Guanda editore, 2024, pagg. 213. Incipit "Due anni fa, raggiungendo in auto la costiera amalfitana, in un giorno tiepido e limpido di fine aprile, e passando nei pressi del paese d'origine del mio nonno materno, un piccolo paese della Ciociaria arroccato su un'altura alle pendici di una rupe che sfilava arida e ripida sulla mia sinistra, ho sentitito il desiderio di rivedere i luoghi in cui mia madre - ancora viva in quella primavera di cambiamenti - aveva trascorso parte della sua infanzia e di cui aveva conservato memoria mitica". Pensieri luminosi Quando, qualche anno fa, lessi "L'insostenibile leggerezza dell'essere" di Milan Kundera, rimasi colpita da due parole che lo scrittore utilizzò in un passaggio del romanzo, ricordando il passato di un personaggio, ossia "la memoria poetica", cioè "quella memoria che registra tutto ciò che ci affascina o ci commuove, tutto ciò che rende intensa la nostra vita". È a partire
A cura di Storie di libri, 2021, pagg. 114.
La gioia
"Al mio scrittoio
cinta da pile di libri
cerco adeguate parole
per esprimere fiduciosa
il mio amore per la vita.
Oscilla la penna sul foglio
scrivo ringraziando Dio
per avermi donato
la gioia di vivere".
Pensieri luminosi
La lettura di questa coinvolgente raccolta di poesie della poetessa Manuela Moschin, mi fa fatto attraversare gli innumerevoli meandri della mente come una farfalla leggera, allegra e felice di rincorrere un sogno, una parola gentile, un paesaggio rasserenante, un ideale di bellezza.
Sono stata avvolta da un abbraccio che profuma di bosco, i miei occhi si sono stupiti davanti ad un tramonto acceso, dal sentire nella pelle il trascorrere placido delle stagioni con le sue frementi piacevolezze e i suoi malinconici sapori; portatrici di aspettative, sentimenti, che si rinnovano nel progredire del tempo. Proprio qui sta la magia delle parole scelte dalla poetessa; perchè è nel ri-sentire, nel ri-nascere che tutto diventa vivo, la memoria si fa presente e non perisce mai. Il rinnovarsi della vita con le sue sfumature dolci e amare mette all'angolo i pensieri bui e il passato doloroso diventa pensiero vivificante. Il ricordo diventa linfa vitale, amorevolezza, carezza dolce per l'anima. Non c'è pianto ma immagine di un sorriso, di una genuina complicità. Con penna delicata, intensa ed empatica, Manuela Moschin ci dona il suo essere con umiltà e semplicità di sentimenti. Tutto questo si ritrova in gesti gentili, in quell'aspetto rispettoso, comprensivo, nei riguardi di comportamenti e idee che è la tolleranza, in quell'attitudine, quella disposizione personale che è la pazienza; una qualità questa che si ritrova in diverse poesie e che si manifesta come un atteggiamento coraggioso di fronte alle difficoltà, agli ostacoli, al dolore, alla morte, con spirito sereno e perseverando comunque nelle azioni, accompagnate con una certa tranquilla emotività. I percorsi nell'esistenza non sono facili, ma ecco allora che la riflessiva parola atman si fa mano tesa, diventa cammino che porta alla comprensione di sè, coscienza dello spirito, tocco di vita. I sentimenti quali la gioia, la felicità, la compassione, la resilienza, il valore denso e simbolico della vecchiaia sono passaggi emozionali che acquistano una luminosità pacata, intima, ma che è importante riconoscere, perchè sono momenti, passaggi nella nostra esistenza.
In questa modalità, fra parole e suggestioni così pregnanti, ho sentito il mio spirito elevarsi. Sono entrata in un universo parallelo.
Mi sono trovata dentro ad una bolla trasparente, mentre i canti armoniosi delle cinciarelle si elevavano sopra la mia testa. L'aria profumava di margherite; ho attraversato il fitto bosco, camminato su un arcobaleno variopinto. Ho ascoltato il gorgoglio di un ruscello dalle acque cristalline, ho osservato la luna (di leopardiana memoria) che mi indicava, con la sua luce amica, la strada per ritornare in me stessa.
