Passa ai contenuti principali

"Case rosse" di Alberto Coco

  LuoghInteriori editore, 2023, pagg. 216. Incipit "Sono inginocchiato nel sedile posteriore della Fiat 1100 color verde oliva di papà. Mia sorella Olga si è sistemata al mio fianco nella stessa posizione. Attraverso il finestrino guardiamo l'ingresso del civico 9 di viale Monza. Mamma si è fermata a parlare con le cornacchie allineate davanti al portone d'ingresso. Stringe mani, abbraccia, si asciuga le lacrime. É un addio, il mio primo addio. Non so bene cosa sia.  Papà mi ha spiegato che è un saluto che fai quando poi non ti ti vedi più per tanto tempo. Mi farà male, ne sono sicuro. A me fa già male il ciao che dico a Dante la sera. Sembra far male anche a mia sorella: ha il labbro inferiore che tremola come un budino alla fragola. Se piange lei - lei che non piange mai - io piangerò almeno il doppio. L'addio mi riempie di vuoto, mi strige la gola con un nodo". Pensieri luminosi Vi è mai capitato di ascoltare una canzone e fra un ritmo e l'altro la mente ap

"Lux" di Eleonora Marangoni



 Neri Pozza editore, 2018, pagg. 251.

 

Incipit

"Il giorno in cui gli comunicarono che aveva ereditato una sorgente d'acqua minerale, un vulcano inattivo e una pensione scalcinata su un'isola del Sud dell'Europa, Thomas G. Edwards amava ancora perdutamente Sophie Selwood".

 

 

