Nua edizioni, 2024, pagg. 398
Incipit
"Anche
quell'anno, i cappellini andavano di moda con molti fiocchi. Lizzie lo
sapeva bene, perchè era lei a cucirli, a uno a uno, nel retro del
negozio di moda della signora Tozer. E non solo fiocchi, ma anche
nastri, perline, pelliccia, velette e piume, niente sembrava troppo per
abbellire i copricapi delle eleganti signore e signorine della città.
Secondo Jeanette, la sua collega, che viveva come lei a sud del Tamigi, a
Southwark, e faceva con lei ogni giorno la strada verso la zona di
Leicester Square dove si trovava il negozio, i cappellini erano meno
ricchi degli anni precedenti, ma nell'opinione di Lizzie, che amava la
semplicità, erano ancora decisamente troppo ridondanti di decorazioni e
orpelli vari. Le altre donne però, evidentemente, non erano d'accordo
con lei, e ogni giorno si recavano numerose al 3 di Cranbourne Street,
alla bottega della signora Tozer, per accaparrarsi quei copricapi che
con fatica e precisione Lizzie confezionava".
Pensieri luminosi
Vi ricordate la figura di Ofelia, uno dei personaggi principali della tragedia shakesperiana "Amleto"? Ofelia è una giovane donna aristocratica che vive presso la corte di Elsinora. Si innamora fatalmente del principe di Danimarca, Amleto, e sarà purtroppo vittima degli eventi che si susseguiranno nella vicenda. Ho voluto ricordare un momento quell'Ofelia per riflettere con voi su questa Ofelia, ossia su Elizabeth Eleanor Siddal, per tutti "Lizzie", che nel famoso quadro di John Everett Millais (immagine ripresa nella copertina del libro) "Ophelia" ha interpretato, su una tela, il momento della morte per annegamento perchè anche lei, ha concluso la sua esistenza in modo drammatico.
Ma ciò che mi preme far comprendere è far sapere cosa sia accaduto nel mezzo, in quale modo ha vissuto Lizzie, musa ispiratrice per gli altri ma soprattutto musa ispiratrice di sè stessa. Al contrario del personaggio di Shakespeare, non era una giovane "infelice e derelitta", non è stata vittima, donna passiva davanti gli eventi, ma protagonista appassionata del suo tempo, artefice del suo futuro.
Dopo queste prime considerazioni è giunto il momento di addentrarci in questa biografia romanzata che ne offre la scrittrice Martina Tozzi. Una penna attenta, sensibile e profonda la sua, con una attenzione alla cura dei dettagli sia storici che artistici davvero notevole.
Ci troviamo in piena epoca vittoriana, in una Londra vista sotto un'ottica umile, perchè Lizzie era di umili origini. Elizabeth vive con la sua famiglia, con poche agiatezze. Tutto sembra scorrere nello scandire dei giorni tutti uguali. Ma in lei c'è un'anima rosseggiante come i suoi capelli, così infuocati che scuotono l'osservatore. Ma lei non ci fa caso, anzi è orgogliosa della sua particolarità. La sua è una chioma di capelli fulva, ramata di un purpureo che incanta e annienta.
Questo rosso sangue così potente e che scorre nelle sue vene le fa percepire che l'esistenza può offrirle qualcosa di più, di insolito che possa travolgere il suo quotidiano; sente che la vita ha in serbo per lei qualcosa di nuovo ed inaspettato.
E l'inaspettato, l'insolito le appare dietro ad una finestra un giorno, mentre lavora per realizzare cappellini all'ultima moda presso una sarta.
Diventa, con suo grande stupore e meraviglia, la modella di un gruppo di pittori che si stanno affacciando sulla scena artistica e hanno l'ambizione di stravolgere i canoni classici della pittura.
Incontrerà successivamente, tra i vari artisti dei Preraffaeliti, anche Dante Gabriel Rossetti, uno dei più famosi autori della Confraternita e vivrà con lui una tormentata e complessa storia d'amore.
In questo scritto l'autrice ci accompagna sul palcoscenico dell'arte, ci racconta delle vere e proprie scenografie allestite con costumi di scena indossati dalla stessa Lizzie, fondali artistici, tele preparatorie. Vediamo il dietro le quinte di come nasce un quadro, ed è davvero stato molto emozionante osservarlo, perchè è come se la vita stessa venisse rappresentatata con le sue contraddizioni, incertezze, insicurezze, le continue prove ed errori.
Ma soprattutto la scrittrice racconta dei sentimenti che animavano quel gruppo di pittori che, come su una tavolozza, mescolavano le loro energie, le loro forze, la loro cratività solo per amore dell'arte ed Elizabeth era lì con loro a gioire dei loro successi, musa ispiratrice che, pur nella sua salute instabile era una forza dirompente nell'essere nel tempo del suo presente così pregiudizievole davanti alle artiste di sesso femminile.