I versi delle numerose poesie che ho avuto la fortuna di leggere, hanno in sè, quindi, qualcosa di aulico, ma al contempo calate nella realtà di ogni giorno. Il pensiero poetico della poetessa non è chiuso in un eremo dalle alte mura, isolato dal resto del mondo. Ha pensieri sublimi e concretamente terreni, così come lo sono i pensieri di ogni individuo con le sue ferite, le sue solitudini, ma anche le sue speranze, i suoi sogni.
Tutto questo ci fa comprendere quanto sia completo lo sguardo sul mondo da parte della scrittrice. Ne lascia traccia nelle sue riflessioni sulla natura, in particolare anche su quella che definerei attenzione ecologica, ambientalista. La natura infatti è bellezza sublime, ma se non si fa nulla per preservarla e proteggerla è destinata a sciuparsi e sciupare indirettamente la vita dell'uomo. Questo è un pensiero quanto mai attuale. La natura nella sua essenza di paesaggi autunnali, primaverili, estivi, invernali, plasma la vita sulla terra ed è l'origine dell'esistenza.
Nei componimenti Manuela Moschin ha un importante valore anche la presenza spirituale di quel Qualcuno che fa di ogni avvenimento un momento sacro; diventa preghiera, amore, accoglienza dell'altro mentre sta per soccombere nelle sue debolezze, nelle sue povertà.
Ma ciò che rende ancor più originale l'opera dell'autrice è l'aver donato, tra i molti versi poetici, anche quelli all'arte, in particolare a dipinti e sculture.
In questo modo ha realizzato un percorso di poesia nella poesia, perchè un'opera d'arte, come la poesia, è forma di comunicazione sublime.
Come il poeta che, con la sua penna lascia una traccia sensibile su un foglio, così il pittore con il pennello e lo scultore con lo scalpello imprime un sentimento, un'emozione, la potenza di una suggestione su una tela o su un pezzo di marmo.
Poesia e pittura, poesia e scultura sono parti di uno stesso universo che l'autrice in questo suo libro ha stupendamente fuso insieme.
Se volete provare le stesse emozioni che ho provato io nella lettura dei suoi versi, vi invito a leggere il suo libro, perchè sarà una delle esperienze più formative della vostra vita.
Per offrire al lettore un assaggio di quello che andrà a sperimentare, ho realizzato una piccola galleria d'arte di alcune opere (in realtà più di venti) dalle quali la potessa si è lasciata ispirare.
Invito voi lettori, con il prezioso libro tra le mani, a scoprire quali poesie sono affidate alle specifiche opere d'arte, ma anche alle tantissime altre.
Buona lettura e buona visione!
PICCOLA GALLERIA D'ARTE
(1787-1793).
L'opera raffigura Amore e Psiche nell'attimo che precede il bacio; infatti le loro labbra, pur vicine, non sono ancora unite. I loro gesti sono delicati ed espressivi e i movimenti equilibrati. Lo scultore comunica il loro trasporto amoroso in modo misurato, sfumando la loro passione nella tenerezza e in una'affettuosa contemplazione, seppur la sensualità avvolga tutta la composizione.
Il pittore prese spunto dalla vista di Milano che si vedeva dal balcone della casa dove abitava. Si coglie la visione di palazzi in costruzione in una periferia urbana; si osservano ciminiere ed impalcature. Gran parte dello spazio però è occupato da uomini e cavalli, fusi in uno sforzo dinamico. Una celebrazione, quindi, del progresso industriale con la sua avanzata. Sintesi di ciò è il cavallo, inutilmente trattenuto dagli uomini attaccati alle sue briglia.