Pensieri luminosi 
Thomas Edwards è innamorato di Sophie Selwood e lo sarà sempre. La vita però deve continuare, nonostante il periodico ricordo di lei, in una Londra spesso ingrigita che sembra avere bisogno del suo estro creativo come architetto e light designer per essere un po' più luminosa. Dopo la morte del padre e della madre di origine italiana riceve la notizia che un suo zio "sui generis" gli ha lasciato un'eredità: un'isola del Meridione con annesso un vetusto hotel, un boschetto di baobab, un vulcano spento e una sorgente di acqua minerale. Spinto dalla curiosità si reca laggiù con una nuova compagna e il di lei figlio. Si troverà a dover affrontare, durante un fine settimana italico, numerose peripezie e incontrerà personaggi   molto particolari ed indimenticabili che creeranno in lui un vero e proprio terremoto emotivo che lo trasformerà totalmente.
Questo romanzo, già nel suo titolo, pone l'attenzione sulla luce, simbolo di ri-nascita e conoscenza.
Pensando a questa parola mi sono ricordata le pagine storiche che studiavo alle superiori, in particolar modo il Settecento, secolo dei lumi. A quel tempo la luce diventava metafora della ragione, cioè della comprensione, di una schiusura del cervello come mai prima e che, nei secoli precedenti, era rimasto in qualche modo bloccato  nell'oscurità.
Prendendo spunto, almeno in parte da questo assunto, la luce assume un'importanza straordinaria ed è ciò di cui si ha bisogno quando il buio prende il sopravvento, quando ci sentiamo raffreddati, gelati nell'anima oppure, per una sorta di indolenza, viviamo in maniera sfocata l'esistenza.
La luce è formulazione di un'idea, quella lampadina che si accende e che ha fatto leggendariamente esclamare ad Archimede:"Eureka!"; è come uno stato d'animo che ci permette di entrare in contatto con la realtà, condita però di bellezza gentile e di significato profondo e si è felici di ri-trovare, ri- mirare.
La luce rende grazia ai colori, ne delinea le mille sfumature, come in un caleodoscopio; è un'energia che si irradia attraverso i vetri di una finestra, dentro un quadro, attraverso una mano aperta; batte sull'iride umano e ci permette di apprezzare le infinite sfumature della natura.
La luce, dunque, svela le cose; è quel raggio giallo che si intravede metaforicamente dopo un percorso difficile (da qui la frase uscire dal tunnel) e quante volte si sente dire anche "quel bambino è venuto alla luce", in una sorta di ringraziamento di una speranza concretizzata.
La luce è però anche qualcosa di luminoso che nasce dentro di noi e che si irradia a tutto ciò che sta attorno a noi.
Impregnata di questi concetti, la vicenda narrata dalla scrittrice Eleonora Marangoni, ha la capacità di svelare con la luce avvolgente e calda delle terre del sud Italia, un nuovo modo di comprendere, di percepire gli eventi del destino a partire appunto da una luce nuova rispetto a quella inglese, nascosta spesso da nuvole grigie e pioggia e che non si esprime in tutta la sua limpidezza.
Il romanzo è attraversato da slanci poetici ed è fondamentale leggere, durante la narrazione il non detto, quella sottile timidezza di parole, gesti dei personaggi e che impariamo a conoscere da un punto di vista inconsueto: attraverso luoghi ed oggetti che li caratterizzano al meglio.
In questo rimando tra dentro e fuori, tra interiorità ed esteriorità si muove la penna delicata e gentile dell'autrice, nel raffinato e colto sentire che le sussurra ogni suo personaggio, anche quelli secondari.
Nelle atmosfere un po' retrò e in quel nome così ricco di significato che è l'hotel Zelda, mi è sembrato di udire un vecchio grammofono che suonava atmofere dei primi anni del Novecento, in quella natura che cresce rigogliosa ho respirato un'aria pura e vagamente salmastra, in quell'isola senza nome ma nonostante questo con la sua forte personalità, tra gli scogli di un mare cristallino ho sentito sul viso gli schizzi delle onde infrangersi sulla roccia, ma soprattutto ho potuto vedere, tra le stanze dell'hotel ingiallite del tempo tantissime cose.
Tutto ciò per affermare che questo è un romanzo davvero d'atmosfera che passa attraverso una descrizione minuziosa e mai noiosa, perchè funzionale alla narrazione, degli oggetti che acquisiscono spessore affettivo ed è lì che risiedono le personalità dei personaggi. Gli oggetti diventano "stati emozionali" e poggiano leggeri da una mano all'altra, sia che si tratti di un libro, di un portachiavi, di una candela. Essi costuiscono un tesoro, racchiudono la storia di chi li ha posseduti, hanno un'anima. Tramite essi si stabiliscono delle connessioni emotive, spingono alla condivisione, nutrono la socialità, sollecitano a dire. Narrando la storia di ciascuno, dunque, raccontano anche la storia dell'umanità stessa. 
La scrittrice ci conduce a passo lieve dentro atmosfere sospese, dove il tempo e lo spazio sembrano perdere consistenza, fino ad assomigliare a sogni.
Vi invito a prendere il vostro bagaglio leggero e partire. Dovrete solo  lasciarvi andare alle vostre sensazioni e riuscirete a gustare quella pausa di riflessione, riuscendo a percepire quella luce che illumina la vostra vita.
Buona lettura!
 

 

La mia lampada ha illuminato questa frase:
"Mezz'ora dopo, alla loro sinistra, spuntò un assaggio di terra bruna e piatta, che diventò un'isola senza mai smettere di somigliare a uno scoglio. Il vento calò di nuovo, e tutti ripresero a parlare più forte di prima, abbandonando il silenzio un po' di fretta e senza un vero commiato, perchè l'arrivo era ormai vicino e le nostalgie che toccano terra non passano più".
 
 
 
Gli oli essenziali da utilizzare durante la lettura:
tre gocce di limone e tre gocce di geranio, da sciogliere nel bruciatore di essenze con candela bianca neutra, per assaporare le atmosfere agrumate del Mediterraneo e ritrovare la giusta motivazione nella vita.




Un po' di luce sull'autrice
Eleonora Marangoni (Roma, 9 dicembre 1984) è una scrittrice, copywriter e consulente di comunicazione. 
Si è laureata a Parigi in letteratura comparata e dopo diversi anni nella capitale francese si è trasferita a Roma. 

 

Bibliografia essenziale

- "Proust et la peinture italienne", saggio (2011);
- "Une demoiselle", romanzo illustrato (2013); 
- "Proust. I colori del tempo" (2014); 
- "Viceversa. Il  mondo visto di spalle", libro d'arte (2020); 
- "E siccome lei", ritratto su Monica Vitti (2020).

