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Visualizzazione dei post da ottobre, 2022

"Prima che sia troppo amarti" di Annalisa Teggi

    Il Timone editore, 2024, pagg. 188.   Incipit "Se l'era cercata. Diana correva al buio pensando ai commenti sul suo necrologio. Non staccava gli occhi dall'unica luce davanti a sé. Aperti h24, un'insegna così anonima di giorno. Arrivarci, presto. Sentiva ancora addosso il fiato di alcol e sudore. Una voce roca era rigurgitata fuori da un angolo della strada. Un'ombra viva, arrabbiata o isterica si era sollevata da terra spalancando le braccia verso di lei. Un forte colpo a terra e una risata cavernosa. La stava rincorrendo?  O era rimasto in quel cantuccio nero di marciapiede?".   Pensieri luminosi Nel vocabolario   la parola "troppo" è sia un avverbio che un aggettivo e in entrambi i casi la definiscono come una quantità eccessiva, qualcosa più  del dovuto, più del giusto.  In definitiva sia che lo si qualifichi come avverbio o aggettivo, "troppo" ha un connotazione negativa e lo si può affiancare allo spreco come quello alimentare; o...

"La memoria della cenere" di Chiara Marchelli

     Casa editrice NNE, 2019, pagg. 289.   Incipit "Prima ci deve essere stato lo sguardo. Gli occhi di Patrick che sono diventati attenti, allarmati. Dopo ci deve essere stata la voce, il mio nome ripetuto: Elena, Elena. Il mio nome che Patrick pronuncia quando siamo in mezzo agli altri o per dichiarare la mia presenza nel suo mondo. Sapendo che corrisponde a me, e quindi a lui. Per dirlo lì, in quel modo, noi due soli, si deve essere accorto subito che stava accadendo qualcosa di grave. Di questo sono certa perchè mi è stato detto spesso: Per fortuna il suo compagno ha capito immediatamente. Non è esatto. Patrick non aveva idea di cosa fosse, ma lo spegnimento del corpo, l'improvvisa assenza. Eri come vuota, tu che scotti anche quando dormi".  Pensieri luminosi   Avete mai visto un vulcano in eruzione? Penso di sì, almeno in qualche immagine televisiva. Ecco, ora provate a ricordare la forza dirompente di quell'evento; qualcosa che parte dalle viscere del...

"Le storie degli altri" di Giuseppe Ruiz de Ballesteros

   Casa editrice Bertoni editore, 2021, pag. 304.   Incipit  " Driiiin. Pronto, è la dottoressa Hermann?  Con chi parlo? Sono Joseph Rojas, ho avuto il suo numero da... Era cominciato tutto così. Joseph se ne stava seduto su un piccolo rilievo di sabbia di fronte al mare. Era un tardo pomeriggio di fine settembre, e il sole filtrava da una leggera foschia, di quelle che predispongono l'animo alla riflessione. Non tirava un filo di vento ed era facile rimanersene lì a pensare. O meglio, non è che stesse proprio lì a pensare. Era più che altro uno stare a osservare i propri pensieri muoversi autonomamente, emergere dal nulla grazie a chissà quali misteriose leggi che regolano le associazioni". Pensieri luminosi Joseph Rojas, psicologo umbro, vive nella solitudine di uomo separato con i figli che qualche volta fanno capolino. Questo suo vissuto esistenziale, povero di interazioni umane se non quelle di tipo professionali, lo spinge, attraverso la penna dell'autore,...