Passa ai contenuti principali

"Hypsas" di Valerio Mello.

 "Hypsas", Edizioni Ensemble, 2024, pagg. 55. "Incontro i morti sui margini dentati delle foglie, ospiti e pietrisco più brillanti - centellinando le veglie, perché i nomi vanno incontro a ciò che si ripete; e il sole di Eraclito è nuovo tutti i giorni. Quieta pulsione di ogni luogo, le acque sono tiepide e danno esile diadema, dolce fissità degli occhi ; morbide sculture sul bianco di parete accolgono corpi liberi"... Pensieri luminosi La raccolta di poesie di Valerio Mello è un percorso immersivo nella natura e del suo potere rigenerante, correlato però anche ad una visione particolare e aulica, quella delle antiche divinità che si trasformano  esse stesse in poesia. Un percorso di parole e immagini che come quadri astratti e simbolici accompagnano il lettore in una dimensione onirica. Ciò che mi ha maggiormente colpito è stato leggere della terra, di alberi, di erba, di pietre secolari che si intersecano nella millenaria conoscenza, con la civiltà del sapere. Una

"Io... sono stata amata", storia di un viaggio possibile di Antonella Pieri.


Edizioni Grafikamente, 2020, pagg. 206.


Incipit

"Oggi è una bellissima giornata di sole, il mare in questa stagione è una meraviglia. La sua bellezza merita di essere guardata e apprezzata in ogni stagione, e per noi che abitiamo a pochi chilometri, avere la possibilità di poter venire qui a giocare ogni volta che lo desideriamo è una ricchezza enorme.
Ai bambini piace il mare... penso che Deepthi abbia con esso un legame ancestrale. La scienza ritiene che la vita si nata dal mare, e che, grazie a ciò, possa esserci davvero, tra questo elemento primordiale e gli esseri viventi, un legame profondo e grande. Per la mia bimba è sicuramente così".


