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"Case rosse" di Alberto Coco

  LuoghInteriori editore, 2023, pagg. 216. Incipit "Sono inginocchiato nel sedile posteriore della Fiat 1100 color verde oliva di papà. Mia sorella Olga si è sistemata al mio fianco nella stessa posizione. Attraverso il finestrino guardiamo l'ingresso del civico 9 di viale Monza. Mamma si è fermata a parlare con le cornacchie allineate davanti al portone d'ingresso. Stringe mani, abbraccia, si asciuga le lacrime. É un addio, il mio primo addio. Non so bene cosa sia.  Papà mi ha spiegato che è un saluto che fai quando poi non ti ti vedi più per tanto tempo. Mi farà male, ne sono sicuro. A me fa già male il ciao che dico a Dante la sera. Sembra far male anche a mia sorella: ha il labbro inferiore che tremola come un budino alla fragola. Se piange lei - lei che non piange mai - io piangerò almeno il doppio. L'addio mi riempie di vuoto, mi strige la gola con un nodo". Pensieri luminosi Vi è mai capitato di ascoltare una canzone e fra un ritmo e l'altro la mente ap

"L'inganno. Niente è come sembra" di Stefano Marzotto

 

Pubblicazione autoprodotta, 2021, pagg. 188.

 

Incipit

"La manovra economica passa ora al vaglio della Commissione Bilancio del Senato. In una nota diffusa oggi pomeriggio dalle agenzie di stampa, il Presidente del Consiglio si è detto fiducioso sui tempi di approvazione. Passiamo ora agli Stati Uniti. Il presidente americano Donald Trump ha dichiarato...
Lo sfrigolio del soffritto per il risotto quasi copriva il gracchiare della televisione in salotto. Gli utensili della cucina puliti e in perfetto ordine, schierati come soldatini pronti alla guerra. L'ordine quasi maniacale, imparato alla Scuola Sottufficiali, con cui teneva le sue cose gli avevano fatto subire più di qualche battuta da parte di Giulia".


Pensieri luminosi
In questo romanzo, che già nel suo incipit definisce un preciso lasso temporale, ci troviamo in un paesino del Veneto, per la precisione in un immaginario San Sebastiano del Fratta, che però potrebbe benissimo rappresentare nella realtà un qualsiasi piccolo centro abitato del nostro Paese. Infatti, come in tutti i piccoli paesi la gente mormora, i pettegolezzi sono all'ordine del giorno e non tutto ciò che sembra, tra le strade e le piazze, tra lo scorrere pigro delle giornate, tra le auto e le moto che sfrecciano a gran velocità, tra i prati perfettamente rasati delle case, tra uno sguardo curioso che si nasconde dietro una tenda di una finestra, ha una parvenza di realtà.
In questo contesto si muove il maresciallo Rizzi che, con la sua squadra, deve risolvere un caso di omicidio e successivamente indagare su un'altra morte sospetta. 
Incominciano così le indagini. Si esaminano tutti gli elementi, si ascoltano le testimonianze, si analizzano i reperti rinvenuti sui luoghi dei delitti, si eseguono autopsie per capire come le vittime siano spirate.
Il carabiniere si getta a capofitto in questa vicenda che lo porterà a fare congetture, richiamando nella sua testa tutto ciò che vi è di più razionale per comprendere l'irrazionale, l'inaspettato, per arrivare ad un indizio certo di colpevolezza che, secondo il suo intuito, porta a quel determinato personaggio della storia.
Tutto però sembra troppo facile, qualcosa non si incastra; c'è l'urgenza di andare al di là del puro ragionamento scientifico, della razionale concatenazione di eventi, perchè "niente è come sembra".
Lo scrittore Stefano Marzotto ci accompagna, con penna sicura, in una vicenda dalla tinte fosche, in cui tutti e nessuno possono essere i colpevoli, dove l'aria si fa densa ed elettrica quando, un pensiero nuovo e mai preso in considerazione, si affaccia tra i pensieri del Maresciallo.
In questa storia fatta di vendette, risentimento, cattiverie, si inserisce il pensiero altro, ancor più drammatico e malvagio; ma per comprenderlo si deve andare in profondità, perchè quello che si è scoperto fino ad ora è solo la punta di un iceberg.
Lo comprenderà con non poca fatica il Maresciallo, perchè è proprio lì, tra la ragione e il sentimento che si nascondono emozioni subdole e ingannevoli. In questo anfratto emotivo si inserisce anche la vita privata del protagonista, nelle sue elucubrazioni, stimolate da un religioso e che si snoda parallela alle indagini. 
In questa correlazione di vicenda pubblica e privata lo scrittore ha creato qualcosa di originale ed interessante. 
Il Maresciallo è un uomo forte, i suoi principi morali sembrano incrollabili; tra le pagine, invece, si scopre una persona umanissima e sensibile, che porta con sè mille dubbi legati all'esistenza, al destino che ogni essere umano ha sulla terra. Le sue sono riflessioni particolari, accompagnate anche da quella fede che trasforma in un modo diverso e con un peso specifico interessante il ricercare, il sondare, l'osservare, il guardare con uno sguardo nuovo alle cose della vita.
Così il Maresciallo, lasciandosi attraversare da questo nuovo modo di conoscere, riuscirà a risolvere l'intricato caso, grazie anche all'apporto di un paio di occhi ingenui di bambino, che riesce ad osservare  particolari che gli adulti hanno tralasciato. Anche questo tocco narrativo è molto originale. I bambini, anche se forse non ce ne rendiamo conto, osservano le cose dalla loro prospettiva, certo, ma non per questo meno genuina e profonda. L'importante è saperli ascoltare e farne tesoro, così come ha fatto il Maresciallo, che ha avuto la perspicacia di entrare in una stessa lunghezza d'onda preziosa.
Lo scrittore, con l'espediente di un caso di omicidio da risolvere, pone al lettore altri interrogativi, diventanto così soggetto attivo della vicenda: sull'interiorità, sul concetto di fato o di esseri attivi delle proprie scelte, sulle debolezze umane, sulle paure che ci accompagnano nell'esistenza.
Inoltre, l'autore dipana questo caso che è anche simbolo dei nostri tempi: le difficoltà economiche, la dolente incomunicabilità degli amanti, la solitudine degli affetti, ma anche la solidarietà e l'amicizia.
Interessante, a livello stilistico, alcuni pensieri e riflessioni che il Maresciallo ha dentro di sè, ma che lo scrittore svela a noi lettori, quasi appunto fossimo nella mente del personaggio, creando quella magia di pensare quasi le stesse cose davanti ad una certa situazione.
Lascio ora a voi lettori camminare in questa storia, che sa creare un vero filo rosso empatico tra chi scrive e chi legge. 


