LuoghInteriori editore, 2023, pagg. 216. Incipit "Sono inginocchiato nel sedile posteriore della Fiat 1100 color verde oliva di papà. Mia sorella Olga si è sistemata al mio fianco nella stessa posizione. Attraverso il finestrino guardiamo l'ingresso del civico 9 di viale Monza. Mamma si è fermata a parlare con le cornacchie allineate davanti al portone d'ingresso. Stringe mani, abbraccia, si asciuga le lacrime. É un addio, il mio primo addio. Non so bene cosa sia. Papà mi ha spiegato che è un saluto che fai quando poi non ti ti vedi più per tanto tempo. Mi farà male, ne sono sicuro. A me fa già male il ciao che dico a Dante la sera. Sembra far male anche a mia sorella: ha il labbro inferiore che tremola come un budino alla fragola. Se piange lei - lei che non piange mai - io piangerò almeno il doppio. L'addio mi riempie di vuoto, mi strige la gola con un nodo". Pensieri luminosi Vi è mai capitato di ascoltare una canzone e fra un ritmo e l'altro la mente ap
Titolo originale: "The painted veil".
Traduzione dall'inglese di Franco Salvatorelli.
Casa editrice Adelphi, 2011, pagg. 234.
Incipit
"Kitty diede un grido sgomento.
Cosa c'è? Chiese lui.
La stanza era al buio ma potè vedere la faccia stravolta dal terrore.
Qualcuno ha tentato di aprire la porta.
Sarà stata la amah, o uno dei boy.
Non vengono mai a quest'ora. Sanno che dormo, dopo pranzo.
Chi altro poteva essere?
Walter, bisbigliò lei con le labbra tremanti.
Gli indicò le scarpe. Egli cercò di mettersele, ma erano scarpe strette, e il nervosismo comunicatogli dall'agitazione di Kitty gli impacciava le dita. Con un ansito d'impazienza lei gli diede un calzatoio, e infilata la vestaglia andò a piedi nudi alla toeletta".
Pensieri luminosi
Nell'apertura di questo romanzo ci troviamo in Cina, in particolare ad Hong Kong negli anni venti del Novecento, durante il periodo coloniale britannico.
In una camera da letto si sta consumando l'adulterio tra Kitty, giovane sposa e Charles Townsend, vicesegretario coloniale inglese.
Improvvisamente il grido terrorizzato della donna interrompe l'estasi amorosa, perchè ha visto chiaramente qualcuno abbassare la maniglia della porta chiusa, per poi desistere. Chi poteva essere? La cameriera? Qualche fattorino che con troppa libertà voleva furtivamente entrare nella stanza per rubare qualcosa? O forse, supposizione drammatica, era suo marito Walter?
Da quel momento, con una serie di flashback, lo scrittore ci catapulta lontano e ci conduce in Gran Bretagna, dove Kitty, giovane ragazza molto bella dell'alta borghesia trascorre il suo tempo tra feste, balli, conoscenze maschili che ambiscono alla sua mano, che lei categoricamente rifiuta. La madre però è sempre presente nel ricordarle che l'orologio biologico incombe e non potrà essere giovane per sempre.
Messa alle strette, anche per l'imminente matrimonio di sua sorella più giovane, decide di sposare Walter Fane, medico batteriologo, che sembra amarla teneramente e profondamente, nonostante il suo essere molto introverso. In lui vede la via per non rimanere zitella e quindi diventa un ripiego.
Queste premesse ci portano ad entrare in una vicenda indimenticabile che ha in sè una scrittura elegante, che pone al centro quesiti importanti, sviluppati con un linguaggio per nulla aulico o ridondante ma semplice e chiaro, mai semplicistico.
Ed è forse qui che sta la sua originalità; lo scrittore con intelligenza e cura narrativa ci offre un vibrante ed ineccepibile scavo psicologico dei personaggi. Valori quali la pazienza, la perspicacia, la sensibilità, l'introspezione che il marito possiede, al contrario Kitty dovrà imparare a conoscere, perchè è proprio in lei che l'autore farà ruotare una vicenda che sembra banale (lui, lei, l'altro) ma che subirà svolte ed evoluzioni inconsuete e quanto mai impreviste.
A questa giovane sposa sarà destinato un percorso complesso in cui dovrà perdersi, crescere, ricomporsi e pensare ad un futuro migliore e diverso.