Pensieri luminosi
 
Avete mai sorseggiato il tè dell'India, in particolare quello proveniente dal Darjeeling?
É una città che si trova nel Bengala Occidentale, alle pendici dell'Himalaya, a più di duemila metri di altezza. In  questa zona si produce il più raffinato e prezioso dei tè neri; viene definito addirittura lo "Champagne del tè". Da lì si possono ammirare enormi distese di piantagioni di questa bevanda, che sono strutturate in giardini con una loro certa autonomia di coltivazione e produzione. Le piante di tè vengono raccolte ogni anno nel mese di marzo, in cui ha luogo la primissima raccolta. I germogli si raccolgono con molta cura e dedizione. Questo è il primo tè di prima scelta, raffinato e leggero al contempo; rilascia un profumo e un gusto speziato e dalle fresche sfumature vegetali ed è consigliabile degustarlo senza l'aggiunta di zucchero o altro, per assaporare al meglio le caratteristiche dei suoi aromi raffinati.
Ho iniziato in maniera insolita per riflettere su questo libro perchè,  come la cura per la produzione del tè ha necessita di giuste attenzioni per arrivare ad ottimi livelli, così il prendersi cura tra persone è un percorso che prevede premurosi modi di agire.
L'atteggiamento empatico si sviluppa maggiormente nella relazione, in quella particolare simmetria comunicativa tra una madre e una figlia, nello specifico in questo libro.
Le parole di Antonella Pieri nel suo scritto si fanno profondo ascolto, comprensione, disponibilità nei confronti di sua figlia adottiva Deepthi.
Entrambe hanno rielaborato l'io e il tu, il tu e l'io in una progressiva melodia linguistica che le ha portate nel tempo e nello spazio, in un  continuo rincorrersi di flash back esistenziali toccanti e fondamentali per la loro vita: le hanno portate dal mare dell'Emilia Romagna alle alte vette indiane. Si sono lasciate attraversare, hanno lavorato insieme, in un certo senso come le donne indiane che raccolgono i germogli di tè per un fine comune: trovare radici per raccogliere frutti. Hanno agito insieme, lasciandosi però degli spazi in cui ciascuna poteva riflettere e mettere in tasca emozioni da ricordare. Entrambe in quel viaggio lontano, in modi e tempi diversi, hanno cercato di dare vita ad un dialogo esistenziale pregno di sostanza, disquisizioni interiori per Antonella e immediatamente più istintivo di silenzi e sguardi per Deepthi. Sono diventate l'una per l'altra educatrici nel camminare passo passo e hanno accompagnato il loro desiderio d'amore di sapere e conoscere la genitrice indiana che avrebbe forse messo nel giusto ordine le loro emozioni e il loro essere nello ieri, nell'oggi e nel domani. Ho scorto, tra le parole riflessive e umanissime di Antonella, un profondo desiderio di valorizzare le capacità di Deepthi, per essere da sprone e farla diventare forte per sè stessa, pronta a mordere l'esistenza.
Entrambe si sono sentite cariche per affrontare, qualche anno fa, il cammino in quell'India che poteva sanguinare o regalare dolci ricordi. Il loro "viaggio della vita" le ha portate alla ricerca di una verità, alla scoperta delle radici, ad un ri-nascere. Deepthi è nata due volte: scoprendo chi l'ha messa al mondo e vedendo il suo inizio di essere umano è diventata libera, scoprendo e facendo pace con le prorie emozioni e fragilità ha dischiuso qualcosa di importantissimo. Antonella stessa è rinata perchè ha lasciato andare le sue paure di madre e ha visto nella madre naturale di Deepthi gli stessi occhi amorevoli nonostante tutto, nonostante le cose fossero cambiate. 
Il viaggio di Antonella e Deepthi, ma di riflesso anche di chi stava a casa ad attenderle, il marito Alvaro (con cui ha condiviso anche il lungo peregrinare burocratico per le adozioni) e l'altra figlia adottiva Baishakhi, diventa anche il viaggio di ciacuno di noi quando ci incamminiamo alla ricerca delle sfumature della nostra esistenza, di risposte ai nostri perchè, di dare un senso al destino.
Nel viaggio delle emozioni c'è anche tanto spazio per i paesaggi indiani, tra quelli più contradditori e tragici come Calcutta, così immensamente povera mista a brandelli di felicità, ai tramonti e alle albe hymalaiane che regalano serenità e pace e anche per visi di   donne e uomini indiani, che nei loro occhi svelano la grandezza e la loro intima dignità. Nel Darjeeling Antonella e Deepthi hanno atraversato tristezza, dubbi, perplessità, ma hanno potuto trovare risposte ai loro perchè che insistentemente bussavano alla porta di casa a Cesena e si sono, a migliaia di chilometri, disvelate in amore che è diventato "bene" in incontri memorabili.
Lascio a voi scoprire altri tantissimi semi seminati in questo libro pregno di sensazioni e del valore di essere madre che dona tutto di sè con  perseveranza e che, come avrete capito, è una storia vera e che ha vinto il Premio Letterario Angelo Zanibelli 2021 "La parola che cura", che mette al centro il valore della narrazione come strumento terapeutico e sociale, per sensibilizzare la comunità sui temi della sanità, della salute e della prevenzione .
 
 
 
La mia lampada ha illuminato questa frase:
"Lui è il compagno che riesce a trascorrere felicemente il suo tempo libero senza dover stare con me ad ogni costo, ma che, al tempo stesso, riesce a sentire la mia mancanza più di ogni altra cosa. Lo stesso è per me. Io non sono la sua metà e lui non è la mia, però siamo due "interi" che insieme riescono a fare la "macedonia" più buona e gustosa del mondo".
 
