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"Case rosse" di Alberto Coco

  LuoghInteriori editore, 2023, pagg. 216. Incipit "Sono inginocchiato nel sedile posteriore della Fiat 1100 color verde oliva di papà. Mia sorella Olga si è sistemata al mio fianco nella stessa posizione. Attraverso il finestrino guardiamo l'ingresso del civico 9 di viale Monza. Mamma si è fermata a parlare con le cornacchie allineate davanti al portone d'ingresso. Stringe mani, abbraccia, si asciuga le lacrime. É un addio, il mio primo addio. Non so bene cosa sia.  Papà mi ha spiegato che è un saluto che fai quando poi non ti ti vedi più per tanto tempo. Mi farà male, ne sono sicuro. A me fa già male il ciao che dico a Dante la sera. Sembra far male anche a mia sorella: ha il labbro inferiore che tremola come un budino alla fragola. Se piange lei - lei che non piange mai - io piangerò almeno il doppio. L'addio mi riempie di vuoto, mi strige la gola con un nodo". Pensieri luminosi Vi è mai capitato di ascoltare una canzone e fra un ritmo e l'altro la mente ap

"Un incantevole aprile" di Elizabeth von Arnim


 

Titolo originale: "The Enchanted April".

Traduzione di Luisa Balacco.

Casa editrice Bollati Boringhieri, 1993, pagg. 234.

 

Incipit

"Tutto ebbe inizio in un club per signore di Londra, un pomeriggio di febbraio - il club era modesto e il pomeriggio deprimente - , quando Mrs Wilkins, giunta da Hampstead per fare acquisti, dopo aver pranzato al club di cui faceva parte prese il Times da un tavolo della sala fumatori e, scorrendo con occhio distratto la colonna degli annunci personali, vide questo annuncio: per gli amanti del glicine e del sole. Piccolo castello medievale italiano sulle coste del Mediterraneo affitasi ammobiliato per il mese di aprile. Servitù inclusa. C.P. 1000, The Times".

 

Pensieri luminosi 

In un grigio pomeriggio invernale londinese degli anni venti del Novecento, l'emotiva e repressa Mrs Wilkins legge con curioso interesse e sguardo sognante un annuncio sul Times in cui si affitta, per il mese di aprile, un castello sulla riviera ligure. Proprio da quell'immagine così romantica e come direbbero gli inglesi "molto pittoresca" parte una vicenda alla superficie banale ma che invece racconta molto di più. 
In questa donna il desiderio di raggiungere quel luogo, che assume le caratteristiche dell'esotico e del misterioso, seppur nel non tanto lontano continente, diventa la sua priorità e in qualche modo lo idealizza e si vede come in una visione già proiettata fra il mare azzurro e i glicini in fiore. Tanta è in lei la voglia di placare quella sua sete di cambiamento e l'urgente abbraccio che ormai il marito si è dimenticato da tempo di donarle. I giorni nel suo quartiere inglese sono sempre grigi, l'inverno è ancora lungo e la pioggia dà il tormento. Si sente sopraffatta da una grande energia interiore. Ascolta e accoglie un sentimento che è quasi vicino alla gioia; non lo mette da parte come qualcosa di disdicevole. Si sente pronta come non mai a buttarsi anima e corpo in un'avventura vacanziera, che ne è sicurissima, la cambierà per sempre perchè è cio di cui ha bisogno in quel momento e in quel periodo della sua vita; e anche se ad un certo punto quel posto al sole avrà il suo termine, ne troverà giovamento fin dal momento in cui l'ha solo pensato. Ma come fare per le ingenti spese dell'affitto del castello? Mentre è lì che rimugina vede, tra le stanze del club, un volto conosciuto di un'altra donna, Mrs Arbuthnot dal volto triste e sconsolato (sembra abbia bisogno anche lei di un qualcosa di nuovo si dice tra sè Mrs Wilkins), che abita nel suo quartiere ma di cui non sa nulla. Spinta da quel desiderio impellente chiede senza tanti giri di parole di partire con lei e di dividere le spese. Lo sguardo tra le due donne sembra avere un profilo grottesco, quasi comico, ma entrambe vedono l'una negli occhi dell'altra il desiderio, la passione di un gesto, quel sì pronunciato sommessamente ma che grida forte nel loro cuore. A loro si uniscono altre due donne: Mrs Fischer, una vedova sessantenne legata fortemente alle tradizioni secolari di una Londra vittoriana ormai al tramonto e Lady Caroline, giovane ragazza di nobile stirpe ma annoiata del suo mondo fatto solo di apparenza e bellezza che in qualche modo detesta; è troppo bella, di una bellezza quasi accecante e tutti gli uomini vedono in lei solo quel suo aspetto esteriore e non è più in grado di tollerarlo. 
Questo gruppetto così particolare parte alla volta dell'Italia, lasciando la vecchia Inghilterra con i suoi giorni freddi e il sole avaro di tepore.
Arrivate nel luogo tanto agognato, il piccolo borgo di San Salvatore, avvolte da una natura rigogliosa, vibrante di vita, lussureggiante e sensuale riusciranno a comprendere il senso della propria vita che è quella commistione di accettazione di sè, di credere in sè stessi, di captare esattamente cosa desiderare e cercare con tutte le forze di ottenerlo. 
Con coraggio, più o meno cosciente, hanno colto la possibilità di  scegliere la felicità e in questo caso è il viaggio nel Belpaese.
La scrittrice Elizabeth von Arnim con penna sicura, introspettiva, a volte sarcastica e sfacciatamente vera, racconta di quattro donne che hanno voluto scrivere un nuovo foglio nel libro della propria esistenza. Si sono poste l'obbiettivo di ricercare e realizzare un obbiettivo: regalarsi dei momenti per sè, individuali, in un certo senso egoistici, perchè funzionali al loro bene imminente.
Ma man mano che la vicenda si sviluppa e mentre i giorni si susseguono, il loro essere per sè si trasforma in un esistere anche per gli altri.
Paradossalmente, il loro voler ritirarsi in un castello isolate dal mondo, le predisporrà invece ad una fruttuosa e sincera ri-apertura verso il mondo; rinasceranno come il glicine a primavera, come le violette nel prato verdeggiante; riassaporeranno un profumo nuovo come le acacie nascoste tra i cespugli del giardino.
Loro non saranno turiste, ma viaggiatrici nell'anima. Si troveranno con loro immenso stupore  ad avvertire un nuovo sentimento sociale e la trama avrà contorni inattesi ma altrettanto rivelatori.
Il romanzo della scrittrice, nonostante i tempi non siano gli stessi, ha una sua certa freschezza e pone sul tavolo interrogativi esistenziali che possiamo tranquillamente porci nel nostro quotidiano vivere: quanto fiducia abbiamo in noi stessi? Che valore diamo alla felicità? Quanto è importante ascoltare la voce del cuore o della ragione nelle scelte della vita? Siamo pronti a cambiare, a trasformarci per il nostro bene?
Le protagoniste hanno scelto di seguire l'impellente battito del loro cuore con una progressione che ha stupito loro stesse per prime. Si sono sentite rinvigorite, avvolte da una frizzante energia che ha tolto  loro quella patina fuliginosa. Nella trama ho visualizzato la stessa Elizabeth e la sua vita avventurosa che, seppur assente nella vicenda ho percepito invece fortemente presente, fra i camminamenti delle merlature del castello, fra i boccioli di rose e narcisi e fra le stesse protagoniste del suo romanzo a cui ha donato un pezzettino della sua vita, da quella più glamour di Lady Caroline a quelle più piccolo borghese di Mrs Wilkins e Mrs Arbuthnot fino allo scampolo di fine epoca vittoriana di Mrs Fischer. 
Questo romanzo l'ho trovato molto efficace; ci accompagna con delicatezza e armonica bellezza in un viaggio fisico ma anche interiore, perchè ci permette di ammirare con trasporto un paesaggio ma al contempo di stupirci di esso, provare quella inaspettata felicità di un tramonto suadente, di una notte stellata, del riflesso della luce fra gli anfratti di un muro di cinta e... ah sono tornate le rondini! Che felicità!