Insieme al marito dovrà affrontare l'inferno, in quella Cina colpita da una violenta ondata di colera, in un villaggio in cui la morte la si può annusare, percepire come alito sul collo.
Kitty rabbrividisce in questo luogo lontano da qualsiasi realtà conosciuta prima: non più balli, giochi a carte, abiti costosi.
Dovrà un po' alla volta denudarsi metaforicamente, andare alla sua essenza. Vivrà spesso molte ore in solitudine e questo le permetterà di riflettere sul suo modo di essere, di esistere nel mondo che non avrà più i contorni dell'apparenza come il ricordo del suo amante, simbolo di fatua bellezza e gesti impostati, ma vivrà dell'essenza del marito che imparerà ad apprezzare come uomo e come medico, nella sua modesta ma grande bontà.
A Mei-Tan-Fu si scoprirà passo dopo passo un essere umano diverso, nel senso che imparerà dai suoi errori, come del resto ogni essere umano cerca di fare.
Questo luogo di morte si fa anche paesaggio mirabile: i corsi d'acqua nei prati verdeggianti, le dolci colline, i campi coltivati come piccoli giardini, sono illuminati da un sole mistico che sembra permettere alla protagonista di riprendere fiato. La natura riflette il desiderio di contemplarla per avere risposte, avere tempo per decidere, espressione quindi di sentimenti interiori. Inoltre diventa anche concretamente religioso in quel tempio buddista che si innalza verso il cielo e che obbliga quindi a guardare in alto, alzare lo sguardo oltre la morte terrena per apprezzare, nonostante tutto, la leggiadria quotidiana. Ma i tempi bui si devono combattere; ecco allora un piccolo gruppo di suore francesi, con la stupenda figura della Madre Superiora e quella sua immensa carità cristiana, che si dedica nell'aiutare la popolazione che sta morendo come mosche. Kitty rimarrà folgorata da questa figura, dalla quale imparerà a capire come l'amore può avere molte declinazioni, che in lei si traformerà in comprensione, dapprima nei confronti di sè stessa e poi del marito.
Dei tempi lenti caratterizzano la narrazione, ma sono funzionali al processo drammatico e traumatico, direi quasi lacerante, della protagonista nel suo viaggio di redenzione.
Un romanzo che mi ha commosso enormemente, soprattutto perchè ha reso le infinite sfumature dei sentimenti comprensibili, calati nel quotidiano vivere, che ha secondo me un'attinenza formidabile con i nostri tempi, in cui l'incomunicabilità diventa barriera, ostacolo e la riconciliazione diventa una chimera. Ma se la vita è un attimo, perchè perdere tempo prezioso nel farsi del male a vicenda, quando invece è fondamentale ri-prendersi, ri-trovarsi per dare significato al tempo nel tempo?
Queste le domande che lo scrittore sembra porre a noi lettori.
Interessante come nella prefazione Maugham abbia preso spunto, per il suo romanzo, ad una figura descritta dal nostro immenso Dante Alighieri nella Divina Commedia.
"Vorrei chiederle se vuole sposarmi. Kitty lo fissò sbalordita. Mi lascia senza fiato rispose. Non lo sapeva che sono innamoratissimo di lei? Non l'ha mai dimostrato. Sono così goffo e maldestro. Mi riesce più difficile parlare sul serio che per gioco".
William Somerset Maugham (Parigi, 23 gennaio 1874 - Saint-Jean-Cap-Ferrat, 16 dicembre 1965) è stato uno scrittore e commediografo inglese.
Dopo la morte dei genitori fu mandato da suo zio nel Kent. Questo luogo dove trascorse anche gli anni scolastici, si rivelò freddo ed emotivamente crudele per lo scrittore; i suoi compagni lo prendevano in giro per il suo accento francese e per la sua bassa statura. Inolre, nonostante fosse un bambino tranquillo non gli era concesso esprimere le proprie emozioni. La sua infelicità era ai massimi livelli e per questo sviluppò una grande abilità nel fare osservazioni pungenti alle persone che non gli piacevano e questa abilità si riflette anche nei personaggi che popolano i suoi scritti.
Bibliografia essenziale
- "Liza di Lambeth" (1897);
- "Mrs Craddock" (1902);
- "Schiavo d'amore" (1915);
- "La luna e sei soldi" (1919);
- "La diva Julia" (1937);
- "Il filo del rasoio" (1944)
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