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"Hypsas" di Valerio Mello.

 "Hypsas", Edizioni Ensemble, 2024, pagg. 55. "Incontro i morti sui margini dentati delle foglie, ospiti e pietrisco più brillanti - centellinando le veglie, perché i nomi vanno incontro a ciò che si ripete; e il sole di Eraclito è nuovo tutti i giorni. Quieta pulsione di ogni luogo, le acque sono tiepide e danno esile diadema, dolce fissità degli occhi ; morbide sculture sul bianco di parete accolgono corpi liberi"... Pensieri luminosi La raccolta di poesie di Valerio Mello è un percorso immersivo nella natura e del suo potere rigenerante, correlato però anche ad una visione particolare e aulica, quella delle antiche divinità che si trasformano  esse stesse in poesia. Un percorso di parole e immagini che come quadri astratti e simbolici accompagnano il lettore in una dimensione onirica. Ciò che mi ha maggiormente colpito è stato leggere della terra, di alberi, di erba, di pietre secolari che si intersecano nella millenaria conoscenza, con la civiltà del sapere. Una

"La danza degli angeli" di Monica Lamanna

 
 
Casa editrice I Robin & sons, 2020, pagg. 220.
 
 
Incipit
 
"Quando entrò nella stanza, Francesca sentì il mondo crollarle addosso e avrebbe voluto essere ovunque, tranne che lì, a pochi passi da lui.
Aveva giurato a sé stessa che avrebbe mantenuto la calma, ma il risentimento che provava verso di lui era talmente forte che fu tutto inutile. Le bastò guardarlo in faccia, anche solo per un istante, e un senso di rabbia l'assalì, senza darle il tempo di pensare con lucidità. Quel volto così rassicurante, così familiare, che aveva imparato ad amare, ora le sembrava il volto di un estraneo e pensò a quanto fosse stata stupida.
Si era fidata di lui ancora una volta, e tutto quello che aveva ricevuto in cambio erano state solo menzogne".
 