Angelus è il nome dato al suono delle campane che, tre volte al giorno, invitano i fedeli a recitare una preghiera in ricordo dell'Incarnazione. Proprio quello che stanno facendo i due contadini ritratti che hanno sospeso, per un momento, la raccolta delle patate nei campi e si sono raccolti in preghiera, abbandonando i loro strumenti di lavoro e mettendo le mani giunte.
La ballerina ritratta sta danzando di fronte ad un un pubblico invisibile. In realtà il pittore ha immaginato che lo spettatore fosse in un palco laterale della scena. Questo prospettiva singolare ha permesso all'artista di creare una realtà mutevole, in movimento e che cambia continuamente. Si è coinvolti così in una scena veloce, che sembra cambiare mentre si osserva il quadro e più si immagina che il ballo si compia più la scena si ripete.
In questa opera si può ammirare il Canal Grande di Venezia, nel tratto compreso tra Palazzo Balbi e il Ponte di Rialto. In quest'opera, come in tante altre di questo autore, è il paesaggio a diventare protagonista e la sua importanza sovrasta quella delle figure umane rappresentate.
La tela raffigura una donna assorta profondamente nella lettura di un libro. Di particolare preziosità sono le labbra rosse e brillanti e gli occhi rivolti verso il basso tutti presi da questo mometno per lei così sublime. Il dipinto conserva una splendida freschezza e spontaneità presentandosi all'osservatore con l'immediatezza di un'istantanea fotografica.
L'opera prende il nome dalla sedia su cui è seduta Maria con in braccio il Bambino. Entrambi guardano lo spettatore, ma mentre Maria rivolge lo sguardo dritta, il Bambino sembra osservare verso un punto più lontano. Assiste alla scena San Giovanni, che affiora dallo sfondo e rivolge una preghiera a Maria. In questa torsione del corpo Maria crea un effetto visivo circolare che sembra suggerire il dondolio del cullare.
Questo quadro rappresenta il pittore stesso e la sua amata moglie Bella Rosenfeld, in volo sulla cittadina natale del pittore, Vitebsk, immersi in un'atmosfera di onirica quiete.
(Fonti descrittive delle opere: web)
Compassione
"Attraverso l'empatia si svelano
le radici delle altrui sofferenze.
Soltanto chi le vive nell'animo
può comprenderne il significato".
Manuela Moschin (nata a Mestre, Venezia) è una scrittrice, saggista e poetessa italiana. Laureata in Storia dell'Arte - Conservazione dei Beni e delle Attività Culturali, conseguita presso l'Università Cà Foscari di Venezia, ha anche un blog e una pagina facebook d'arte chiamata "LibrArte" in cui si occupa di Arte e Libri di ogni tipologia.
Possiede una particolare predilezione per l'arte e la letteratura.
INTERVISTA ALL'AUTRICE
Ciao Manuela e benvenuta nel mio spazio letterario. Grazie per essere qui a conversare sul tuo libro di poesie "atman", a cura di Storie di libri. Vuoi parlarci un po' di te?