Ha sfidato le regole del tempo, ha creato una breccia nel muro del patriarcato. Con coraggio ha cercato di realizzare i suoi sogni di pittrice e poetessa, di gridare al mondo la sua essenza.
Ha desiderato vivere l'amore nella sua totalità, sia per l'arte che nei confronti di un uomo, Gabriel Rossetti. Un amore difficile il loro, impregnato dei colori accesi della gelosia, del timore, delle bugie, ma riscaldato anche da delicati colori pastello di gesti sinceri e affettuosi. Lui, uomo eccentrico che amava da par suo Elizabeth, innervosito dalla sua assenza e appassionato quando tornava da lei.
Ho trovato molto interessante il percorso di consapevolezza della protagonista, ossia quel momento in cui la giovane modella da creatura da dipingere diventa creatrice essa stessa di dipinti.
Sta tutto lì il cambio di prospettiva e di crescita in cui Lizzie alza il suo capo ramato e con occhi nuovi comprende, prende coscienza che nel mondo c'è posto anche per lei, per il suo dono, per il suo talento. Sì, c'è posto anche per lei negli atelier degli artisti, sì, c'è posto anche per lei fra le pagine di una raccolta di poesie.
Consiglio questo romanzo perchè l'autrice con uno stile limpido, sincero e compassionevole ci dona la figura di una donna che ha deciso che non era più tempo di corsetti e cappellini vezzosi, ma di indumenti senza troppi orpelli, cioè ci invita ad essere profondamente noi stessi, ricchi interiormente, "nudi" esteriormente, ma con la mente piena di idee, così da rivestire di senso i nostri sogni.
Buona lettura!
La mia lampada ha illuminato questa frase:
"La Red House era una vera opera d'arte, e Lizzie comprendeva l'orgoglio che provavano Janet e Topsy. Sul camino dello studio si poteva leggere l'incisione: ars longa vita brevis. Quando entrava in quella stanza, Lizzie non riusciva a smettere di fissarla, perchè le pareva che il fulcro di tutte le vite fosse solo quello, che il solo scopo che si potesse dare all'esistenza fosse creare bellezza. Se niente aveva senso, forse solo l'arte poteva portare un po' di sollievo nel caos della vita".
Gli oli essenziali da utilizzare durante la lettura: tre gocce di rosa e tre gocce di lavanda da sciogliere nel bruciatore di essenze con candela bianca neutra per riscoprire la femminilità e ricordarci chi siamo.
Un po' di luce sull'autrice:
Martina Tozzi è nata a Siena dove vive con il suo gatto Filippo. Ha iniziato a scrivere fin da piccola e non ha più smesso. Oltre la scrittura, le sue passioni sono la storia, la poesia e gli animali ed è profondamente interessata alle tematiche ambientali.
Bibliografia essenziale:
- "L'ultima strega", 2019, Harper Collins;
- "Il nido segreto", 2022, Nua edizioni;
- "Per la brughiera", 2023, Nua edizioni
INTERVISTA ALL'AUTRICE
Ciao
Martina e benvenuta nel mio spazio letterario. Vuoi parlarci un po’ di te?
Ciao Elisabetta! Prima di tutto ci tengo a
ringraziarti per la tua gentilezza e per lo spazio che mi concedi, è un grande
onore per me essere tua ospite. Non c’è molto da dire su di me, non sono
interessante come le protagoniste dei miei romanzi. Sono una grande amante dei
libri. La mia casa è piena di tomi di ogni tipo, e leggere è la mia attività
preferita. Scrivere è una delle cose che più mi rende felice al mondo, insieme
al mio gatto, Filippo. Ho pubblicato il mio primo romanzo, “L’ultima strega,”
nel 2019 con HarperCollins, e poi per Nua ho pubblicato “Il nido segreto” (che
racconta la vita di Mary Shelley), “Per la brughiera” (la biografia delle
sorelle Brontë) e “Il sogno semplice di un amore” (la storia romanzata di
Elizabeth Siddal).
Come
è nata l’idea di scrivere questo romanzo?
Ho conosciuto la figura di Lizzie Siddal grazie ai
quadri per i quali ha posato, e quando, informandomi, ho scoperto di più su
questa donna, ho provato per lei una grande attrazione, e anche una grande
tenerezza. Ero ammirata dalla sua tenacia, e al tempo stesso arrabbiata per i
colpi che la sorte le ha inflitto. Ho provato a scrivere questa storia come un
piccolo omaggio alla sua persona e spero di aver tracciato di lei un ritratto
nel quale, almeno in parte, sarebbe in grado di riconoscersi.