 
Pensieri luminosi
 
In un giorno di pioggia Francesca, accompagnata dalla sua amica Maddie, mentre si sta recando in un locale frequentato da studenti come lei della rinomata scuola di danza Julliard, incontra, o meglio si scontra con un ragazzo, Jamie.
Ed ecco che il destino entra con vigore nella vicenda e giocherà a mischiare le carte dei loro destini.
Lo sfondo in cui si muovono i protagonisti è una New York frenetica, brulicante di gente, colta in un quotidiano fermento di vivacità ed euforia.
Ma come in un fermo immagine, in cui tutto è in quell'attimo e quell'attimo è tutto, accade qualcosa di irripetibile; mentre tutto il resto attorno a loro si perpetua nella sua frenesia, la ballerina Francesca e l'avvocato Jamie incrociano i loro sguardi per pochi secondi, ma tanto basta perchè in loro accada qualcosa di magico, intenso e profondo.
In questo romanzo dalla scrittura semplice e lineare, la scrittrice ha strutturato la narrazione in modo creativo, significativo e simbolico.
Le personalità dei due ragazzi sono costruite nella caleoidoscopica varietà delle loro personalità, nelle loro fisicità, nei loro modi di essere, pensare, nelle loro incertezze, dubbi, nel loro modo di costruire un sentimento amoroso da due punti di vista. Sì perchè i capitoli del romanzo, nella loro consequenzialità, hanno il nome alternato di lei e di lui, in un continuo rincorrersi di riflessioni, in cui l'uno traccia il profilo dell'altro e dove ogni parola, gesto, ogni più piccolo e impercettibile cambio di umore è intercettato da entrambi, per dare così una visione più completa e totalizzante; perchè l'amore deve essere così: un quadro d'insieme completo e coinvolgente e che permette, a chi è coinvolto, di renderlo vivo e costruttivo, strutturato.
In questo modo si riesce ad entrare in modo più emozionante in questa storia d'amore, che necessita di un doppio sguardo. 
Una coppia, infatti, ha bisogno di rispecchiarsi specularmente. C'è quindi un'attenzione particolare da parte dell'autrice nel soffermarsi su certi atteggiamenti, comportamenti, piccoli gesti nervosi, osservazioni acute sia da parte della ballerina che del giovane avvocato.
Questo modo di essere e di agire si può metaforicamente associare ai tempi e ai modi di una danza. I piedi sono pronti, i muscoli sono tesi per iniziare un percorso d'amore nel palcoscenico della vita.
Si parte pieni di speranza, volontà di fare bene e con aspettative gradevoli. Capita però che, nonostante tutto l'impegno, si inciampi e si cada. Non si riesce a mantenere lo stesso passo a due, non c'è sincronizzazione, armonia e ci si scopre vulnerabili, fragili, impauriti; ma l'importante è sapersi rialzare, aiutandosi a vicenda per ritrovarsi più forti di prima, in un nuovo passo a due perfetto.
In questa vicenda oltre all'amore è presente anche il concetto di affetto profondo che lega una nipote alla sua nonna. Nonna Amelia per Francesca è un faro nella notte, una figura che porta con sè il suo inestimabile patrimonio di sapere, di tradizioni, di esperienza; sa spronare, infondere coraggio e forza affinchè la sua dolce nipote possa realizzare il suo sogno e raggiungere il suo obbiettivo con impegno, perseveranza e spirito di sacrificio.
Questi valori sono ben presenti anche in Francesca e Jamie che, seppur molto giovani, desiderano realizzare con rigore ed impegno i propri desideri lavorativi. In loro c'è la forza propulsiva a fare bene, a lottare onestamente per un ideale e il successo sarà dietro l'angolo.
Ma per riuscirci si deve perseverare, impegnarsi a fondo, provare e provare ancora, studiare.
Questo è un bellissimo messaggio per i giovani che solo se sono consapevoli dei loro obbiettivi riusciranno a realizzarli, nonostante gli ostacoli, perchè credono nelle proprie possibilità. Saranno gli adulti di domani e realizzeranno qualcosa di importante se ci crederanno con tutte le forze. La meta sarà allora concreta, non effimera o impalpabile, ma raggiunta con spirito di dedizione.
Nel romanzo oltre alla luce dei sentimenti sinceri ci sono anche delle zone d'ombra, vicende oscure, irrisolte, che ad un certo punto sembrano far allontanare per sempre i protagonisti.
Riusciranno a ritrovarsi ancora sulle strade della vita?
Lascio a voi scoprirlo, come anche il valore fortemente significatico,  evocativo e chiave di volta che rimanda al titolo del romanzo stesso.
 
 
La mia lampada ha illuminato questa frase:  
"Danzavo da sempre. Stentavo ancora a muovere i  miei primi passi che già volteggiavo imitando le ballerine, e ogni volta che la mamma mi chiedeva cosa facessi chiusa nella mia cameretta ad ascoltare la musica, io le rispondevo divertita: ballo la danza degli angeli, mamma!, e lei sorrideva, guardandomi con gli occhi colmi di gioia".
 
 
Un po' di luce sull'autrice
Monica Lamanna (Salerno, 20 ottobre 1969), vive a Salerno con il marito e i tre figli. Laureata in economia e insegnante di diritto è al suo esordio come scrittrice. La scrittura è arrivata quasi per caso, durante i suoi lunghi viaggi in treno che da Salerno la portava a Verona ad insegnare. Appassionata di libri e letteratura sin da quando era bambina, racconta soprattutto l'amore, l'unico sentimento che riesca davvero ad emozionarla.


 
INTERVISTA ALL'AUTRICE

Ciao Monica e benvenuta nel mio spazio letterario. Grazie per essere qui a conversare sul tuo romanzo d'esordio "La danza degli angeli", edito da Robin & sons.
Vuoi parlarci un po' di te?
Mi chiamo Monica Lamanna e nella vita sono una mamma, una moglie e un'insegnante. Mi definisco una donna con un carattere abbastanza forte, solare ed estroverso. Di difetti naturalmente ne ho tanti, ma lascio giudicare a chi mi conosce bene. Amo leggere, ascoltare la musica, il cinema, il mare e naturalmente scrivere, che per me non è un lavoro ma una passione che ho sin da quando ero piccola. Nella mia vita avevo due sogni da voler realizzare: il primo era quello di diventare una ballerina, ma poi il destino mi ha riservato altro e il secondo, quello di scrivere un giorno un libro, e questo si è realizzato. Alla fine scrivendo un libro in cui anche la danza è protagonista, mi piace pensare che li ho soddisfatti entrambi.