 
Gli oli essenziali da utilizzare durante la lettura:
tre gocce di sandalo e tre gocce di ylang ylang da sciogliere nel bruciatore di essenze con candela bianca neutra, per prendere possesso delle proprie emozioni e farle fluire in modo positivo.
 
 
 
Un po' di luce sull'autrice
Antonella Pieri vive a Cesena con le figlie e il marito; lavora nella scuola, da sempre a contatto con i bambini.
 

 
 
INTERVISTA ALL'AUTRICE
 
Ciao Antonella e benvenuta nel mio spazio letterario con il tuo libro "Io sono stata amata", storia di un viaggio possibile. Vuoi parlarci un po' di te?
Che domanda difficile... parlare di me... chi sono?... Sono una persona che si è sentita debole e fragile per un tempo lunghissimo, quando nel tentativo di affermare me stessa all'interno del gruppo finivo sempre per sentirmi diversa, colei che rompeva l'equilibrio diventando molto spesso il capro espiatorio su quale gettare responsabilità indesiderate, prima di capire che se mi fossi adeguata al gregge non mi sarei mai potuta aprire verso nuovi orizzonti e aspettative più interessanti. Tutto questo, prima di realizzare che potevo e dovevo essere orgogliosa della mia capacità di pensare diversamente. Quando ho compreso che il conformismo poteva rappresentare per me una lama a doppio taglio, ho deciso che avrei imparato ad amare me stessa davvero, e che non mi sarei mai più voltata indietro.
Ho una patologia rara, che mi ha avvicinato alla morte in diverse occasioni, ma ho imparato a vedere in "lei" un'amica fedele, colei per la quale ho iniziato realmente ad alzare la famosa asticella e a dare seguito alla parola sofferenza con... resilienza.
Ora ho il coraggio di scegliere dove andare e cosa fare, cosa dire e quando dirla, non ho paura di esprimere me stessa, so di non essere per tutti, ma va bene così. Amo la vita semplice, mi piacciono la campagna e le piccole cose, quelle che riescono a diventare grandi davvero, amo leggere, amo scrivere, amo la mia famiglia e la mia pelosetta, amo il pachwork e tutte le ore passate a realizzare ciò che creo, organizzo laboratori di cucito creativo per bambini e mamme, e vorrei realizzare una biblioteca "differente" per bambini. Vorrei creare per loro quel posto magico dove mi piace vivere. Amo viaggiare e l'ultimo viaggio che ho fatto prima del Covid in India con mia figlia... mi ha dimostrato davvero che nella vita bisogna osare.

Come è nata la copertina e il titolo del libro? Ce ne vuoi parlare?
Sinceramente, la scelta della copertina è dovuta al fatto che, quando entro in una libreria, cosa che amo alla follia, quello che più mi attrae quando guardo i vari libri esposti, senza essere alla ricerca di un particolare titolo o autore, è la copertina e, in modo particolare, quelle in cui c'è una foto... occhi ... uno sguardo. Penso che gli occhi e lo sguardo di una persona dicano davvero tanto. Poi leggo la trama, qualche pagina, ma se vedo un libro con un viso, soprattutto di bimbo/a... quella è la prima cosa che mi attrae verso di "lui". Il titolo per me e la mia famiglia ha un significato davvero particolare.
Noi siamo andate in India alla ricerca di una connessione con il  passato di mia figlia Deepthi, con le sue origini, senza la presunzione di trovare la madre come poi è successo; volevo semplicemente tornare indietro con lei, farle toccare con maggior consapevolezza ora che è più grande e consapevole... la sua terra, nel vero senso della parola, speranzosa che dal di lì potesse scattare qualcosa che la aiutasse a capire davvero chi è... nel suo presente. Poi è successo l'inimmaginabile; abbiamo trovato la madre naturale, ha conosciuto la sua vera storia, e ha capito di essere stata amata... anche prima, in quei nove mesi nel "pancione" e nei pochi giorni in cui aveva vissuto con la madre.
Da qui in poi, la comprensione per lei all'ennesima potenza di essere stata davvero amata, anche prima.... nel suo passato, e ora... nel suo presente.
Questa consapevolezza tanto grande e importante è stata ciò che ha portato a casa, con sè. 
É stata la frase che disse in occasione della nostra partecipazione al programma "Vieni da me" di Caterina Balivo. Disse questo rispondendo ad una domanda che le era stata fatta, e in quel momento mi resi davvero conto quanto fosse importante questa consapevolezza scoperta e acquisita.
E i puntini stanno a dimostrare quanto percorso e sofferenza possa essere stato dietro a questo meraviglioso risultato.
 
