni felici che ci attendono, ma che purtroppo, come le cose belle, hanno anche un termine.
L'estate è quel periodo dell'anno tanto atteso non solo da noi adulti ma anche dai giovani, dai bambini e dagli adolescenti che possono staccare per un po' dallo studio, dai ritmi scolastici e ritrovare quel respiro di libertà e di rinascita che non è solo fatta di cappotti, sciarpe, guanti, berretti finalmente da mettere da parte e che ci rendono un po' impacciati in inverno, ma è anche ritrovare una leggerezza mentale, un pensare con spensieratezza a tempi più diluiti, ad albe che portano in sè già quel desiderio di vivere una giornata briosa, a tramonti che si attardano in giorni che sembrano non voler finire mai. 
E poi c'è quella cura dell'ozio, il cosiddetto "dolce far niente" nel quale ci crogioliamo durante la nostra desiderata vacanza e senza nessun senso di colpa.
Estate anche come occasione per andare a trovare i parenti che abitano magari (fortunati loro) in un borgo pittoresco con le sue viuzze, i piatti tipici da gustare, i ritmi lenti.
Se si pronuncia la parola estate i visi si distendono magicamente, si è più felici, spensierati, serafici.
Tutte queste sensazioni serene le vuole ritrovare anche il protagonista adolecente di questo romanzo che, nell'estate del 1983, con la sua famiglia fiorentina torna a casa della nonna in Sicilia, come consuetudine.
Ma quell'estate fatale inizia con il piede sbagliato. Infatti a causa di un inconveniente arrivano già a fine luglio. Il suo unico pensiero è di recuperare quanto più possibile il tempo perduto e ritrovare l' "amico estivo" Fabio, originario di Roma che come lui trascorre dai nonni siciliani la sua vacanza. Si erano lasciati l'estate precedente con la solenne promessa di lanciarsi da un alto promontorio (non più dallo Scogliaccio che misurava "solo" tre metri di altezza) e fare il tuffo più importante di tutti, quello che valeva una vita intera, il più significatico della propria "carriera" di tuffatori.
Nel giro di qualche ora viene a scoprire che il buon Fabio aveva già intrapreso il tuffo dei tuffi senza aspettarlo per condividere un momento topico così significativo. Sentiva infatti che quell'esperienza avrebbe avuto un'importanza fondamentale in quel periodo della sua vita, ne aveva bisogno come l'ossigeno per respirare. 
Sente così del risentimento nei confronti del suo amico; lo osserva mentre chiacchiera con altri ragazze e ragazze del posto con un'aria soddisfatta; non sembra quasi più un ragazzo ma un uomo ora. 
Il protagonista si sente in qualche modo escluso da tutto questo e si rinchiude nella sua solitudine a casa della nonna. Si sente come la definizione che ho dato prima dell'estate: è infiammato, arde di gelosia per quello che Fabio era diventato, e ne era sicuro, grazie al quel tuffo che non aveva voluto condividere. Perchè gli aveva fatto questo? Proprio lui che nelle estati precedenti gli aveva svelato tutti i segreti per essere concentrati e spiccare il volo dallo scoglio e tuffarsi senza farsi male.
Comunque si ritroveranno dopo qualche giorno e Fabio lo accompagnerà sull'altura da cui spiccare il salto e arrivare giù nel blu del mare.
Si sente pronto, non ha paura, vuole solo affrontare quella sfida con tutte le sue forze. Si tratta di pochi secondi che sembrano un'eternità. I piedi si staccano dalla roccia, le braccia pronte ad affrontare l'impatto con l'acqua, il corpo fremente di felicità. 
Ci è riuscito e con la coda dell'occhio, per una frazione di secondo, vede anche Fabio raggiungerlo in acqua. 
A partire da questo avvenimento la vicenda prenderà una piega del tutto sorprendente e le cose non saranno come sembrano.