 

 

INTERVISTA ALL'AUTRICE

Ciao Eleonora e benvenuta nel mio spazio letterario. Vuoi parlarci un po' di te, per chi ancora non ti conosce?
Sono romana, nata negli anni ottanta. Ho vissuto a lungo a Parigi, poi a Milano, da un paio di anni sono tornata a vivere a Roma. Ho lavorato per anni come copywriter freelance, e in passato mi sono occupata di grafica editoriale.

Come è stata la genesi del tuo romanzo e perchè la scelta di intitolarlo con una parola latina?
Ho lavorato a Lux quando il mio lavoro era un altro (la copy, appunto). Lo scrivevo ogni tanto, nel tempo libero o cercando di ritagliarmi dei giorni tra un progetto da freelance e un altro.
Per il titolo, cercavo una parola potenzialmente immanente, e trasversale, che potesse tenere uniti i destini di diversi personaggi di nazionalità e storie differenti. Il latino mi è sembrato funzionare.

Ho percepito, tra le pagine del romanzo, quell'arguta ironia, il sottile humor britannico che ho ritrovato spesso nelle mie svariate letture. Ti sei ispirata a qualche autore inglese per il tuo scritto?
Non credo si scriva mai ispirandosi volontariamente a qualcuno. O se lo si fa, si scrivono dei brutti libri! Posso dirti quali sono gli scrittori inglesi che ho letto a lungo e che leggo ancora: Somerset Maugham, Rebecca West, Virginia Woolf, Ivy Compton-Burnett, Julian Barnes, Charles Dickens. Quanto di loro sia finito nei miei libri, questo non posso dirlo.
 
La luce è un tema ricorrente e fondamentale nella narrazione. Se dovessi definirla con una parola che accezione le daresti?
Credo la luce sia una sorta di forza gentile: ci guida senza imporsi, ci accompagna lasciandoci liberi. 
 
La natura nel testo cresce fulgida, rigogliosa e lussureggiante e acquista un po' alla volta molto spazio. Come ti relazioni con essa?
Meno di quanto vorrei, purtroppo! Sogno una vita in mezzo al verde, prima o poi.
 
Nel libro sono nominati e descritti un numero svariato di oggetti. Diventano pegno d'amore, ricordo silenzioso, memoria di un attimo infinito. Che valore hanno per te?
Quello che hanno nel libro: sono piccoli amuleti. Accordare importanza agli oggetti non significa essere materialisti, ma credere che anche le cose, in un certo modo, abbiano un'anima.

Il tuo scritto sembra avere un riconoscibile elemento che ricorda il "realismo magico", che ha influenzato la letteratura e l'arte in genere nella prima metà del Novecento e che ha avuto il suo rappresentante più celebre in Gabriel Garcia Marquez e il suo "Cent'anni di solitudine". Cosa ne pensi di questo tipo di modalità narrativa?
Molti hanno parlato di realismo magico per Lux. Come ti dicevo prima, non è un'influenza cosciente. Marquez è uno scrittore che ho molto amato per Cent'anni di solitudine, meno per altri romanzi. Credo ci sia realismo magico in romanzi che non sono affatto catalogati in quel genere. Forse credo, appunto, al potere degli oggetti e quello dei segni, dei dettagli: ma non so se si chiami realismo magico, appunto.

Nel testo ci sono molti riferimenti alla musica e ad alcuni testi musicali. Com'è il tuo rapporto con la musica?
Non riesco ad ascoltare musica mentre scrivo. Tutto il resto del tempo, praticamente, lo passo con la radio accesa. Normale, credo, che entri in quello che scrivo. Anche se non penso di saper scrivere davvero musica: è una cosa molto difficile, che mi piacerebbe imparare a fare nel corso del tempo.

Il romanzo è ambientato quasi interamente su un'isola del  meridione italiano. Cos'ha secondo te un'isola che il continente non possiede?
Le isole sono spesso indomite. E sono luoghi in cui tutto sembra possibile.
 