Vuoi parlarci della vostra esperienza televisiva?
Quando tornammo a casa dall'India fummo contattati dal quotidiano Il resto del Carlino per un servizio sulla pagina nazionale. Da quel momento alcune emittenti televisive contattarono la redazione per chiedere la nostra disponibilità per la partecipazione a programmi televisivi.
Se fosse stato per me e Alvaro, non saremmo andati da nessuna parte, ma... ripeto, l'anima esibizionista di Deepthi prese il sopravvento, così scegliemmo quello che per noi sembrava il programma più discreto possibile. Ci siamo ritrovati perciò su Rai 1 a "Vieni da me". Non lo conoscevo nemmeno a dire la verità il programma, ma è stata un'esperienza davvero bella. Sono stata contenta soprattutto per Deepthi, a lei piace la "popolarità"; penso sia un modo per provare a riprendersi quell'essere "cool" che non ha mai avuto con i compagni a scuola e nella vita. La sua mancanza di autostima l'ha sempre portata a sentirsi diversa e inferiore, quindi penso che per lei possa essere stata una sorta di rivendicazione personale, un momento di "popolarità" piacevole.

Perchè hai sentito l'esigenza di trasformare la tua particolare esperienza di vita in un libro?
All'inizio doveva essere un qualcosa che avrei donato alle mie ragazze, una sorta di regalo emotivo. Poi piano piano è nata l'idea che potesse diventare un "vero" libro... chi è che non desidera scrivere almeno un libro nella propria vita? Almeno, per chi ama leggere e scrivere... è un desiderio di molti. Poi un giorno lo feci leggere ad Alvaro, mio marito e lui mi chiese il permesso di farlo leggere a un amico editore, così lui... più l'anima eisbizionista di Deepthi, hanno fatto il resto.

Quando hai sentito il desiderio di diventare madre adottiva?
Da sempre, sin da piccola vedevo bimbi da adottare ovunque e il mio sguardo si perdeva lontano. L'ho sempre saputo che sarei diventata una madre adottiva. Giocavo con le Barbie e la mia casa era una piccola cassapanca di viminiche rappresentava evidentemente già allora, la mia idea di una casa country, ma sempre da qualche parte della casa c'era la o il lettino culla per il piccolo bimbo che avevo adottato da un orfanotrofio. Ogni bambola che ricevevo da qualcuno che non fosse mia mamma, proveniva da un orfanotrofio. Ho sempre avuto bambole di colore..., avevo Barbie havayana, i cicciobello di colore... l'adozione ha sempre fatto parte della mia vita, sin da piccola. Quando abbiamo scoperto di non poter avere figli in modo naturale sapevo già quale strada prendere...
 
Ti ricordi il momento in cui le tue figlie adottive ti hanno chiamato per la prima volta? Cosa hai provato?
Non ricordo esattamente quando sia successo, forse perchè tutto era spontaneo nella mia maternità, da non considerarlo un momento poi così tanto diverso da tutti gli altri. Lo ricordo per Baishakhi però; lei ha pronunciato il suo "Mamy" in inglese perfettamente consapevole dell'effetto che avrebbe creato in me. Ricordo l'espressione dei suoi occhi mentre pronunciava per la prima volta quella magica parola... erano occhi da cerbiatto con un sorriso furbino. Non ti dico che sono stata immensamente felice, perchè lo ero da sempre, dal primo momento in cui ho iniziatoad essere per loro... mamma.