La
figura di Elizabeth Siddal, donna realmente esistita, aveva sia la fragilità
della malattia ma anche la forza indomabile del carattere. Se potesse parlare
alle donne di oggi, per certi versi ancora fragili ma al contempo forti e
combattive, cosa direbbe loro secondo te?
Di inseguire i nostri sogni, di provare a
intraprendere la strada della nostra vocazione, a ogni costo. Di ascoltare la nostra
voce interiore e di restare fedeli a noi stesse. Di non accontentarci di essere
raccontate da altri, ma di essere, per quanto possibile, artefici della nostra
storia.
L’arte
(in questo caso la pittura) così come la musica, la poesia, la danza hanno la
capacità di raccontare la vita. In che modo, secondo te, l’arte oggi può
parlare ancora al cuore delle persone?
Ogni forma d’arte è capace di sublimare il
quotidiano, di dare voce all’umano, di unirci in una catarsi che purifica.
Credo che le persone avranno sempre bisogno d’arte, è un’esigenza
insopprimibile dell’anima.
Durante
la stesura del tuo libro, quanto è stato importante il tuo lavoro di ricerca
storiografica?
Moltissimo! Sono molto pignola, e ci tengo che i
miei romanzi siano vere e proprie biografie, anche se ovviamente per quanto
riguarda certi aspetti devo affidarmi alla mia immaginazione. Volevo dare di
Lizzie un’immagine più autentica possibile, per quanto inevitabilmente questa
non sia che una mia interpretazione della donna che è stata. Mi piace inoltre
far muovere i miei personaggi in un contesto storico preciso e verosimile,
quindi mi sono dedicata con attenzione anche allo studio dell’epoca vittoriana.
C’è
un po’ di te in Lizzy e quanto invece si discosta dal tuo carattere?
Come me, Lizzie è una sognatrice, non è paga della
vita quotidiana e dà una grande importanza al suo mondo interiore e all’immaginazione.
Come me, Lizzie non è esuberante, ed è silenziosa quando incontra persone
nuove. Ma, per certi versi, Lizzie si discosta da me: sicuramente io non ho la
sua tenacia, ed è una dote che ammiro moltissimo.
Le
opere dei Preraffaeliti raccontano il desiderio di leggere con occhi nuovi il
passato per dare una interpretazione, diciamo così “moderna”, a quello che
stavano realizzando nel contingente. Secondo te, qual è stata l’idea o il
messaggio in assoluto più forte che hanno lasciato ai posteri?
Di non lasciarsi ingabbiare in nessuna regola
rigida: l’arte è soprattutto espressione personale e creatività, e l’eredità più
importante che hanno lasciato è l’amore per la libertà.
Lizzy
Siddal fra le pagine del libro si trasforma e, da “creatura” dipinta, diventa
“creatrice” di dipinti. In questo passaggio di consapevolezza quanto ha
influito, secondo te, l’amore per l’artista Dante Gabriel Rossetti?
Per Lizzie, l’amore per Gabriel e l’amore per
l’arte sono quasi indissolubilmente uniti, come se l’uno non potesse esistere
senza l’altro. Lizzie ha sempre sentito dentro di sé l’esigenza di dar vita
all’arte, di creare, e grazie a Rossetti riesce a realizzare la sua
aspirazione. Il supporto del suo compagno, non solo come insegnante e mentore,
ma come sostenitore anche morale, è sicuramente stato incisivo nella sua presa
di consapevolezza come artista.
Dopo
aver descritto così bene le atmosfere e le suggestioni dei quadri di questa
confraternita di pittori, hai mai potuto ammirare “dal vivo” le loro opere? Se
sì, cosa hai provato? O comunque, cosa provi davanti ad una tela interessante?
Sì, ho avuto la fortuna di ammirare alcune loro
opere, ed è stata un’emozione incredibile. Vedere dal vivo qualcosa che si è
sognato tanto a lungo di ammirare rischia a volte di rivelarsi una delusione,
ma per quanto riguarda le opere della Confraternita è stato semmai il
contrario, e sono rimasta sbalordita dalla meraviglia dei loro quadri. Credo
che la pittura sia una delle arti che più riesce a toccarmi, e non so
descrivere l’emozione di trovarmi di fronte a questi capolavori.
Hai altri progetti in
cantiere?
Sì, mi sto dedicando alla stesura di un’altra
biografia romanzata, anche stavolta la protagonista sarà una grande,
grandissima donna. Mi lascio trasportare molto quando scrivo, quindi potrei dire
che in questo momento sto vivendo un’altra vita in un’altra epoca. Sono davvero
emozionata e non vedo l’ora di raccontare di più!
Grazie di aver condiviso
le tue emozioni.
Grazie
ancora a te di tutto, e grazie alle lettrici e ai lettori di Un libro sotto la lampada!
La scrittrice Martina Tozzi
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