La mia lampada ha illuminato questa frase:
"Il dolore aveva spalancato una porta nella sua anima. Era come se fosse più grande, più capiente. Come se si fosse arricchita di una nuova stanza. Una stanza di sofferenza. Non aveva mai creduto nel coraggio venduto in bottiglie da 0,75, ma quella notte fece un'eccezione".
 
 
Un po' di luce sull'autore
Stefano Marzotto (Cologna Veneta, 21 aprile 1969) è uno scrittore italiano.
Ha studiato presso l'Università di Padova Ingegneria Elettronica.
 
 
INTERVISTA ALL'AUTORE
 
Ciao Stefano e benvenuto nel mio spazio letterario. Grazie per essere qui a conversare sul tuo romanzo "L'inganno. Niente è come sembra", autoprodotto. Vuoi parlarci un po' di te?
Ho 52 anni, sono padre di tre figli. Sono laureato in Ingegneria Elettronica e lavoro come direttore vendite in una azienda internazionale. Sono impegnato nel volontariato e nell'amministrazione del mio piccolo comune, di cui sono stato sindaco per tre mandati. Mi piacciono molto i cavalli: ne ho due.
 
Nel tuo romanzo è presente una dedica in memoria di Giovanni Marzotto, tuo padre. Scrivi. "Aiutami ad essere un buon padre come lo sei stato tu". Che tipo di padre è stato per te? Cosa significa essere un buon padre?
Mio padre era un uomo molto buono, tutto dedito alla famiglia e al lavoro. Mi ha trasmesso i valori che hanno plasmato la mia vita. Essere un buon padre vuol dire, secondo me, mettere i figli al primo posto ed accettare che le loro idee, le loro priorità, siano diverse dalle tue.
 
Nell'introduzione affermi che in questo tuo secondo romanzo hai lasciato un po' meno spazio all'immaginazione e un po' più al metodo, alla preparazione e che è stato illuminante, sotto l'aspetto stilistico "On writing. Autobiografia di un mestiere" di Stephen King. Nel creare invece la trama o dare forma ai personaggi, c'è qualche scrittore/scrittrice da cui trai ispirazione e che ha in qualche modo influenzato il tuo modo di narrare?
Direi di no. Non mi viene in mente nulla. Quello però che ho cercato di fare, nel mio piccolo, è emulare i grandi maestri come Camilleri che hanno saputo annegare una storia, un giallo in questo caso, nella profondità della loro terra. Con riferimenti culturali molto specifici e con l'uso di qualche termine dialettale.