Qual'è il ricordo più significativo del tuo viaggio in India e perchè?
Il nostro viaggio è stato denso, davvero tanto, in tutti i momenti del percorso. ma quello davvero significativo all'ennesima potenza è stato il momento in cui Deepthi ha abbracciato per la prima volta la madre naturale. Se ci penso mi commuovo e mi sciolgo tutt'ora. Mi sono sentita felice, felice davvero... e lo dico con le lacrime agli occhi. Per questo mi arrabbio tanto e ci rimango male se mi capita gente ignorante che commenta il post del libro con tanta mancanza di sensibilità. Questo libro è un pezzo di me... e tutto in esso ha un significato... enorme, e abbondiamo con i puntini.

Il tuo libro non è soltanto un viaggio in India con le sue infinite sfaccettature paesaggistiche ma anche un cammino dentro di sè. Può un viaggio essere un percorso nell'anima?
Certo che il viaggio può essere un percorso nell'anima. Per me lo è stato abbondantemente. Ho portato mia figlia in India pensando di aiutare lei, ma alla fine siamo state in due ad aver trovato tanto. Il viaggio è diventato per me un percorso successivamente forse, quando a ritroso l'ho rivissuto per la scrittura del libro. Mi sono resa conto dopo effettivamente di tutto quanto era successo in quelle due settimane in India, alla ricerca di un qualcosa per lei. Ho vissuto quei momenti con tutti i sensi. Conosci il film "Pandora" quando lei, ad un certo punto, dice a lui: "Io... ti vedo?" Ecco, è esattamente quello che è successo a me; ho sentito tutto sulla pelle, ho cercato di vivere ogni momento come fosse parte di me. Non ho solo visto... ho vissuto, non ho solo sentito... ho ascoltato nel profondo del cuore con tutti i sensi attivati e una volta a casa, riflettendo su tutto, rivedendo tutto, sono riuscita a comprendere, elaborare tante cose di me, della mia infanzia, della mia vita. Deepthi ha trovato le sue origini, la madre naturale, io... ho trovato  me stessa.

Cosa ti aspetti per il domani delle tue figlie?
Per le mie figlie mi aspetto quello che mi sono sempre aspettata, quello che dovrebbe essere l'obbiettivo di qualsiasi genitore: la felicità per i propri figli. Le abbiamo cresciute con la speranza e la buona volontà di farne personcine in grado di amare e di farsi amare, nel modo giusto. Abbiamo sempre sperato di poter dare ed essere per loro un buon esempio. La vita è fatta di momenti belli ma anche di quelli brutti; la famiglia accogliente è quella fatta di persone che si amano e che si rispettano, che possono essere anche sostegno nel momento del bisogno, ma è fatta anche di litigi a volte, perchè servono anche quelli per capire che davvero il mondo non è quello di Disney Channel o del famoso Mulino Bianco. La bravura... sta nel risolverli e nell'essere sempre e comunque... resilienti. Questo spero  per loro, che possano colorare il mondo, e che nel loro piccolo lo rendano anche solo un pochino ... più bello.

Hai dei progetti futuri?
Se ti riferisci alla scrittura, spero di sì, io adoro scrivere, è la forma di comunicazione che sempre preferisco, che mi permette di definirmi, di essere davvero me stessa, che riesce a dare il giusto posto alle mie emozioni, ai miei pensieri, è la dimensione di me stessa che preferisco.
Se ti riferisci ad altro, spero di poter realizzare un piccolo grande progetto legato ai libri e ai bambini nella mia nuova casa in campagna. Per il resto posso solo dire che vorrei continuare la mia vita nel modo in cui la sto percorrendo ora. Spero di poter viaggiare e conoscere altri mondi, ma più di tutto... spero di poter sempre guardare il sole del mattino con un sorriso e... di invecchiare, invecchiare nel giusto modo. Vorrei essere una di quelle pazzarelle con le calze spaiate magari e i capelli arruffati, ma di quelle sagge, quelle capaci di colorare e rendere davvero il mondo un pochettino  migliore.