Cara Elisabetta, innanzitutto ti ringrazio per l'attenzione che hai riservato al mio libro. Inizio raccontando che sono nata a Venezia-Mestre, ma abito a San Donà di Piave, in provincia di Venezia. Fin dai primi anni di studio manifestai interesse per la pedagogia e la psicologia del bambino; infatti mi diplomai come educatrice d'infanzia a Venezia. Per diversi anni le mie esperienze lavorative riguardarono i nidi d'infanzia e per un periodo seguii i bambini con disabilità. Gli studi universitari, invece, furono attinenti alla storia dell'arte, conservazione e gestione dei beni e delle attività culturali, che seguii nell'Università Cà Foscari di Venezia. La passione e l'interesse per il patrimonio culturale sono i motivi per cui dedico il mio tempo libero all'arte e alla letteratura. Frequentando poi le librerie e le biblioteche ho l'opportunità di approfondire alcune tematiche da proporre nel blog LibrArte https//www.librarte.eu, del quale sono la fondatrice. Il sito contiene articoli d'arte, segnalazioni di mostre, recensioni di libri, interviste agli autori e novità in libreria. Adoro visitare i musei e le città d'arte. Mi piace immergermi nelle opere d'arte, cercando di interpretarne i significati. Gli artisti molto spesso esprimono nelle opere i propri stati d'animo e i loro vissuti, dando libero sfogo alla creatività. Osservare un'opera mi gratifica tanto. Smuove le emozioni, donandomi una sensazione di immenso piacere. Mi è capitato diverse volte di commuovermi di fronte ad un dipinto oppure una scultura, soprattutto quando si tratta di opere che sino a quel momento ebbi l'occasione di poter ammirare solo nei libri. L'eccitazione che si prova nel vederle dal vivo è straordinaria. Analizzando un dipinto o una scultura è possibile cogliere un'infinità di sfumature. Avvicinarsi ad un quadro, cercando di esplorare nei dettagli anche le minime pennellate e magari provare a viaggiare con la fantasia, immaginando il pittore nel suo studio, mentre sta elaborando il suo capolavoro, risulta essere un'esperienza entusiasmante. Sono sensazioni stupende ed è ciò che provo quando vado a visitare le mostre, poichè le opere d'arte, custodendo le anime di chi le ha create, sono testimonianze indelebili, in cui il tempo si è fermato e dove avviene la rinascita dell'artista.
La copertina del tuo libro ha qualcosa di ipnotico. Ha un particolare significato simbolico? Inoltre puoi illuminarci sulla scelta di questa parola particolare, atman, che dà il nome alla raccolta di poesie?
La copertina rappresenta l'immagine dell'atman. Mio marito Pedro Lava, che è un artista ed architetto, l'ha creata riuscendo ad interpretare esattamente ciò che avevo in mente. Abbiamo proprio fantasticato immaginandola limpida, come la purezza dell'anima. La copertina è stata concepita nella tonalità del bianco, alludendo alla trasparenza. La figura è una semisfera, che fluttuando nell'aria viene spinta verso l'alto, simboleggiando in questo modo il momento della levitazione.
È quello che si verifica durante la pratica della meditazione, nella quale avviene il sollevamento del corpo umano dal terreno. L'idea di scrivere il titolo in minuscolo si riferisce al significato umile dell'anima. Le sfumature chiare nelle gradazioni argentate, invece, intendono significare il filo che unisce l'anima al corpo. La scelta della parola atman, un termine sanscrito traducibile in anima individuale, soffio vitale, sè e coscienza spirituale, deriva dalla mia passione per gli insegnamenti legati alla filosofia indiana. Il Maestro spirituale Sai Baba parla così dell'atman: "Tu sei l'atman. Tu sei l'immortale, eterna anima. Tutto il senso e lo scopo del tuo corpo consiste nel fatto che tu consegua la conoscenza del Sè, la consapevolezza del Sè. Non ha altro scopo. Solo l'anima può, tramite il corpo, raggiungere la felicità, poichè essa realizza l'atman. Il corpo invece è solo un riflesso". Egli inoltre definisce l'atman: "La scintilla dell'Essenza divina che sostiene ogni essere, l'anima".
Nell'ultima pagina del libro fai un ringraziamento speciale a Pasquale Cavalera. Quanto è stato prezioso il suo aiuto per la realizzazione della tua opera letteraria?
Qui è doveroso essere onesta e chiara, pochè ci tengo in modo particolare a specificare che la sua presenza, in questo progetto, è stata basilare. Pasquale Cavalera è un ingegnere meccanico e uno scrittore per il quale provo una profonda stima. È una persona illuminante, sincera, altruista ed empatica. La sua capacità di persuasione e incoraggiamento sono impareggiabili. Tra noi, da qualche anno, è nato un rapporto di collaborazione e fiducia reciproca. Pasquale amministra con dedizione ed impegno costante il gruppo Facebook Storie di libri, dove io sono moderatrice. Il ringraziamento che ho desiderato esprimere nel libro è un modo per essergli riconoscente, in quanto Cavalera, oltre a curare ogni minimo dettaglio, dall'impaginazione fino all'editing, è l'ideatore della raccolta di poesie e l'autore della prefazione. L'iniziativa sorse proprio da lui che, dopo aver letto qualche mio scritto, mi propose di pubblicare un libro di poesie. È così che è nato atman, grazie a Pasquale Cavalera.