Il protagonista, sua sorella Rita e i suoi genitori tornano a Firenze ma proprio quando sta per ricominciare un nuovo anno scolastico viene rimandato in Sicilia. Dovrà perentoriamente abitare dalla  nonna per un anno intero e frequentare la scuola del luogo; inoltre dovrà prepararsi come figurante alla festa votiva di sant'Alfio, perchè così aiuterà il padre colpito da una grave malattia. Ma il protagonista oppone il suo no a questa scelta secondo lui così scellerata e irrazionale, accusando i genitori e i suoi parenti  di credere a sciocche superstizioni. Però alla fine delle discussioni accetta, perchè è ancora un ragazzino e le scelte degli adulti non si possono contestare più di tanto.
Tutto questo in realtà è messo in atto per proteggere lo stesso protagonista da un episodio gravissimo che lo ha coinvolto personalmente, ma di cui sembra non ricordare nulla.
Quando diventerà adulto ciò che è accaduto quell'estate tornerà a galla un po' alla volta e i tasselli ricostruiranno una realtà dalla quale sarà profondamente scosso e che segnerà, suo malgrado, tutta la sua esistenza.
Il romanzo di Claudia Muscolino, vincitore del premio letterario "Qulture ti pubblica@Una ghirlanda di libri" (2021) è avvincente e mi ha appassionato molto durante la lettura; nasconde in sè dei misteri, a partire dal nome del protagonista che vi sfido a trovare.
Inoltre la vicenda sottende ad un'altra storia più dolorosa e triste che si allaccia al legame amicale fra il protagonista e Fabio. Un legame il loro che poteva essere come quelle tantissime amicizie estive che avvampano d'estate, ma come un fuoco fatuo sono destinate a sfaldarsi velocemente. Negli anni Ottanta del Novecento infatti non c'erano i telefonini, internet, la posta elettronica e quindi il detto "via dagli occhi e via dal cuore" calzava a pennello. Invece il protagonista sperava di ritrovare Fabio e il suo mondo con cocciuta speranza.
Quel mondo dei tuffi rappresenta il passaggio per diventare grandi, superare le paure di  bambini che entrambi non volevano più essere. Ho trovato questa metafora molto interessante e poetica, così come il narrare in prima persona di un quindicenne che poi diventa uomo dal punto di vista di una scrittrice, di una donna. Una dicotomia interessantissima perchè anche la stessa scrittrice in qualche modo si tuffa da uno scoglio alto, mette in noi lettori tutta la sua fiducia e si lascia andare al nostro giudizio; un tuffo simbolico anche nei suoi ricordi, in quella Firenze frizzante di rappresentazioni cinematografiche, teatrali, di musica, di locali in cui trovarsi a ballare e ascoltare canzoni che hanno fatto la storia. Un giudizio, a parer mio, positivo perchè ho trovato in lei una grande capacità di immedesimazione e di fare memoria vivida in tempi e luoghi che sono appartenuti anche  a lei. Una specie di narrazione catartica, fatta di ricordi, emozioni, vissuti.
Anche il protagonista verrà coinvolto dai suoi tempi, ma in qualche modo con un movimento brusco vorrà sempre accantonare e il suo carattere schivo accentuerà in lui la drammaticità di quell'accadimento destabilizzante. Desidera sì l'amicizia di Fabio, ma la desidera in funzione di quella promessa da mantenere e per nulla gli importa di altre amicizie, se non una che avrebbe ricordato per tutta la vita con tenerezza nostalgica. 
Una nostalgia che lo pervade sempre nel suo cammino nell'esistenza che però non vive da protagonista, nonostante lo sia nel romanzo; è come una comparsa che osserva il padre ammalarsi, la sorella sposarsi, la madre soffrire, le poche amicizie scomparire. Sembra in qualche modo eludere i sentimenti; ha paura del mondo, ma in realtà ha paura di sè stesso, dell'amore che potrebbe provare. Per tutta la vita dovrà fare i conti con i rimorsi che lo scuoteranno anche se lui non lo ammetterà mai. 
L'autrice traccia con penna introspettiva e sensibile anche le personalità di altri attori della storia, che sembrano regalare al protagonista piccoli pezzi di vetro a formare uno specchio nel quale lui possa rispecchiarsi, ma ogni volta ci rinuncia e allora preferisce guardare un abisso che suscita vertigine, ma che gli ricorderà, divenuto adulto, per sempre quel tuffo di tanti anni fa.

