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"Hypsas" di Valerio Mello.

 "Hypsas", Edizioni Ensemble, 2024, pagg. 55. "Incontro i morti sui margini dentati delle foglie, ospiti e pietrisco più brillanti - centellinando le veglie, perché i nomi vanno incontro a ciò che si ripete; e il sole di Eraclito è nuovo tutti i giorni. Quieta pulsione di ogni luogo, le acque sono tiepide e danno esile diadema, dolce fissità degli occhi ; morbide sculture sul bianco di parete accolgono corpi liberi"... Pensieri luminosi La raccolta di poesie di Valerio Mello è un percorso immersivo nella natura e del suo potere rigenerante, correlato però anche ad una visione particolare e aulica, quella delle antiche divinità che si trasformano  esse stesse in poesia. Un percorso di parole e immagini che come quadri astratti e simbolici accompagnano il lettore in una dimensione onirica. Ciò che mi ha maggiormente colpito è stato leggere della terra, di alberi, di erba, di pietre secolari che si intersecano nella millenaria conoscenza, con la civiltà del sapere. Una

"L'angelo di Luca" di Devis Venturini


 

Pubblicazione autoprodotta, 2021, pagg. 127.

 

Incipit

"Svegliati Luca, sono le 6:45 ed è già la terza volta che sta suonando la sveglia. Un altro po' e farai tardi al lavoro. Apro gli occhi, lo sguardo ricade verso l'orologio posizionato sopra l'armadietto accanto al letto ed effettivamente mi accorgo che pure questa mattina non ho sentito la suoneria della sveglia (o forse sì, ma ho optato per spegnerla e rimboccarmi le coperte)".

 

 

Pensieri luminosi

In questo romanzo siamo in compagnia del ventitreenne Luca, un lavoro di cui a breve scadrà il contratto e una famiglia che gli va stretta.
Sembrano esserci tutti gli ingredienti per dar vita ad una vicenda che  offre al lettore una serie di pensieri e considerazioni all'insegna del pessimismo e dell'autocommiserazione.
In realtà, man mano che la vicenda si dipana, il respiro diventa ampio, altruistico, positivo, costruttivo.
Innanzitutto mi piace ricordare che all'inizio di ogni capitolo sono presenti delle citazioni, frasi, pensieri dei più grandi pensatori, educatori, filosofi di tutti i tempi e che sono stati scelti, non a caso e sono funzionali all'autore per offrire maggiore consapevolezza alle tematiche presentate e per focalizzare l'attenzione del lettore su ogni percorso e riflessione che Luca inizia.
Questo modo di procedere lo trovo molto interessante, perchè pone molta importanza alle parole e al loro significato denso e profondo;  sono fondamentali per uno scrittore e per ciò che vuole trasmettere. Le parole diventano poi ragionamenti, riflessioni, fanno luce su un percorso, svelano un arcano, proteggono dal dolore, offrono ristoro e pace nei momenti meno dolci dell'esistenza.
Un'esistenza, appunto, quella di Luca, all'insegna di quell'impalpabile disagio, malessere dell'esistenza che è la somma interiore dell'incompleto raggiungimento del benessere lavorativo, un disagevole limbo che porta all'infelicità, all'essere incompleti.
Il protagonista si alza ogni mattina, si reca al suo posto di lavoro ma si sente stanco, svuotato, nonostante si impegni quotidianamente per portare a termine le sue mansioni. Sente però che dentro di sè qualcosa non va. Pensa poi ad un amore da poco andato in frantumi e a dei genitori che non sembrano comprenderlo come dovrebbero, persino sui suoi gusti culinari, quando si tratta di tornare a casa per il pranzo.
Luca sembra sopravvivere più che vivere, sente di non avere sogni per il futuro, anzi il futuro proprio non riesce ad immaginarlo. I suoi sono giorni grigi, sembra spinto a fare solo per inerzia.
Una sera in cui è più forte il desiderio di rimanere in solitudine, esce di casa. Passeggia nel quartiere e desidera di non incontrare nessuno, ma qualcuno trova lui, anzi è da un po' che lo aspetta. 
Il momento giusto è arrivato!
Ecco allora che Luca inizierà un percorso di rinascita, di comprensione, di altruismo, di empatia per l'altro che non aveva mai provato prima. 
Comprenderà che le piccole cose quotidiane hanno valore in sè, diventando piccoli frammenti di miracoli, grandi esperienze di vita vissuta; le cose che abbiamo e che diamo per scontato giorno dopo giorno in realtà non lo sono, se vengono improvvisamente a mancare. Anzi, proprio allora ne sentiamo la struggente nostalgia, la malinconia e scopriamo che hanno un peso importantissimo.
L'autore riflette con consapevolezza sull'esistere qui e ora, sul valore qualitativo e non quantitativo del tempo speso per sè e per gli altri, sull'essere persona e non sull'apparire personaggio. Dopo quella serata e quell'incontro particolare Luca lentamente vede i colori: il giallo del sole, il verde della speranza, l'azzurro del futuro. Si affacciano sulla sua strada persone e storie che gli permetteranno di apprezzare meglio una pacca sulla spalla, un sorriso amico, l'amore incondizionato, il coraggio di andare avanti nonostante tutto, la dignità di vivere con poco, di una parola gentile, di uno sguardo complice.
Luca riscoprirà il senso della vita, superando le preoccupazioni del proprio io, proiettandosi così in un nuovo percorso di crescita e formazione in cui l'altruismo e il donarsi all'altro apre nuove strade di consapevolezza tutte da percorrere.
Lascio a voi scoprire su quale strada Luca camminerà.
 