Il protagonista della storia è il maresciallo Rizzi; un uomo risoluto ma al contempo sensibile. C'è qualcosa nella caratterizzazione di questo personaggio che ti appartiene?
Un po' sì. Chi mi conosce bene sa che oltre all'immagine di persona decisa e molto socievole, ho momenti di malinconia ed introspezione.

Nel romanzo è presente la figura di un religioso che pone dei quesiti e stimola ad alcune riflessioni il Maresciallo Rizzi, ma anche noi lettori, in particolare sul concetto di fede. Com'è il tuo rapporto con questo insieme di principi morali?
Sono credente e praticante, ma la Fede non è mai un risultato acquisito, qualcosa che ti metti in tasca una volta per tutte. É qualcosa che metti in discussione continuamente e che ti interroga. Penso che nessuno possa sottrarsi alle domande sul senso della vita.
 
Il Maresciallo Rizzi, lavora in un paesino del Veneto, al Nord, pur essendo lui di origini meridionali, sradicato quindi dal suo luogo natio. Quanto sono importanti secondo te le origini, le radici di una persona?
Le radici sono molto importanti per me. Io sono molto legato al mio paese. Viaggio molto per lavoro, sono stato in 65 Paesi, ma torno sempre a casa volentieri.

Nel tuo scritto è molto significativa la presenza di un altro personaggio, Antonio Bedin che, seppur marginale, è simbolico di un passato caratterizzato da tradizioni  e riti. Se dovessi aprire i cassetti della tua memoria di bambino, hai mai vissuto qualche evento, un momento caratteristico legato al cambiamento delle stagioni, o qualche rito legato alle tradizioni che ti piacerebbe raccontare?
Le mie radici sono nel mondo contadino. Antonio Bedin è la sintesi di quel mondo, un mondo che sta scomparendo, perlomeno nella forma in cui l'ho conosciuto. Uno dei riti che sempre mi hanno coplito è proprio quello della macellazione del maiale e della preparazione dei salami, di cui si parla nel libro.

A livello sentimentale il protagonista si trova ad un punto cieco, in balia di emozioni e sensazioni pessimistiche. Rimane però scosso da queste parole: "L'amore vero è gratuito". Cosa ne pensi?
È una cosa che mi ha detto un prete pochi mesi fa e che mi ha fatto pensare. Il vero amore non chiede nulla in cambio, neanche di essere corrisposto. Non è un deal, un affare. Io do qualcosa a te e tu dai qualcosa a me. Certo l'amore dei genitori verso i figli è fatto così. In una relazione di coppia è molto più difficile.
 
Cit. pag. 50: "Non crede al fato Maresciallo? Non pensa che siamo solo un ammasso di atomi che il destino beffardo ha messo insieme in modo casuale?". Come ti poni davanti a questa domanda?
È un tema legato a quello della Fede e del senso della vita, di cui si parlava prima. Non riesco ad accettare che tutto si riduca ad eventi meccanicistici di azione e reazione. Penso che ci sia qualcosa che va oltre la mera applicazione delle leggi fisiche.

Cit. pag. 135: "Allora quando facciamo il viaggio della vita?" Quale è stato o quale sarà il tuo viaggio della vita?
Ho fatto due viaggi bellissimi con la mia famiglia, uno in Kenia ed uno negli Stati Uniti visitando i parchi nazionali dell'ovest. Ma penso che il viaggio più bello sia sempre quello che devi ancora fare!

Discutendo ancora di viaggi, nella tua storia è presente un riferimento al Venezuela e ad alcuni suoi luoghi caratteristici. Come mai proprio questo Paese?
Sono stato molte volte in Venezuela per lavoro anni fa. È un Paese molto contradditorio che mi ha colpito molto.

Hai altri progetti in cantiere?
Sì, ho due progetti: un'antologia di racconti di fantascienza per la quale sto raccogliendo appunti e un'altra avventura del Maresciallo Rizzi. Ho una certa idea che mi frulla in testa...

Grazie Stefano per le tue riflessioni e aspetto con curiosità questa nuova idea che si trasformerà, ne sono certa, in un bellissimo progetto!
 
 
Bibliografia essenziale
- "La morte nascosta" (2018) il primo caso del Maresciallo Rizzi.



Lo scrittore Stefano Marzotto
 
 
 
 


 

 
 
 
 


  


 
 

 

 

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