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"Prima che sia troppo amarti" di Annalisa Teggi

    Il Timone editore, 2024, pagg. 188.   Incipit "Se l'era cercata. Diana correva al buio pensando ai commenti sul suo necrologio. Non staccava gli occhi dall'unica luce davanti a sé. Aperti h24, un'insegna così anonima di giorno. Arrivarci, presto. Sentiva ancora addosso il fiato di alcol e sudore. Una voce roca era rigurgitata fuori da un angolo della strada. Un'ombra viva, arrabbiata o isterica si era sollevata da terra spalancando le braccia verso di lei. Un forte colpo a terra e una risata cavernosa. La stava rincorrendo?  O era rimasto in quel cantuccio nero di marciapiede?".   Pensieri luminosi Nel vocabolario   la parola "troppo" è sia un avverbio che un aggettivo e in entrambi i casi la definiscono come una quantità eccessiva, qualcosa più  del dovuto, più del giusto.  In definitiva sia che lo si qualifichi come avverbio o aggettivo, "troppo" ha un connotazione negativa e lo si può affiancare allo spreco come quello alimentare; o...

"Terra crudele" di Ann Weisgarber

 

Titolo originale "The glovemaker".

Traduzione dall'inglese di Maddalena Togliani.

Casa editrice Neri Pozza, 2019, pagg. 302.

 

 

Incipit

"Samuel Tyler era in ritardo di quattordici giorni. 
Tornava sempre a casa puntuale. Doveva avere incontrato dei problemi, mi dissi. Il carro poteva essersi rotto. Forse uno dei muli si era ammalato. O era rimasto azzoppato.
Conoscevo Samuel da quando avevo undici anni e lui dodici. Adesso ne aveva quaranta. Eravamo fratellastri. Se si fosse trovato nei guai, si sarebbe aspettato che andassi a cercarlo. Come del resto mi sarei aspettato che facesse lui con me". 


Pensieri luminosi
 
In questo romanzo ci troviamo negli Stati Uniti d'America, nello specifico al crocevia tra le pianure e i rilievi rocciosi dello Utah, nel 1888.
Tra valli e dirupi, tra canyon e polvere sorge il piccolo villaggio di Junction, abitato da qualche tempo da un gruppo di persone, famiglie con bambini, giovani donne, ragazzi e ragazze di origine mormone. Si trovano in questo luogo perchè si sono scissi dalle regole troppo austere del loro credo, decidendo così di formare un altro gruppo indipendente.
Tra le varie famiglie troviamo una giovane coppia di sposi formata da Deborah il cui marito, Samuel Tyler, si è recato in terre lontane per lavoro come riparatore di ruote di carri. Lo sposo però ha fatto sapere per lettera che sta tornando e non vede l'ora di riabbracciarla, dopo tanto tempo in cui sono stati lontani.
Questa storia si basa sull'attesa snervante ed estenuante da parte di Deborah, che è sempre con i sensi tesi ad ascoltare, vedere, sentire che da quel sentiero, che delimita il villaggio, si possa intercettare in qualche modo la anche minima presenza di Samuel.
Passa il tempo e lui non arriva. I giorni trascorrono e come lei mi sono sentita pervasa da un senso di impotenza, in una specie di bolla che non mi permetteva di respirare; lei tratteneva il respiro e iniziava a pensare che qualcosa di pericoloso avesse colpito la vita di suo marito.
La scrittrice con una narrazione affascinante, ci fa entrare nella vita di questa giovane donna che diventa simbolo di un modo nuovo di vedere le cose della vita a quel tempo. Il suo è un volto compassionevole, seppur nel suo essere schiva, modesta ma altrettanto forte e determinata. Una figura di donna che bene si incastra in questo luogo che può essere al contempo sferzante e duro, ma in certi momenti generoso e accogliente. Anche il linguaggio, definito dai dialoghi appare scarno e lascia spazio invece alla descrizione della natura selvaggia, con quei rilievi montuosi irti e pericolosi in cui il baratro è pronto ad inghiottirti in un'infinita discesa senza limiti, con i suoi cieli blu trapunti di stelle, con il suono del vento violento che batte forte agli usci delle case e si insinua tra le fessure, tra quelle finestre in cui traspare la luce di un fuoco acceso, di un camino che arde e riscalda i cuori.
La casa, il nido familiare è un ulteriore modo di leggere questo libro: diventa luogo, rifugio dal freddo della notte ma anche dalla solitudine degli affetti, dalla paura di fuggire, del ritrovarsi insieme, del trattenere, curare, rinvigorire, nascondere, attendere.
Al contempo però questo luogo diventa anche il confine tra dentro (Deborah e Samuel) e fuori (la comunità dei mormoni).
Ma ciò che rende veramente interessante questo romanzo è il desiderio della comunità di lasciare traccia del proprio esistere, soprattutto con le piantagioni di mele così curate e protette da essere un piccolo tesoro prezioso e che per l'autrice rappresentano ancora un simbolo: il rispetto assoluto della natura. A quel tempo la comunità salvaguardava l'ambiente, comprendendo che ogni ruscello, ogni prato, ogni bosco o pianoro, ma anche ogni tempesta, tormenta di neve o bufera di sabbia rappresentavano la presenza di una Suprema Bellezza per tutta Junction.
Deborah vive in questi luoghi dalla purezza disarmante e si sente soddisfatta di ciò che ha realizzato con il suo Samuel. Ma lui non arriva ancora! 
In un glaciale pomeriggio di gennaio qualcuno bussa perentoriamente alla sua porta. Chi potrà mai essere? Davvero è tornato Samuel?
Da lì in poi nuove vicende si susseguiranno e Deborah, suo malgrado, diventerà la protagonista assoluta di una storia fatta di scelte difficili, episodi complessi; il tutto si trasformerà in una piccola epopea come è stata quella del far west (lontano ovest) statunitense.
"Terra crudele" è un romanzo di chi non si arrende nonostante tutto (molto significatica al riguardo la copertina del libro, con quelle mani che stringono in un moto di orgoglio e coraggio) ma al contempo afferra lembi di amore pudico e sincero che scalda l'anima, come quei guanti di pelle, pegno d'amore di Deborah esperta guantaia che accarezzano le mani con tocco delicato.
Interessante la nota dell'autrice che spiega che, nonostante la finzione, il romanzo trae origine da fatti realmente esistiti che lascio a voi scoprire.


La mia lampada ha illuminato questa frase:
" Restammo in silenzio. Continuai a tagliargli i capelli e, davanti a noi, le rocce rosse con le striature bianche brillavano sotto il sole. In certi punti erano aguzze e scoscese. In altri arrotondate ed erose. Non lontano, il ruscello mormorava dolcemente. Uno scricciolo in cima a una roccia levò il capo e cantò. Da un punto a monte del torrente, un altro scricciolo gli rispose". 
 
 
Un po' di luce sull'autrice
Ann  Weisgarber è nata e crsciuta a Kettering, in Ohio. Ha vissuto a Boston, nel Massachusetts, e a Des Moines, nello Iowa. Un suo altro romanzo "La storia personale di Rachel Dupree" è stato selezionato per l'Orange Prize e finalista all'Orange Prize for New Writers nel 2009. Attualmente vive in Texas. 
 
 
Bibliografia essenziale
- "The personal history of Rachel Dupree" (2008 non tradotto in italiano);
- "The promise" (2013 non tradotto in italiano)
 
 

 Per l'acquisto del libro

 

 

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