LuoghInteriori editore, 2023, pagg. 216. Incipit "Sono inginocchiato nel sedile posteriore della Fiat 1100 color verde oliva di papà. Mia sorella Olga si è sistemata al mio fianco nella stessa posizione. Attraverso il finestrino guardiamo l'ingresso del civico 9 di viale Monza. Mamma si è fermata a parlare con le cornacchie allineate davanti al portone d'ingresso. Stringe mani, abbraccia, si asciuga le lacrime. É un addio, il mio primo addio. Non so bene cosa sia. Papà mi ha spiegato che è un saluto che fai quando poi non ti ti vedi più per tanto tempo. Mi farà male, ne sono sicuro. A me fa già male il ciao che dico a Dante la sera. Sembra far male anche a mia sorella: ha il labbro inferiore che tremola come un budino alla fragola. Se piange lei - lei che non piange mai - io piangerò almeno il doppio. L'addio mi riempie di vuoto, mi strige la gola con un nodo". Pensieri luminosi Vi è mai capitato di ascoltare una canzone e fra un ritmo e l'altro la mente ap
Casa editrice Rizzoli, 2015, pagg. 411.
Incipit
"Cammino rapido in mezzo a una strada quasi cancellata dalla nebbia. Un vento secco e cattivo mi fa socchiudere le palpebre, mi toglie il respiro. Mi chiedo dove sono e dove sto andando. Dal muretto di mattoni sbreccati, carico di rampicanti, che scorgo alla mia sinistra, mi sembra di riconoscere la strada che porta alla scuola in cui insegno.
Non vedo a due metri di distanza. Avanzo a fatica, forzando quella parete di vento e nebbia. Improvvisamente quasi inciampo in una bambina che cammina lesta, avvolta in un cappottino rosso da cui esce un collo bianco e lungo".
Pensieri luminosi
In questo romanzo ci troviamo in un quartiere apparentemente tranquillo della città di S. Nani Sapienza è un insegnante di scuola primaria. Appena la scrittrice ne ha tratteggiato il suo profilo mi è venuto in mente il filosofo greco Socrate; secondo lui insegnare, educare, significava far emergere la verità e per farlo stimolava nei suoi ascoltatori il dubbio, la domanda, il pensiero critico.
Così fa lo stesso Sapienza, che proprio nel suo cognome ha la sua grande virtù; desidera che i suoi discenti vadano con i propri pensieri, le loro personali riflessioni alla ricerca del sapere, della conoscenza dei fatti del mondo senza lasciarsi influenzare nè dal pensiero dei loro genitori nè da ciò che la società, in modo subliminale, vorrebbe che pensassero o agissero.
Quotidianamente con loro instaura un dialogo costruttivo, armonico e quanto mai realista, pur partendo da favole, fiabe e mitologia.
In questo modo riesce a traslare contenuti importanti e funzionali che permettono riflessioni dense di significato e caratterizzate da perchè, ipotesi che nascono non più o non solo da bambini, ma da potenziali adulti con in mano il pensiero pensante.
Nelle sue giornate a scuola il dialogo tra l'educatore e gli alunni è sempre protagonista e diventa quanto mai fondante un giorno, quando nella magica arte del raccontare che tiene profondamente desta l'attenzione in quei cervelli in crescita, nomina Lucia, una loro coetanea scomparsa improvvisamente nel tragitto tra casa e scuola.
Ecco che allora si dipana parallela un'altra vicenda che coinvolge lo stesso maestro. Nelle sue notti in solitudine, dopo che un grave e sofferto episodio della sua vita personale lo ha sconvolto e privato anche dell'amore di sua moglie, sogna la piccola bambina e in vari episodi onirici, che diventano premonitori, si agrappa al bisogno e all'impellente necessità di sapere, di conoscere di più su quella ragazzina.
Inizia delle ricerche e vuole risposte ai suoi perchè, che di riflesso sono quelli della comunità, ma che per egoismo o per quieto vivere la società stessa cerca di dimenticare, di far morire.
Con la sottile arte del pettegolezzo la periferia porta voci contrastanti, spinge sull'acceleratore del pensiero ipocrita, vive di ipotesi, di sentito dire, di mezze parole, di pensieri farlocchi che hanno il rischio di trasformarsi in realtà. Ma il nostro maestro persiste nel cercare la verità ed entrerà in un buco nero di sporcizia, di marcio, di perversione, di illecito, negli inferi di menti malate e distorte.
Dacia Maraini, con ritmo incalzante e linguaggio concreto, ci fa conoscere il profilo di un personaggio insolitamente non femminile. Un uomo che con coraggio ed empatia ha in sè "quell'idealismo sognatore" che lo porta a guardare alla forza delle idee e nel valore pregnante dei principi morali.
Nel testo sono presenti anche altre tematiche come la solitudine degli affetti, la nostalgia del tempo perduto, la storia delle religioni, ma soprattutto il dilaniante dualismo che l'essere umano ogni giorno, in ogni scelta, in ogni occasione che la vita propone deve combattere, preso in una morsa tra le pulsioni degli istinti primari, l'Es e la logica morale del Super Io.
"La storia, ogni storia, nasce quando ci sono un corpo e una mente che si preparano all'ascolto. Il corpo non è meno teso e attento del pensiero che assorbirà, attraverso le parole, un racconto, con il suo eroe, le sue gesta e la sua conclusione. E io sono già saltato dentro, con tutti i piedi, in questo rito fatato".
Dacia Maraini (Firenze, 13 novembre 1936) è una scrittrice e saggista italiana. Figlia di un etnologo toscano e della principessa palermitana Topazia Alliata, tracorse l'infanzia in Giappone dove fu internata con la sua famiglia in un campo di concentramento giapponese, dove patì la fame. Al suo ritorno in Sicilia, dai nonni materni, presso Bagheria conobbe la realtà dell'isola, soggetto di alcuni suoi scritti.
Fu compagna a lungo dello scrittore Alberto Moravia con cui visse dal 1962 al 1978. A Roma strinse amicizie con Pier Paolo Pasolini, Elsa Morante, Maria Bellonci.
Bibliografia essenziale
- "La vacanza" (1962);
- "Memorie di una ladra" (1972);
- "Il treno per Helsinki" (1984);
- "La lunga vita di Marianna Ucrìa" (1990) premio Campiello;
- "Bagheria" (1993);
- "Voci" (1994);
- "Dolce per sè" (1997);
- "Chiara di Assisi. Elogio della disobbedienza" (2013);
- "Trio. Storie di due amiche, un uomo e la peste di Messina" (2020).
La scrittrice Dacia Maraini
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