 
 
La mia lampada ha illuminato questa frase:
"Fermatevi e cercate di capire se state andando nella direzione esatta e se la cosa più giusta da fare sia stare soli o cercare qualcuno che vi indichi la strada per uscire da quel maledetto tunnel che vi sta asfissiando e non vi sta portando da nessuna parte. La luce arriverà e l'uscita vi permetterà di respirare di nuovo, ma fermatevi e capite".
 
 
Un po' di luce sull'autore
Devis Venturini (Verona, 14 agosto 1995) ha 25 anni e abita in un paesino della provincia di Verona. Diplomato in ragioneria nel 2015, attualmente lavora come magazziniere in una ditta del veronese e si occupa di E-commerce.



INTERVISTA ALL' AUTORE
 
Ciao Devis e benvenuto nel mio spazio letterario. Grazie per essere qui a conversare sul tuo romanzo "L'angelo di Luca", auto pubblicato.
Vuoi parlarci un po' di te?
Ciao! Mi presento brevemente: mi chiamo Devis Venturini, ho 25 anni e abito in un paesino nella provincia di Verona. Mi sono diplomato in ragioneria nel 2015 ed attualmente lavoro come magazziniere in una ditta del veronese che si occupa di E- commerce.

La prefazione del tuo romanzo è stata scritta da una tua ex insegnante di scuola. Che ricordi hai della scuola in generale?
La prefazione è stata scritta da quella che era la mia professoressa di italiano nei miei ultimi anni di superiori (che ne approfitto per ringraziare nuovamente). Della scuola ho dei ricordi bellissimi in generale, con bellissime amicizie che conservo ancora oggi, nonostante non eccellessi come studente. Sembra strano da dire, ma potessi rivivrei subito quelle mattine.

Nell'introduzione inviti amichevolmente il lettore ad approcciarsi alla lettura con curiosità ed empatia. Com'è il tuo rapporto con i libri, la lettura?
Quando leggo un libro, l'obbiettivo principale è quello di "entrare" subito nella parte del protagonista, in modo da vivere a pieno sulla mia pelle ciò che viene scritto. Credo sia il modo migliore per non annoiarsi durante la lettura e per cercare di provare le stesse emozioni che vengono decritte.

Il titolo del tuo scritto evoca qualcosa di spirituale. Quale posto occupa la spiritualità nella tua vita?
Non voglio essere ipocrita e quindi sarò molto sincero: sono credente, non lo nego, ma devo dire che è da molto tempo che non frequento una chiesa (se non per particolari occasioni).
Trovo che la spiritualità e la religione siano concetti molto soggettivi e possono essere davvero una base molto importante per moltissime persone, sia d'aiuto nella vita quotidiana, sia di convivenza civile con chi gli sta accanto (i dieci comandamenti sono regole di vita per chi professa la religione con grande interesse).

Cit. pag 17:"Caro ragazzo, stai solo entrando nel mondo dei grandi, e sei appena all'inizio". Che significato ha avuto per te questa frase nel tuo passaggio da un'età all'altra?
"Non si smette mai di imparare", è già! Ogni giorno possiamo imparare una lezione importante, ma le prime che impariamo ad affrontare sono quelle che ci capitano nella fase transitoria adolescenza/adulto. Sono molto contento degli errori e delle esperienze (negative e positive) che mi sono capitate, perchè mi hanno insegnato a vivere molte situazioni con un atteggiamento diverso e sicuramente più maturo.

Nel romanzo sono presenti numerose citazioni di filosofi, educatori, pensatori, pedagogisti. Tra tutti queste qual è quella che più senti vicino al tuo modo di essere o pensare?
Capitolo quinto: "Accetta. Non per rassegnazione, ma niente ti fa perdere più energie che litigare con una situazione che non puoi cambiare". Bhe, credo che su questo aforisma del Dalai Lama non ci sia nulla da aggiungere. Mettersi l'anima in pace ed andare avanti, perchè avrà la sua risposta un giorno.

Nel testo una protagonista fondamentale è la famiglia e le sue interazioni con Luca. Com' è il rapporto con la tua famiglia?
Della mia famiglia non cambierei nulla. Credo che la fortuna che ho avuto io nel nascere in una famiglia tale capiti ad uno su un milione. Ho una sorella fantastica e genitori ancor più, so di poter contare su di loro al 100%.
 