Dopo poche pagine, si trova la dedica della tua raccolta di poesie a tua madre Mirella Alberti con testuali parole: "Sensibile potessa che rincuorava le deboli anime". Che ricordi hai di tua madre?
Ti ringrazio Elisabetta per averla menzionata. Inizierò narrando qualche piccolo ricordo, altrimenti dovrei parlarvi all'infinito. Mia madre morì purtroppo a soli 63 anni. Se lei potesse rispondere sicuramente le farebbe piacere specificare che nacque e visse a Venezia. Ci teneva molto, amava la sua città ed era molto orgogliosa. Ci racconterebbe che lei venne cresimata nella Basilica di San Marco a Venezia dal patriarca Roncalli, che venne poi eletto papa Giovanni XXIII. Lei era una poetessa solare ed estroversa. La dedica che si trova nella prima pagina di atman, dove scrivo "che rincuorava le deboli anime", si riferisce alla particolare sensibiltà nell'aiutare il prossimo e i più deboli. Aveva sempre una parola di conforto per tutti. Durante la stesura della mia raccolta di poesie ho percepito in modo profondo la sua vicinanza.
In questo tuo lavoro ci sono diversi componimenti ispirati alla visione soprattutto di quadri. Qual è stato il dipinto che ti ha fatto conoscere questo mondo straordinario che è l'arte pittorica?
Essendo di origini veneziane e avendo compiuto i miei studi a Venezia, la risposta mi sorge spontanea. È senz'altro Venezia la mia musa ispiratrice, una città d'arte che custodisce tesori inestimabili. Quest'anno, tra l'altro, ricorrono i 1600 anni dalla sua nascita che, secondo la tradizione, avvenne il 25 marzo 421, quando venne posata la prima pietra della chiesa di San Giacometo a Rialto. Il mio dipinto preferito è la maestosa Venezia.
I tuoi versi poetici hanno in sè uno stile meditativo. C'è un luogo particolare che ti permette di sentirti veramente ispirata e lasciarti così andare a riflessioni e sensazioni che si trasformeranno in pensieri profondi?
Da diversi anni pratico yoga e meditazione. Iniziai frequentando alcuni corsi, poi nel tempo imparai ad esercitarmi in autonomia. Inizio la pratica ogni mattina all'alba, leggendo qualche passo tratto da una serie di libri spirituali, dedicati alla crescita interiore e alla spiritualità. Seguo con interesse le filosofie indiane. Terminata la lettura comincio ad esercitare lo yoga, attraverso alcuni esercizi che si concludono con la meditazione, che eseguo con assoluta concentrazione.
In una delle tue poesie esprimi la tua gratitudine agli infermieri e al loro lavoro instancabile, soprattutto in un periodo come questo con le parole: "Fedeli paladini della cura". Cosa ne pensi di uomini e donne che si dedicano con cura e compassione agli altri?
La poesia recita così:
Lode agli infermieri
"D'indole suprema
i fedeli paladini
a curar gli infermi
s'avviano zelanti.
Anime in metamorfosi
soffrono mute
nei lindi camici
scordando gli affanni".
Non vi ho ancora raccontato che lavoro come amministrativa in un presidio ospedaliero, perciò ogni giorno sono a contatto con gli infermieri. Sono persone straordinarie ed instancabili, dotate di un animo sensibile che, grazie alla loro professionalità, si prendono cura dei pazienti con dedizione e competenza. La poesia l'ho dedicata ai miei colleghi per i quali nutro una profonda stima ed una grande ammirazione.
In un altro tuo componimento cogli l'attimo, quel momento magico e terapeutico che è la lettura. Qual è stato il primo libro che hai tenuto tra le mani? Cosa speri di trovare ogni volta leggendo un libro?