 

La mia lampada ha illuminato questa frase:
"Com'è strano ripercorrere le strade della propria esistenza. C'è chi lo fa in punto di morte, quando ormai è affacciato sul balcone che dà sull'abisso. Chi lo fa quando mette al mondo un figlio, perché pensa di dover posare  il proprio bagaglio di vita sulla tavola dell'esperienza e ritiene che sia importante trasmetterlo a chi lascerà seguire le proprie orme in questo mondo insensato. Io le ripercorro perchè non ho niente da perdere. Non rischio nulla, non ho alcunché da condividere: zero rimorsi, nessun rimpianto".
 
 
Gli oli essenziali da utilizzare durante la lettura:
tre gocce di lavanda e tre gocce di basilico da sciogliere nel bruciatore di essenze con candela bianca neutra, per aiutare la mente a rilassarsi e trovare la giusta concentrazione davanti alle sfide della vita.
 
 
Un po' di luce sull'autrice
Claudia Muscolino è una scrittrice italiana nata a Firenze, dove si è laureata in Scienze politiche ed è funzionario della Pubblica Amministrazione. Si è dedicata fin da giovane alla poesia e, in seguito, alla narrativa.
 
 
Bibliografia essenziale
 - "Il drago e le nuvole", silloge poetica (2012);
- "Sciopero!", racconto pubblicato nell'antologia Tagli, 33 scritture, curata da Marco Vichi (2014);
- "A casa per Natale e racconti per tutto l'anno", racconti (2016);
- "Carichi dispersi", seconda raccolta poetica (2017);
- "Viaggi irregolari", romanzo (2018).

 
 
INTERVISTA ALL'AUTRICE
 
Ciao Claudia e benvenuta nel mio spazio letterario. Vuoi parlarci un po' di te?
Grazie Elisabetta per l'invito: sono felicissima di essere qui. Sono nata a Firenze, dove vivo tuttora, laureata in Scienze Politiche. Ho sempre amato scrivere, fin da giovanissima. Il mio primo amore letterario è stato la poesia, passione che ho portato avanti per molto tempo e a cui continuo a dedicarmi. Alla narrativa, invece, mi dedico da circa dieci anni. La scrittura ha sempre fatto parte della mia vita: è una parte essenziale di me. 

Il tuo romanzo è dedicato alla nonna che non hai mai conosciuto. Perchè proprio a lei questa dedica?
Mia nonna era nata a Giardini Naxos, vicino a Taormina: tutto quello che so di lei mi è stato riportato, dal momento che è venuta  a mancare prima che io nascessi. Mi è sembrato curioso, in una giornata di qualche anno fa, ascoltare una conversazione in cui due persone parlavano delle loro vacanze estive giovanili trascorse proprio in quella località. Questi due fatti - del tutto indipendenti fra loro - hanno continuato a girare nella mia mente per molto tempo, finchè ho deciso di visitare quei luoghi dove non ero mai stata e cominciare a scrivere "Il figlio dell'estate". Forse, la nonna ha avuto un modo tutto suo di raggiungermi e così ho voluto dedicarle il mio secondo romanzo. 
 
Le pagine del tuo scritto sono costellate di ricordi musicali, in particolare i Pink Floyd, culturali-letterari come il filosofo Nietzsche con "La nascita della tragedia", "Martin Eden" di Jack London e tanti altri ma anche luoghi come Berlino e la Normandia. Questi artisti e queste città hanno in qualche modo  influenzato il tuo percorso di vita?
La musica, i libri  e i luoghi dove sono stata e che amo hanno influenzato tutta la mia vita: sono profondamente unita a tutto ciò. Le mie passioni musicali hanno avuto un peso decisivo anche nel mio percorso accademico. 

In che modo le tue passioni musicali hanno avuto un peso decisivo nel tuo percorso accademico?
Devo confessare che ho avuto un amore particolare per la storia del Giappone fin da quando la mia maestra delle scuole elementari mi regalò il libro di Bruckner "Il gran sole di Hiroshima". Ritrovare in David Bowie lo stesso interesse per quel Paese, compresa l'ammirazione per il teatro Kabuki, è stato decisivo per scegliere il mio corso di studi universitari che mi ha portato a laurearmi in Scienze Politiche con una tesi sulla storia del Giappone dalla sconfitta nella Seconda guerra mondiale fino alla guerra fredda e al conflitto in Corea. Un sogno che ho realizzato e di cui vado orgogliosa.
 
Il protagonista assoluto della vicenda è un quindicenne; un adolescente che vive la sua crescita personale negli anni ottanta del Novecento e che ogni estate si ritrova con la sua famiglia in Sicilia per trascorrere le vacanze a casa della nonna. Se provassi un momento a ricordare le tue vacanze di adolescente qual è il ricordo più bello che la tua mente ha trattenuto?
Mentre pensavo a cosa rispondere, mi sono ricordata di quando ballavo sulla musica dei Depeche Mode con gli amici che incontravo al mare. Forse non è il ricordo più bello delle mie vacanze da adolescente, ma sicuramente il più potente.