Mi piace sempre leggere le dediche  quando mi accingo ad iniziare un romanzo: nel tuo nomini tuo padre e lo ringrazi per, testuali parole "gli insegnamenti che hanno fatto sì che diventassi la donna che sono". Quali sono stati, dunque, gli insegnamenti che tuo padre ti ha trasmesso e che ti hanno fatto diventare la donna che sei?
Mio padre, purtroppo, è mancato cinque anni fa e ciò che mi dispiace tanto è stato non aver potuto gioire con lui di questa mia avventura di scrittrice. Lui era molto attento alla cultura e all'istruzione e mi ha sempre seguito negli studi, soprattutto quando ero piccola. Per questo motivo ho voluto ringraziarlo dedicandogli interamente questo libro. Il merito di averlo scritto va sicuramente anche a lui, con i suoi insegnamenti e il suo spronarmi a fare sempre il meglio.

Nella vicenda narrata la giovane protagonista, Francesca, ha un rapporto speciale con i suoi nonni, in particolare con sua nonna Amelia. Come sono stati i rapporti con i tuoi nonni?
Io ho avuto dei nonni molto bravi, alcuni meno presenti ed altri di più. In particolare, adoravo mio nonno materno. Era davvero un signore; gentile, mai sgarbato, disponibile, insomma un vero nonno, di quelli che si vedono nei film in TV o nei cartoni animati.
 
L'ambientazione del tuo romanzo è New York. Come mai questa città piuttosto che un'altra?
Amo in assoluto questa città. Non ci sono mai stata ma spero di andarci presto. Amo i suoi luoghi caratteristici, le sue architetture, il suo modo di vivere e, soprattutto adoro il cinema e gli attori americani. Trovo che siano di una preparazione eccellente; non a caso mi sono ispirata nel mio libro alle commedie americane musicali che hanno accompagnato la mia adolescenza: Flashdance, Dirty dancing, Staying Alive, Fame e se mi chiedessero di trasferirmi lì non ci penserei due volte. 

Nel romanzo c'è un riferimento persistente alla pioggia; ha qualche significato particolare, oltre al puro evento atmosferico?
No, non c'è nessun significato particolare, se non quello di averla usata come segno del destino per i protagonisti del libro.

A pag. 31 scrivi di un "incontenibile bagaglio di ricordi" da parte di Francesca. Quali sono i tuoi bagagli di ricordi?
Ho avuto per fortuna un'infanzia felice e spensierata, ho sempre praticato sport, ero una ginnasta a livello agonistico e i ricordi ancora molto vivi e presenti in me sono legati soprattutto alla mia vita in palestra ad allenarmi con tutte le mie compagne di squadra. Rimpiango molto quel periodo e lo ricordo davvero con gioia.

A pag. 36 nonna Amelia dice: "Questo negozio è la mia vita". Cosa è importante nella tua?
Direi in primis la famiglia. Mi sono sposata presto ed ora ho tre figli già grandi. Quando diventi mamma cambia tutto, le prospettive e le priorità cambiano  e anche se non è sempre tutto facile, ringrazio Dio ogni giorno per avermi donato questa famiglia. Poi c'è il lavoro. Amo insegnare e cerco di farlo con passione e dedizione e mi auguro di riuscire a lasciare qualche traccia positiva nei ragazzi che incontro nelle scuole, soprattutto in un periodo come quello attuale in cui le problematiche sociali sono tante.

Francesca, ha una cara amica, Maddie, con la quale si confida nei momenti difficili. Il loro, quindi, è un legame profondo, una vera amicizia. Che valore ha per te l'amicizia?
Un valore molto alto, anche se ritengo che non sia affatto facile trovare un vero amico, soprattutto ai nostri giorni, in cui si corre così tanto e c'è poco spazio per socializzare come si faceva una volta.

Il romanzo è un susseguirsi di colpi di scena, quasi che il destino giochi con le vite dei personaggi. Cosa pensi del destino?
Penso che quando vuole metterci alla prova ci riesce quasi sempre. L'importante è avere sempre fiducia in chi ci protegge dall'alto che sicuramente vuole il nostro bene.