Cit pag. 37: "So che stai passando un brutto periodo e so che la tua autostima sta decisamente calando, ma sono sicuro che c'è qualcosa che ti manca più di tutte: essere felice". Cosa significa per te essere felice?
Non è sempre facile essere felici, anzi, a volte è proprio difficile. La felicità non è un periodo, la felicità è un momento. Vivi quel momento al massimo delle tue emozioni e fa in modo di averne il più possibile durante il giorno. Ecco il"segreto!"
 
Cit. pag. 51: "Sono una coppia fantastica i miei nonni, sanno ancora prendersi in giro e far divertire nonostante siano insieme da più di un terzo della loro vita. Un amore d'altri tempi". Secondo te che caratteristiche ha un amore d'altri tempi?
L'amore d'altri tempi era lontano dal social, dall'apparire. Non bisognava dimostrare niente a nessuno e questa è una cosa che è andata a cadere all'epoca nostra. Io non ero presente settant'anni fa per dirlo con certezza, ma posso parlare di quello che vedo ora dai miei coetanei o dai ragazzi più giovani di me. Sarò strano io, ma non ho mai sentito litigare i mie nonni per dei "mi piace" o per dei "segui"; chissà perchè.
 
Nel libro Luca incontra il mondo dell'handicap. Quanto ti appartiene questo mondo?
Ho molto a cuore le persone che hanno una qualsiasi forma di handicap. Le vedo come persone normalissime ed uguali a me, ed anzi, a volte sono io a dover imparare molto da loro. L'handicap vero lo hanno le persone che li offendono o li trattano come inferiori.
 
Cit. pag. 54:"Mia figlia mi ha dato la lezione più importante che un figlio disabile possa darti: quella di dare valore alla vita, alle cose semplici che tutti noi siamo soliti dare per scontato!"
Quali sono per te le caratteristihe che rendono una vita degna di esere vissuta?
Rispondo a questa domanda con un mio pensiero: è meglio arrivare alla fine dell'esistenza con mille rimorsi di aver fatto che non con un solo rimpianto per non aver fatto.
 
Nel romanzo sono presenti numerosi gesti di generosità nei confronti di Luca. C'è stato nella tua vita un gesto di grande generosità che hai fatto per qualcuno e un gesto altrettanto generoso che qualcuno ha fatto per te?
Quando ti trovi a dedicare il tuo tempo per qualcuno (o viceversa) credo sia l'atto di generosità più grande che si possa fare; e di questi momenti me ne sono capitati a quantità, soprattutto nell'ultimo anno. Il tempo non lo ridarà indietro nessuno, quindi donarlo è qualcosa di veramente generoso.
 
Nella vicenda si racconta di un'amicizia appena nata tra Luca e Amos, ma che ha già nel suo nascere una base solida e duratura.
Che valore ha per te questo sentimento?
L'amicizia è un sentimento che ha più valore di tutto! Un amico è quel fratello che non hai mai avuto, ma che hai scelto di far entrare nella tua vita. Ed è proprio vero che chi "trova un amico trova un tesoro".
 
Cit. pag. 97:"Sono felice che tu mi riesca a comprendere". Che significato puoi dare alla parola comprensione?
Sentirsi compresi a volte significa essere accettati. Si ha sicuramente anche un sollievo a livello mentale e fisico. A volte parlare con qualcuno ci viene difficile appunto per la paura di non essere compresi, si ha paura di essere giudicati perchè il nostro pensiero non è in linea con quello di chi ci ascolta. Con la comprensione invece due persone si sentono più vicine, e quindi in un certo senso anche più unite.
 
Nel romanzo Luca affronta di petto ogni situazione che gli si presenti, nonostante si senta, spesso, stanco e demotivato: quanto c'è di Luca in Devis e quanto di Devis in Luca?
Bhe, mi sento di dire che Luca non è Devis, ma Luca è un po' tutti noi; sono sicuro che chiunque abbia letto il romanzo si sia rivisto in qualche tratto del protagonista. Ho cercato appositamente di far rivivere in Luca moltissime esperienze che capitano a molti di noi in modo da far entrare il più possibile il lettore nelle vicende descritte.
 
Hai altri progetti in cantiere?
Al momento no. Con questo romanzo ho riscosso moltissimi feedback positivi e ho ricevuto dei messaggi che mai mi sarei aspettato di ricevere, soprattutto da persone che non conoscevo. Scrivere un libro non è così semplice come sembra, quindi se mai lo dovessi fare ci devo essere dentro al 100%. Ora penso solo a godermi un po' di quella libertà che ci è stata negata in questo triste periodo. Chissà, magari più avanti avrò l'ispirazione necessaria per buttare giù qualcosa di nuovo.
 
Te lo auguro con tutto il cuore. Grazie per le tue riflessioni e quindi arrivederci, magari con un nuovo progetto!


 

Lo scrittore Devis Venturini

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