Il Timone editore, 2024, pagg. 188. Incipit "Se l'era cercata. Diana correva al buio pensando ai commenti sul suo necrologio. Non staccava gli occhi dall'unica luce davanti a sé. Aperti h24, un'insegna così anonima di giorno. Arrivarci, presto. Sentiva ancora addosso il fiato di alcol e sudore. Una voce roca era rigurgitata fuori da un angolo della strada. Un'ombra viva, arrabbiata o isterica si era sollevata da terra spalancando le braccia verso di lei. Un forte colpo a terra e una risata cavernosa. La stava rincorrendo? O era rimasto in quel cantuccio nero di marciapiede?". Pensieri luminosi Nel vocabolario la parola "troppo" è sia un avverbio che un aggettivo e in entrambi i casi la definiscono come una quantità eccessiva, qualcosa più del dovuto, più del giusto. In definitiva sia che lo si qualifichi come avverbio o aggettivo, "troppo" ha un connotazione negativa e lo si può affiancare allo spreco come quello alimentare; o...
Titolo originale: "A slight trick of the mind".
Traduzione dall'inglese di Giovanna Scocchera.
Casa editrice Neri Pozza, i neri, 2005, pagg. 255.
Incipit
"Un pomeriggio d'estate, di ritorno da un viaggio all'estero, entrò nella sua fattoria lasciando il bagaglio sulla porta d'ingresso affinchè se ne occupasse la governante. Si ritirò quindi in biblioteca, dove sedette tranquillo, felice di essere circondato dai libri e dalla familiarità della sua casa. Era stato via per quasi due mesi, attraversando l'India a bordo di convogli militari, per arrivare in Australia su una nave della Marina di sua Maestà, e poi approdare sulle coste occidentali del Giappone postbellico".
Pensieri luminosi
Sherlock Holmes novantatreenne, il più brillante investigatore del mondo vive ormai da anni nel suo "buen retiro" nel Sussex, in un contesto bucolico e sereno; a fargli compagnia le api, la sua governante e il figlio di lei, un bambino arguto ed osservatore, come era Sherkock un tempo.
Sì perchè, nonostante l'atmosfera rasserenante e silenziosa, Holmes deve fare i conti con l'avanzare dell'età e di conseguenza con una memoria che presenta delle amnesie, zone buie, nebulose.
Lo scrittore, al di là del misterioso caso che si risolverà nel tempo e nello spazio, pone l'attenzione ad un'esistenza famosa, fotografata nella sua parabola discendente, quando la senilità inizia a farsi sentire.
Holmes, prima ancora che investigatore è qui rappresentato come uomo, in una sorta di smarrimento e profonda angoscia.
La sua vita passata, infatti, è stata costellata da una somma di successi, riconoscimenti al suo acume e alla sua intelligenza; la sua mente fredda calcolava, si ingegnava, pensava in modo logico e razionale.
Ora, invece, la senescenza ci restituisce qualcuno emotivamente scosso, e a tratti drammaticamente "nudo", senza il mitico cappello, impermeabile, pipa, lente di ingrandimento, ma soprattutto mancante di lucidità.
Nelle sue spalle ricurve sente il peso di tutti i suoi anni anche se lo scrittore ci restituisce una forza indomita, una personalità dignitosa, seppur avvolta nelle nebbie della non-memoria.
Rimane però, tra una ruga e l'altra, tra le folte sopracciglia, uno sguardo profondo, occhi che scrutano e analizzano ambienti e situazioni.
Nel suo studio pieno di scartoffie del tempo passato, un giorno prende tra le mani il caso irrisolto di Ann Keller, giovane sposa.
Per lui, quel caso che da giovane non è stato in grado di risolvere, l'ha sempre tormentato, ma proprio perchè ora, anziano, solo ora è capace di comprendere e quindi risolvere.
Con il bagaglio prezioso dell'esperienza riesce a dare risposta ad un perchè risuonato alle sue orecchie per quarant'anni, al di là delle elucubrazioni scientifiche, ragionate, e che ha, invece, una spiegazione semplice e tristemente emozionale.
Di quel caso ora riesce a trattenere, rispetto al passato, tutto ciò che è sensibilità, empatia, affetto, amore.
Il romanzo traccia un viaggio interiore in quell'uomo così famoso, che si concede ai suoi amati lettori in tutta la sua fragilità e che ha bisogno di qualcuno per dare un senso alla sua vita, al suo viale del tramonto, con la speranza di trovare braccia amichevoli e solidali alle quali abbandonarsi.
Sherlock Holmes che procede sorreggendosi sui suoi bastoni da passeggio, con i capelli bianchi e i passi incerti cammina all'ombra del sole che pian piano scende dietro la scogliera, mentre la sua mente, come le rovine di una Hiroshima post bellica, simbolico ultimo viaggio della sua esistenza, sta diventando un cumulo di macerie; ma ha ancora in sè quella magia senza tempo che l'ha fatto diventare, per chi lo ama come me, indimenticabile.
"Parlando con franchezza, amico mio, ho perso l'appetito per ogni desiderio di verità. Per me, esiste solo ciò che è, la chiami pure verità, se preferisce. Per spiegarmi meglio, e badi bene, sto parlando col senno di poi, sono attratto da ciò che si vede con chiarezza, raccolgo quanto più possibile dall'esterno, per poi sintetizzare ciò che ho ricavato in qualcosa che abbia un valore immediato".
Mitch Cullin (Santa Fe, New Mexico 23 marzo 1968 - vivente) è uno scrittore statunitense e nelle sue vene scorre sangue irlandese, scozzese e cherokee. Ha scritto diversi romanzi e brevi racconti. Risiede ad Arcadia in California.
I suoi romanzi sono stati tradotti in dieci lingue tra cui francese, polacco, giapponese e italiano.
Bibliografia essenziale
- "Whompyjawed" (1999);
- "Tideland" (2000), da cui il regista Terry Gilliam ha tratto un film con Jeff Bridges e in cui lo stesso Cullin ha una piccola parte in un film;
- "The Cosmology of bing" (2015).
Lo scrittore Mitch Cullin
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