I personaggi che si muovono nella storia sembrano in qualche modo rifuggire il presente, ripensando con nostalgia ad un passato ormai lontano ma che, forse, li comprendeva di più. 
Se dovessi pensare ad un'epoca storica del passato, in quale ti piacerebbe essere vissuta?
Ce ne sono tre. Francia negli anni '40, Londra negli anni '50, Roma negli anni '60.
 
Quali sono i tuoi progetti lavorativi futuri?
Sto finendo di scrivere un piccolo libro su una città in cui ho vissuto a lungo, Parigi. Uscirà tra qualche mese, in primavera. 


 
Grazie mille di cuore per aver condiviso le tue sensazioni e arrivederci magari al prossimo lavoro.
Grazie a te.😊

 
 

 La scrittrice Eleonora Marangoni

 
 Per l'acquisto del libro
 
 




 

 

Commenti

Post popolari in questo blog

"Silenzio imperfetto" di Riccardo Tontaro.

Funambolo edizioni, 2023, pagg. 128.   Incipit "Mai una parola, con nessuno. Ha un sorriso per tutti, ma mai una parola. É il silenzio vivente, dove la metti sta, zitta, come una pietra ben levigata, sommersa dall'acqua di un torrente. Legge sempre, ogni tanto scappa con un paio di libri in borsa, ma o torna subito o la ritroviamo qui vicino. A parte questo, non combina più fesserie, non fa mai danni. Queste alcune delle parole che ascolto ma non sento. Sono quelle che gli infermieri dicono al  mio nuovo dottore, arrivato qui da poco".   Pensieri luminosi  Anni fa ebbi una bellissima esperienza come insegnante di sostegno in una scuola dell'infanzia. Incontrai un bambino che non parlava, chiuso in sè, spesso a braccia conserte ma insolitamente curioso di osservare il paesaggio di là dal vetro. Quando entravo in aula il suo viso era sempre rivolto alla finestra da dove si poteva osservare un bellissimo paesaggio collinare: alcuni alberi in lontanza a formare un piccolo

"Una carezza all'improvviso" Francesca Ziliotto.

Historica edizioni, 2023, pagg. 143. Incipit "Anna aveva quell'immagine davanti agli occhi. Era impietrita, non sapeva se chinarsi a raccogliere il mazzo di tulipani che le era caduto dalle mani in mezzo alla strada o continuare a fissare quell'uomo, fermo al semaforo col cane guida al seguito, di fronte a lei. Le ricordava Leonardo, l'uomo che aveva amato per la vita e che, alla notizia che sarebbe diventato cieco entro breve tempo, era misteriosamente caduto nell'Adige e il suo corpo non era mai stato ritrovato".   Pensieri luminosi   Dopo aver terminato la lettura di questo romanzo, ho fatto un salto temporale negli anni degli studi universitari, quando studiavo concetti psicologici e sociologici e fra quelle pagine ho approfondito il significato di empatia, che è quella capacità di captare le corde emotive dell'altro ed entrare così in sintonia, in una sorta di musicalità percettiva per comunicare in modo sentito e per questo gratificante. Fra le pa

"Un cuore di smeraldo in eredità" di Melissa Bentivegna

    Historica Edizioni, 2023, pagg. 220.    Incipit   "Ester Mineo iniziava ogni giorno come un'ospite che entra nel mondo in punta di piedi. Non poteva sapere che quella mattina, un passo dopo l'altro, sarebbe andata incontro a qualcosa di impensabile. Che tutto stesse per finire, non poteva immaginarlo.  Quello era decisamente un giorno diverso". Pensieri luminosi   Si può lasciare un'eredità morale al prossimo? Si possono abbandonare briciole di un bagliore luminoso piuttosto che un gioiello, simbolo di unità, di completa fiducia nell'altro? Il romanzo della scrittrice Melissa Bentivegna risponde affermativamente a questi interrogativi, perchè tra le pagine della storia che racconta cresce, come un fiore nel deserto, il valore incommensurabile della vita e di come gli esseri umani possano farne uso, in maniera costruttiva o distruttiva, donandone in questo caso  un contorno qualitativo importante che ha i connotati della giustizia, del coraggio, della fidu