La mia lampada ha illuminato questa frase:
"Si strinse lo scialle intorno come per difendersi, per isolarsi. Non voleva diventare sentimentale, ma qui era difficile non esserlo la notte meravigliosa s'insinuava in ognuno portando con sè, che lo si volesse o no, sentimenti forti, sentimenti che non si potevano controllare, pensieri profondi sulla morte, il tempo, lo spreco; pensieri meravigliosi e devastanti, magnifici e tetri, insieme estasi e tormento, e un desiderio senza fine che spezzava il cuore. Si sentì piccola e terribilmente sola. Si sentì nuda e indifesa. Istintivamente  si avvolse più stretta lo scialle. Con questa cosa di chiffon cercava di proteggersi dall'eternità".
 
 
 
Gli oli essenziali da utilizzare durante la lettura: 
tre gocce di limone e tre gocce di lavanda da sciogliere nel bruciatore di essenze con candela bianca neutra, per ritrovare i profumi mediterranei della costiera ligure e per rilassarsi.
 


 

Un po' di luce sull'autrice

Elizabeth von Arnim, pseudonimo di Mary Annette Beauchamp (Kiribilli Point, 31 agosto 1866 - Charleston, 9 febbraio 1941) è stata una romanziera inglese nata in Australia. Nacque da una famiglia della borghesia coloniale inglese di Sidney. La sua carriera di scrittrice iniziò nel 1899 con la pubblicazione de "Il giardino di Elizabeth". Il romanzo ebbe un immediato successo e fu ristampato più volte. Trascorse gli ultimi anni della sua vita in europa tra la Svizzera e la Costa Azzurra. Nel 1936 pubblicò la sua autobiografia e, allo scoppio della seconda guerra mondiale si trasferì definitivamente negli Stati Uniti.


 

Biografia essenziale
- "Il giardino di Elizabeth" (1899);
- "La storia di Christine" (1917);
- "Uno chalet tutto per me" (1920);
- "Vera" (1921);
- "La fattoria dei gelsomini" (1934);
- "Mr Skeffington" (1940) da cui è stato tratto un film del 1944 di Vincent Sherman.
 
 
  
 
 La scrittrice Elizabeth von Arnim


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