Il romanzo narra di una grande storia d'amore. A pag. 65 Francesca afferma: "Per la prima volta nella mia vita, mi ero lasciata completamente andare". Che valore hanno per te queste parole in una relazione?
In questo libro ho voluto proprio far emergere la volontà della protagonista di lasciarsi andare alle emozioni, perchè ritengo che bisogna fare di tutto per vivere il presente nel miglior modo possibile. Se si prova un sentimento forte non bisogna tirarsi indietro ed avere paura poi di recriminare ciò che non si è avuto il coraggio di fare. Così si corre il rischio di non vivere bene.

La danza è un'altra protagonista della vicenda e percepisco che ti appartiene molto. Se dovessi pensarla come ad una metafora, come la definiresti?
Guarda, prendo spunto proprio dal titolo del mio libro. In realtà la danza degli angeli è intesa proprio come una metafora. La protagonista, danzando in quel modo fa capire all'uomo che la sta guardando che si vuole donare completamente a lui, senza freni e inibizioni. Un po' come una coreografia, in cui l'inizio è lento e sinuoso, sente che il suo amore per lui sta crescendo pian piano, poi, quando il ritmo aumenta, si lacia andare ed è come si liberasse di tutte le sue paure ammettendo il suo amore completo.

A pag. 79 Jamie afferma che "era piacevole parlare con lei (Francesca), anche perchè sapeva ascoltare". Quanto è importante secondo te saper ascoltare in una relazione?
L'amore è un compromesso. Se si ha qualcosa da dire che non va, bisogna poi essere disposti ad ascoltare anche le ragioni dell'altro, anche se a volte può sembrare scomodo. Una storia d'amore che dura, secondo me, si basa soprattutto su questo.
 
Nello spettacolo finale di danza della scuola di ballo citi Titania di Shakespeare in "Sogno di una notte di mezza estate". Ha un significato particolare per te?
Mi piacciono molto le opere di Shakespeare e tra queste ho scelto "Sogno di una notte di mezza estate" proprio per far emergere la bravura di Francesca che interpreta la parte di Titania, che nell'opera è una regina delle fate molto forte e caparbia.
 
A pag. 131 Maddie dice a Francesca di vedere in lei una donna. Cosa significa per te essere donna?
Quando ero una ragazzina, avevo un carattere completamente diverso da adesso. Certo si cresce, ed è naturale che si maturi, ma l'esperienza di costruire prima una famiglia, e poi realizzare le proprie aspirazioni lavorative a me è servito molto e mi ha fatto maturare, e se oggi sono diventata una donna forte forse lo devo anche a questo.
 
Un altro tema che fa parte del tuo romanzo è l'emigrazione. La stessa Francesca, da Roma arriva a New York per realizzare il suo sogno. Cosa pensi di chi lascia la propria terra per ricercare un futuro migliore?
I tempi in cui si emigrava per cercare lavoro e farsi una vita migliore sono purtroppo passati. Tanta gente l'ha fatto e ci è riuscita, ma oggi la maggior parte delle persone emigra perchè nelle loro terre c'è guerra, violenza, miseria. Penso che si faccia troppo poco per risolvere questo problema, mentre in nome del dio denaro si fa molto di più.
 
Gli studenti della scuola di ballo della Julliard mi hanno ricordato i ballerini della serie televisiva americana "Fame" (Saranno Famosi in italiano), che andava in onda nei primi anni Ottanta. Ti sei ispirata a qualche musical o serie televisiva come scenario al tuo romanzo?
Sì. Come ho detto in precedenza, ho immaginato le scene di questo libro come se fossero scene di quei film di cui scrivi.
 
Stai lavorando su qualche altro progetto?
Sto scrivendo il mio prossimo libro. Un romanzo che vede protagonista ancora una volta una giovane donna italiana che decide di dare una svolta alla sua vita trasferendosi a Londra.
 
Grazie mille per le tue riflessioni e arrivederci a presto, magari con una nuova storia da raccontare!
Grazie a te per avermi dato questa opportunità e spero di tornare presto a raccontare qualcosa del mio nuovo romanzo.
 
 
 
 
La scrittrice Monica Lamanna
 
 Per l'acquisto del libro
 




 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 


 

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