Le primissime letture risalgono al periodo dell'infanzia, quindi ci sono una serie di titoli che mi vengono in mente come Cuore, Pinocchio, Piccole Donne, e così via. Poi negli anni mi appassionai di romanzi storici, thriller storici, gialli e libri classici. Ora invece leggo qualsiasi genere, prediligendo la narrativa, i classici e i volumi di storia dell'arte. Qualsiasi libro è uno scrigno prezioso, che custodisce l'anima dello scrittore. Il compito e il privilegio del lettore è quello di saper cogliere tra le righe i suoi significati. Quando leggo un libro cerco di non crearmi delle aspettative. Durante la lettura mi lascio guidare dallo scrittore e immergendomi nelle sue pagine, viaggio con la fantasia. Di solito adoro annotare le frasi che mi colpiscono maggiormente.
In molti tuoi componimenti sono presenti immagini naturalistiche molto evocative. Cosa ti stupisce di più nella natura e nelle sue meraviglie?
La grandezza della natura mi sorprende sempre. I tuoni del temporale e il tamburellare della pioggia, l'aroma dei fiori con i suoi sgargianti colori, gli alberi che fioriscono in primavera e le foglie che, fluttuando nell'aria, dipingono l'autunno di dolci illusioni. E poi le celestiali melodie degli uccellini, una lucertola che accoglie i raggi del sole, il suono dell'acqua dei ruscelli, il rumore delle onde del mare che si infrangono sulla spiaggia. Si potrebbe andare avanti all'infinito ricordando i doni del creato.
Riflettendo sulla tua domanda mi è ventuo in mente anche questo bellissimo pensiero di Sai Baba, quando disse: "Quando hai osservato l'ultima volta una foglia? Quando hai goduto l'ultima volta il profumo di un fiore o di un frutto? Quando hai ascoltato l'ultima volta il gorgogliare di un fiume? Non puoi dire che vivi se non hai l'occhio nè orecchio per la natura. La natura è perfetta. Apriti ad essa, e prenderai sempre più parte alla perfezione della creazione. E come sperimenti al meglio la natura? Quando prendi contatto con essa. Parla con gli alberi e le piante. Cerca si capire cosa vuole dire il ruscello. Sogna nel profumo di un fiore. Pensa all'eterno rinnovamento della natura. Respirala, e la tua vita gorgoglierà gioiosa come il ruscello che, pieno d'amore, ti fece un segno di saluto quando te ne andasti".
Rimanendo in tema di natura, e poichè in molte tue poesie si può veramente annusare il profumo di diversi fiori, qual è il tuo preferito?
Possiedo una particolare predilezione per i fiori di campo, poichè mi ricordano l'infanzia, quando giocavo gioiosa nei campi e l'unica mia preoccupazione erano le ginocchia sbucciate. E poi i glicini perchè da bambina li mangiavo assaporandone la dolcezza. È per questo motivo che scrissi la poesia intitolata "Reminiscenza".
In un mondo che corre veloce, in cui il futuro diventa già passato, in cui la frenesia ci stordisce e il tempo sembra non bastare mai, pensi che la poesia possa essere un antidoto a questa nostra società "mordi e fuggi"?
Sono d'accordo con te. Credo che coltivare qualsiasi passione sia un eccellente antidoto contro i malesseri interiori. Lettura, scrittura, poesia, pittura, musica e così via sono attività estremamente appaganti e stimolanti. Le passioni sono terapeutiche, mantengono attiva la mente e suscitano un senso di infinita pace.
Hai altri progetti in cantiere?
Sì, mi sto dedicando alla scrittura della prima bozza del mio nuovo libro, che sarà un saggio. Ora approfitto per ringraziarti di cuore e per farti i complimenti per le domande curate e soprattutto pertinenti ai temi del libro.
Grazie a te per le tue riflessioni e a risentirci, magari con il tuo nuovo progetto!
La scrittrice e poetessa Manuela Moschin
Per l'acquisto del libro
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