Grazie Antonella per aver condiviso le tue emozioni e auguri per i tuoi progetti!
Grazie a te.




La scrittrice Antonella Pieri

 
Per l'acquisto del libro


 
 
 

 

Commenti

Post popolari in questo blog

"Silenzio imperfetto" di Riccardo Tontaro.

Funambolo edizioni, 2023, pagg. 128.   Incipit "Mai una parola, con nessuno. Ha un sorriso per tutti, ma mai una parola. É il silenzio vivente, dove la metti sta, zitta, come una pietra ben levigata, sommersa dall'acqua di un torrente. Legge sempre, ogni tanto scappa con un paio di libri in borsa, ma o torna subito o la ritroviamo qui vicino. A parte questo, non combina più fesserie, non fa mai danni. Queste alcune delle parole che ascolto ma non sento. Sono quelle che gli infermieri dicono al  mio nuovo dottore, arrivato qui da poco".   Pensieri luminosi  Anni fa ebbi una bellissima esperienza come insegnante di sostegno in una scuola dell'infanzia. Incontrai un bambino che non parlava, chiuso in sè, spesso a braccia conserte ma insolitamente curioso di osservare il paesaggio di là dal vetro. Quando entravo in aula il suo viso era sempre rivolto alla finestra da dove si poteva osservare un bellissimo paesaggio collinare: alcuni alberi in lontanza a formare un piccolo

"Una carezza all'improvviso" Francesca Ziliotto.

Historica edizioni, 2023, pagg. 143. Incipit "Anna aveva quell'immagine davanti agli occhi. Era impietrita, non sapeva se chinarsi a raccogliere il mazzo di tulipani che le era caduto dalle mani in mezzo alla strada o continuare a fissare quell'uomo, fermo al semaforo col cane guida al seguito, di fronte a lei. Le ricordava Leonardo, l'uomo che aveva amato per la vita e che, alla notizia che sarebbe diventato cieco entro breve tempo, era misteriosamente caduto nell'Adige e il suo corpo non era mai stato ritrovato".   Pensieri luminosi   Dopo aver terminato la lettura di questo romanzo, ho fatto un salto temporale negli anni degli studi universitari, quando studiavo concetti psicologici e sociologici e fra quelle pagine ho approfondito il significato di empatia, che è quella capacità di captare le corde emotive dell'altro ed entrare così in sintonia, in una sorta di musicalità percettiva per comunicare in modo sentito e per questo gratificante. Fra le pa

"Un cuore di smeraldo in eredità" di Melissa Bentivegna

    Historica Edizioni, 2023, pagg. 220.    Incipit   "Ester Mineo iniziava ogni giorno come un'ospite che entra nel mondo in punta di piedi. Non poteva sapere che quella mattina, un passo dopo l'altro, sarebbe andata incontro a qualcosa di impensabile. Che tutto stesse per finire, non poteva immaginarlo.  Quello era decisamente un giorno diverso". Pensieri luminosi   Si può lasciare un'eredità morale al prossimo? Si possono abbandonare briciole di un bagliore luminoso piuttosto che un gioiello, simbolo di unità, di completa fiducia nell'altro? Il romanzo della scrittrice Melissa Bentivegna risponde affermativamente a questi interrogativi, perchè tra le pagine della storia che racconta cresce, come un fiore nel deserto, il valore incommensurabile della vita e di come gli esseri umani possano farne uso, in maniera costruttiva o distruttiva, donandone in questo caso  un contorno qualitativo importante che ha i connotati della giustizia, del coraggio, della fidu