L'estate è già nel titolo il fulcro a cui ruota attorno la vicenda del romanzo e che rappresenta per il protagonista la libertà. Se dovessi dare anche tu un significato a questa stagione come la definiresti?
Quand'ero adolescente, l'estate significava libertà: potevo uscire con le amiche, leggere quanto desideravo, vestirmi come volevo - soprattutto al mare - e ascoltare musica tutto il tempo! Con il passare degli anni, le sensazioni e le emozioni son mutate e le stagioni sono diventate quasi uno stato mentale: così, l'estate è l'espandersi della luce, l'attardarsi della notte. I momenti liberi si sono ridotti rispetto a quand'ero una ragazzina e sono diventata sempre più consapevole di quanto prezioso sia il tempo che posso trascorrere all'aria aperta, al riposo, e al giorno che si dilata dentro e fuori di me.

Nel romanzo è presente, dimenticata negli anni, una sorta di "capsula del tempo". Se dovessi pensare a quali oggetti metterci dentro tu, per le generazioni future, cosa sceglieresti e perchè?
Una scelta molto difficile, oggi più che mai: penso che lascerei libri e film, musica, foto di panorami, città e opere d'arte, immagini del nostro pianeta scattate dallo spazio affinchè non venga sottovalutata la bellezza di quello che abbiamo, ma anche foto che riguardano guerre e attacchi terroristici. Abbiamo il dovere di mettere in guardia chi verrà dopo di noi, perchè i drammi e il dolore non vengano dimenticati. Purtroppo, l'umanità tende ad avere la memoria corta.

La Sicilia nel tuo libro è una culla di tradizioni, riti e floklore che si perde nella notte dei tempi. C'è un rito o una tradizione a cui hai partecipato o partecipi tradizionalmente?
In realtà, ho scoperto la Sicilia proprio per scrivere "Il figlio dell'estate". Mi sono documentata sia su alcuni aspetti del folklore sia sui riti, processioni comprese, che sono arrivati quasi intatti ai giorni nostri. Chi ha già letto il mio libro e quanti lo leggeranno, avranno modo di scoprire l'importanza di questa ricerca. Ho partecipato solo ad un rito, non per tradizione, ma per curiosità: la Festa della Madonna che si svolge l'otto settembre proprio a Giardini Naxos.

Potresti descrivere il rito della Festa della Madonna a Giardini Naxos?
Ho assistito a questa festa religiosa quando mi sono recata in Sicilia per la prima volta, proprio per visitare i luoghi dove era vissuta mia nonna. La prima coa che mi ha colpito sono state le luci che addobbavano le strade: la vita in città non ci prepara a rivivere le atmosfere di queste celebrazioni. Sembravano addobbi natalizi collocati fuori contesto, ma non erano affatto stonati.
Fin dal pomeriggio, ho percepito un'aria di attesa: la gente che usciva per strada già elegante per recarsi a Messa - mentre io tornavo dalla spiaggia - le immagini sante esposte come bandiere alle finestre e ai balconi. Una sorta di viaggio nel tempo che mi reso più facile immaginare l'aria che si respira durante questi eventi. Questa esperienza, inoltre, è stata importante perchè il protagonista del mio romanzo si trova, suo malgrado, a essere parte attiva in uno di questi riti.
La sera, poi, la religiosità solenne si è unita a una vera e propria festa di fine estate. La statua della Madonna è stata trasportata attraverso le strade della cittadina e, una volta terminato il sacro percorso, tutti quanti si sono recati ad un concerto in piazza Municipio. Insomma, sacro e profano.
 
Nel momento più difficile della sua esistenza il protagonista avverte la presenza, seppur in maniera confusa, di qualcuno che entra in contatto con la sua anima e che chiamerà "angelo custode". Credi anche tu in questi segnali in qualche modo particolari?
Sì, sono convinta che la nostra interiorità possieda le opportunità e le occasioni per comunicarci quello che dobbiamo risolvere, o che abbiamo in sospeso, con noi stessi e con gli altri. Non sono credente, ma ritengo che il nostro animo cerchi sempre di aiutarci: il problema è che non riusciamo sempre a dargli lo spazio che merita, oppure non siamo capaci di ascoltarlo.

Nei ringraziamenti finali affermi che nel tuo libro c'è David Bowie; in che senso il Duca Bianco accompagna la tua penna?
David Bowie è parte fondamentale della mia vita, fin da quando ero bambina: per essere più precisa, da quando ho visto per la prima volta la copertina di "Alladin Sane". Ho riversato questa "dedizione" su Rita, la sorella del protagonista, mentre lui è un fan dei Pink Floyd. Come accennavo prima, la musica e David in particolare, hanno influenzato tutta la mia esistenza e il mio corso di studi. Il Duca Bianco ancor oggi è accanto a me in tutto quello che scrivo, sempre, in modo più o meno palese.

Hai altri progetti in cantiere?
Sto terminando una sceneggiatura teatrale ispirata ad un mio racconto scritto anni fa e sto pensando a un prossimo romanzo. I personaggi hanno l'abitudine di arrivare alla mia porta con il loro carattere, le loro abitudini e la loro personalissima storia da raccontare: in questo periodo, sto cercando di capire chi è che sta... "bussando!" 
 
Grazie per aver condiviso le tue riflessioni 
Grazie a te Elisabetta e a tutti voi! Se volete sapere qualcosa in più su di me e curiosare tra i miei libri, vi consiglio di vistare il mio sito:
www.claudiamuscolino.it




La scrittrice Claudia Muscolino






 

 


 

 

Commenti

Post popolari in questo blog

"Silenzio imperfetto" di Riccardo Tontaro.

Funambolo edizioni, 2023, pagg. 128.   Incipit "Mai una parola, con nessuno. Ha un sorriso per tutti, ma mai una parola. É il silenzio vivente, dove la metti sta, zitta, come una pietra ben levigata, sommersa dall'acqua di un torrente. Legge sempre, ogni tanto scappa con un paio di libri in borsa, ma o torna subito o la ritroviamo qui vicino. A parte questo, non combina più fesserie, non fa mai danni. Queste alcune delle parole che ascolto ma non sento. Sono quelle che gli infermieri dicono al  mio nuovo dottore, arrivato qui da poco".   Pensieri luminosi  Anni fa ebbi una bellissima esperienza come insegnante di sostegno in una scuola dell'infanzia. Incontrai un bambino che non parlava, chiuso in sè, spesso a braccia conserte ma insolitamente curioso di osservare il paesaggio di là dal vetro. Quando entravo in aula il suo viso era sempre rivolto alla finestra da dove si poteva osservare un bellissimo paesaggio collinare: alcuni alberi in lontanza a formare un piccolo

"Una carezza all'improvviso" Francesca Ziliotto.

Historica edizioni, 2023, pagg. 143. Incipit "Anna aveva quell'immagine davanti agli occhi. Era impietrita, non sapeva se chinarsi a raccogliere il mazzo di tulipani che le era caduto dalle mani in mezzo alla strada o continuare a fissare quell'uomo, fermo al semaforo col cane guida al seguito, di fronte a lei. Le ricordava Leonardo, l'uomo che aveva amato per la vita e che, alla notizia che sarebbe diventato cieco entro breve tempo, era misteriosamente caduto nell'Adige e il suo corpo non era mai stato ritrovato".   Pensieri luminosi   Dopo aver terminato la lettura di questo romanzo, ho fatto un salto temporale negli anni degli studi universitari, quando studiavo concetti psicologici e sociologici e fra quelle pagine ho approfondito il significato di empatia, che è quella capacità di captare le corde emotive dell'altro ed entrare così in sintonia, in una sorta di musicalità percettiva per comunicare in modo sentito e per questo gratificante. Fra le pa

"Un cuore di smeraldo in eredità" di Melissa Bentivegna

    Historica Edizioni, 2023, pagg. 220.    Incipit   "Ester Mineo iniziava ogni giorno come un'ospite che entra nel mondo in punta di piedi. Non poteva sapere che quella mattina, un passo dopo l'altro, sarebbe andata incontro a qualcosa di impensabile. Che tutto stesse per finire, non poteva immaginarlo.  Quello era decisamente un giorno diverso". Pensieri luminosi   Si può lasciare un'eredità morale al prossimo? Si possono abbandonare briciole di un bagliore luminoso piuttosto che un gioiello, simbolo di unità, di completa fiducia nell'altro? Il romanzo della scrittrice Melissa Bentivegna risponde affermativamente a questi interrogativi, perchè tra le pagine della storia che racconta cresce, come un fiore nel deserto, il valore incommensurabile della vita e di come gli esseri umani possano farne uso, in maniera costruttiva o distruttiva, donandone in questo caso  un contorno qualitativo importante che ha i connotati della giustizia, del coraggio, della fidu